Nella lista degli emendamenti al disegno di legge di bilancio approvati dalla Commissione Bilancio della Camera ha destato particolare scalpore l’approvazione di una disposizione che prevede una serie di incentivi per le auto a basse emissioni (elettriche, ma non solo) e disincentivi per quelle più inquinanti, in una logica, per dirla con le parole del Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, che “è quella del bonus-malus”.
L’emendamento 49.069 dispone che “A decorrere dal 1o gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2021, chiunque acquista, anche in locazione finanziaria, e immatricola in Italia un veicolo di categoria M 1 nuovo di fabbrica è tenuto al pagamento di un’imposta parametrata al numero dei grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro eccedenti la soglia di 110 CO2 g/km”, secondo una tabella che prevede un importo di 150 euro per emissioni comprese tra 110 e 120 g/km, 300 euro per la fascia 120-130 g/km, 400 euro per la fascia 130-140 e così a salire fino a un massimo di 3.000 euro per quelle che superano i 250 g/km.
Stessa logica per il “premio” alle auto meno inquinanti: si parte da 1.500 euro per le auto con emissioni comprese tra 70 e 90 g/km, si passa a 3.000 euro per emissioni comprese tra 20 e 70 g/km e si arriva a ben 6.000 euro per le auto che stanno sotto i 20 g/km. Non sono invece toccate le vetture le cui emissioni rientrano nella fascia compresa tra 90 e 110 g/km.
Di Maio assediato: “Nessuna penalizzazione per chi non può permettersi un’auto non inquinante”
“La nostra intenzione era ed è incentivare i veicoli a basse emissioni, elettriche, ibride e a metano, per stimolare un nuovo mercato dell’automobile e la mobilità del futuro. Il meccanismo che abbiamo introdotto segue la logica del bonus-malus e quindi incentiva le auto che inquinano meno e disincentiva quelle più inquinanti”, ha spiegato Di Maio.
Il punto è che, con questo sistema, quasi tutta l’attuale produzione italiana di auto verrebbe penalizzata, compresi i modelli entry-level delle utilitarie: sia le Fiat Panda sia le Fiat 500 sarebbero infatti disincentivate ricadendo nelle fasce penalizzate con importi di 150 o 300 euro. E a pagarne le spese, oltre alle case costruttrici, sarebbero i consumatori.
“Non è nostra intenzione creare uno shock nel mercato dell’auto né creare problemi alle famiglie che, non avendo a disposizione i soldi per acquistare le auto di ultima generazione, comprano sempre il modello base dell’auto più economica sul mercato, anche se è inquinante”, sottolinea Di Maio. Per questo, promette, la misura sarà nuovamente modificata nel corso dell’ancora lungo iter parlamentare della manovra.
“Ho ricevuto telefonate dalle case costruttrici, dai sindacati e dalle associazioni dei consumatori, li metteremo tutti intorno a un tavolo e vediamo come migliorare questa norma. Ma l’obiettivo è creare una normativa che consenta di ridurre l’inquinamento delle nostre città”.