Le aziende manifatturiere stanno sfruttando le tecnologie emergenti per massimizzare il potenziale della forza lavoro, ridurre i rischi, aumentare la qualità e assicurare una crescita sostenibile: è quanto emerge dal rapporto “State of Smart Manufacturing Report” di Rockwell Automation.
Il rapporto, giunto alla sua nona edizione annuale, fornisce dati globali su tendenze, sfide e strategie delle imprese industriali. La ricerca ha coinvolto più di 1.500 partecipanti provenienti da 17 nazioni, tra cui l’Italia, il Regno Unito, la Francia, la Germania e la Spagna.
Il rapporto mette in luce una visione globale condivisa che si articola attorno a tre principali trend: l’impatto rivoluzionario dell’intelligenza artificiale nel settore manifatturiero, l’uso della tecnologia come strumento per potenziare la forza lavoro e attrarre talenti e infine l’importanza crescente della resilienza operativa.
L’Italia risulta allineata a questi trend, sebbene presenti alcune specificità legate alla tipologia di imprese e alla cultura imprenditoriale tipiche del nostro Paese che meritano un’attenzione particolare.
Indice degli argomenti
AI e Machine Learning l’80% delle aziende italiane ha investito o vuole farlo nel prossimo anno
Intelligenza Artificiale e Machine Learning sono al vertice della top list degli investimenti in tecnologia, con l’80% delle aziende italiane che ha investito o vuole farlo nei prossimi 12 mesi.
In linea con la media europea, il 92% delle aziende italiane è propensa a investire in tecnologie di AI e ML per implementare applicazioni di analisi avanzate.
Per i casi d’uso dell’AI e del ML, le aziende italiane privilegiano tre tipologie di applicazioni: ottimizzazione dei processi (51%), controllo della qualità (37%) e supporto per le attività di progettazione (28%).
Le imprese puntano sull’automazione per una forza lavoro più motivata
Reperire talenti risulta problematico e per rimediare alla carenza di competenze il 40% delle aziende italiane propende per un incremento dell’automazione, percentuale al di sopra della media europea (36%).
Il 35% degli intervistati pensa che l’introduzione di tecnologie avanzate come AI o ML possa costituire un fattore motivante.
Inoltre, il 33% ritiene che l’adozione di tecnologie in grado di rendere le attività più engaging possa catalizzare l’attenzione dei nuovi talenti, così come il 32% è convinto che, tramite il lavoro da remoto, sia possibile accedere a un più ampio bacino di talenti.
Essere più resilienti è un obiettivo primario delle aziende
Dal rapporto si evince inoltre che la costruzione della resilienza nelle operazioni e nei processi è un obiettivo cruciale per le aziende manifatturiere.
La qualità resta una priorità assoluta per i produttori europei che adottano tecnologie manifatturiere intelligenti ed è conforme alle risposte delle aziende italiane che l’hanno classificata al primo posto con il 39% insieme ai costi.
Questi dati risultano leggermente inferiori alla media europea, che vede ai primi tre posti gli obiettivi di qualità, costo ed efficienza.
In Italia, invece, al terzo posto con il 35% troviamo l’importanza dell’appeal verso i clienti e con il 33% il miglioramento dell’efficienza complessiva degli asset produttivi.
Mitigare i rischi investendo in tecnologia e in nuovi talenti
Il 27% delle aziende italiane ha indicato la carenza di innovazione quale fattore limitante per superare la concorrenza nei prossimi 12 mesi.
Il 23% dei rispondenti segnala la carenza di forza lavoro qualificata, mentre il 21% la capacità di utilizzare i dati per prendere decisioni.
Per ciò che concerne gli ostacoli interni alla crescita, ai primi due posti emergono limiti inerenti alla tecnologia. Il 25% esprime preoccupazione dovuta all’eccesso di offerta tecnologica disponibile, causa della paralisi decisionale.
Il 21% dichiara di aver difficoltà nell’adozione di una tecnologia utilizzabile dal dipendente medio del XXI secolo. Il terzo posto è occupato da monitoraggio e quantificazione delle pratiche sostenibili e ESG (20%).
Alla domanda su come le aziende stiano mitigando queste sfide, il 38% ha risposto con l’adozione di tecnologie per tracciare le pratiche sostenibili, il 29% l’assunzione di un consulente e il 27% l’adozione dell’AI.
Maggior proattività delle aziende verso iniziative ESG e di sostenibilità
A livello europeo, la gestione dell’energia primeggia nei programmi di sostenibilità/ESG, superando la qualità/sicurezza dei prodotti.
In Italia, invece, il 75% delle aziende dichiara di aver formalizzato iniziative ESG: il 43% ha in atto una politica a livello aziendale e il 32% limitatamente a sedi specifiche.
Il perseguimento delle politiche ESG è guidato dal desiderio di agire con responsabilità (37%), dal rispetto delle normative (36%), seguito, con il 35%, dall’esigenza di far fronte alle disuguaglianze sociali, un fattore limitante all’espressione del talento.
Sempre con il 35%, i programmi di sostenibilità/ESG sono visti come un differenziale competitivo nei confronti dei clienti che li richiedono ai loro fornitori.
Alla domanda “quale sia l’elemento trainante del programma ESG”, il 31% delle aziende europee ha indicato la gestione dell’energia, mentre l’Italia assegna il punteggio più alto a qualità e sicurezza dei prodotti (40%), seguita da salute e sicurezza (39%) e gestione dell’energia (37%).
“I risultati del rapporto sullo Stato dello Smart Manufacturing mostrano quanto in un anno gli effetti rivoluzionari di innovazioni, come quelle associate all’AI e al ML, abbiano fatto breccia nel mondo manifatturiero. Ne è la riprova il fatto che buona parte delle aziende italiane le abbia messe al primo posto nella lista degli investimenti tecnologici”, commenta Fabrizio Scovenna, Country Director Rockwell Automation Italian Region.
“Questo approccio strategico non riguarda esclusivamente l’adozione delle tecnologie, ma va visto in un’ottica di trasformazione più ampia verso ecosistemi produttivi più intelligenti e resilienti. Sfruttando l’AI per migliorare il processo decisionale basato sui dati e l’efficienza operativa, le aziende stanno definendo nuovi parametri per l’innovazione e la competitività a livello globale, diventando molto più attraenti per i talenti che desiderano mettersi alla prova su un terreno ancora da esplorare fino in fondo”, aggiunge.