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Un esoscheletro per i soccorritori tra i finalisti italiani del James Dyson Award

Enki, l’esoscheletro attivo ideato per supportare i soccorritori durante le emergenze idrogeologiche, ha conquistato il terzo posto alla 20esima edizione italiana del James Dyson Award. Progettato da un team di quattro studentesse dell’Università IUAV di Venezia, Enki riduce lo stress fisico e facilita il trasporto delle persone grazie alla sua struttura impermeabile e tecnologia avanzata. Questo dispositivo innovativo è il primo esoscheletro progettato per operare in ambienti allagati, garantendo efficienza e sicurezza durante le operazioni di soccorso.

Pubblicato il 13 Set 2024

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Enki, esoscheletro attivo per i soccorritori in situazioni di emergenza, si è aggiudicato il terzo posto della 20esima edizione italiana del James Dyson Award, il concorso internazionale di design e ingegneria per studenti promosso dalla James Dyson Foundation che sfida gli inventori di tutto il mondo a proporre progetti inediti in grado di affrontare un problema del mondo reale. Il progetto accederà ora alla fase finale della competizione internazionale.

Enki – Wearable robotics for muscular aiding, è un esoscheletro attivo in grado di supportare i soccorritori, alleviando lo stress fisico e facilitando il trasporto delle persone.

L’invenzione, presentata da un team di quattro studentesse dell’Università IUAV di Venezia, è studiata per garantire un funzionamento ottimale anche durante le inondazioni, grazie alla sua struttura impermeabile e alla tecnologia avanzata.

James Dyson Award, i vincitori saranno annunciati il 13 novembre

A valutare i progetti presentati per l’Italia sono stati chiamati, insieme all’ingegnere Dyson Ibraheem Monks, due esponenti del mondo dell’innovazione e della formazione: Marco Morello, giornalista esperto di tecnologia, innovazione e nuovi trend, e Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico, nonché insegnante di Economia Comportamentale presso la Scuola Enrico Mattei.

Enki è uno dei tre progetti selezionati per accedere alla finale. La competizione, quest’anno, si è concentrata maggiormente su soluzioni smart per la vita quotidiana.

Nello specifico, il 1° posto della sezione italiana è andato a Iva (passeggino pieghevole estremamente sottile e leggero, abbinato a uno zaino compatto ma spazioso che grazie alla sua versatilità, riduce lo sforzo fisico e facilita gli spostamenti di chi si muove con bambini) e al 2° StainEraser, un dispositivo per la rimozione delle macchie sui vestiti, pensato per i bagni pubblici, che con una combinazione di ultrasuoni, erogazione di acqua e aspirazione fornisce un’azione di pulizia efficace, sostenibile e sicura per la pelle, evitando danni ai tessuti.

I finalisti accedono alla fase internazionale del concorso, sfidando i progetti provenienti dagli altri Paesi in cui è presente il premio. I vincitori internazionali – scelti da James Dyson in persona – saranno annunciati il 13 novembre e si aggiudicheranno il riconoscimento finale di 35.000 euro. Ai due finalisti internazionali andrà invece una somma di 5.800 euro ciascuno.

Enki: l’esoscheletro che supporta i soccorritori durante le emergenze idrogeologiche

I consumi umani e il cambiamento climatico stanno innescando eventi estremi come inondazioni e siccità, con conseguenti danni duraturi e scarsità di risorse, che in Italia vengono accentuati dalla particolare configurazione geografica del territorio.

I soccorritori si trovano quotidianamente ad affrontare sfide particolari, soprattutto nell’evacuazione di persone con disabilità motorie, e gli strumenti attualmente utilizzati – come barelle, slittini e tecniche a uno/due soccorritori – costringono gli operatori a notevoli sforzi fisici, con conseguenti numerosi infortuni.

Il team composto da Ilaria Di Carlantonio, Beatrice Bandiera Marlia, Rebecca Handley Silvestri, Claudia Alexandra Matasel, studentesse di Design del Prodotto, della Comunicazione e degli Interni presso l’Università IUAV di Venezia, si è dedicato allo studio delle tecnologie di esoscheletro attive e passive per individuare soluzioni che potessero migliorare l’efficienza e ridurre lo sforzo fisico del personale di soccorso.

Il progetto di Enki -Wearable robotics for muscular aiding si è concretizzato dopo aver raccolto informazioni direttamente dalla Protezione Civile e dalla Croce Rossa di Venezia-Mestre, oltre che dai Vigili del Fuoco di Rimini, intervenuti durante l’alluvione dell’Emilia-Romagna nel maggio 2023, da cui è emersa la necessità di design ergonomico, soluzioni tecnologiche avanzate e resistenza a condizioni ambientali difficili.

Enki è un dispositivo indossabile che aderisce al corpo tramite cinghie e fibbie, si attiva tramite comandi vocali e sensori EMG su braccia e gambe in grado di rilevare i movimenti, ed è dotato di quattro motori piatti che forniscono un supporto dinamico e proporzionale.

Un aspetto chiave del sistema è la sua interfaccia, che permette di configurare, durante la fase di produzione, parametri antropometrici come altezza, circonferenza delle spalle, del torace, della vita e delle gambe, garantendo così un esoscheletro personalizzato e perfettamente adattato alla persona.

È inoltre il primo esoscheletro progettato per operare in ambienti allagati, perché completamente impermeabile grazie al design gusci in resina stampati in 3D e sistema “sandwich” a strati con poliestere impermeabile e gomma per proteggere cavi e connessioni.

Inoltre, può essere abbinato a una luce LED, un GPS e un giubbotto di salvataggio gonfiabile idrostatico, conforme agli standard ISO 12402-3 con capacità di galleggiamento di 100 N e 150 N.

Grazie alla sua versatilità, Enki fornisce supporto ai soccorritori non solo nel sollevamento di persone con e senza problemi di mobilità, ma anche nella movimentazione di carichi generici.

L’obiettivo delle studentesse dell’Università IUAV di Venezia è quello di rendere l’esoscheletro  un dispositivo ampiamente utilizzato dai soccorritori, contribuendo a salvare vite umane e riducendo il rischio di lesioni durante le emergenze.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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