i dati dell'IFR

Nelle fabbriche di tutto il mondo lavorano 4,3 milioni di robot industriali, ma nel 2024 per l’Europa è atteso un brusco calo

Secondo il nuovo rapporto dell’International Federation of Robotics, nel 2023 le installazioni di robot a livello mondiale hanno superato ancora una volta il mezzo milione, attestandosi a 541.302 unità, dato che porta il numero totale di robot operativi nelle fabbriche globali a sfiorare i 4,3 milioni. Il 2024 si preannuncia stabile, ma non per l’Europa, dove è atteso un calo a doppia cifra. Calo che, in Italia, è iniziato già nel 2023, con installazioni diminuite del 9% rispetto al 2022 a quota 10.412 unità.

Pubblicato il 24 Set 2024

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Continua la corsa dei robot industriali: secondo gli ultimi dati dell’International Federation of Robotics (IFR), nel 2023 le installazioni hanno superato, per il terzo anno consecutivo, il mezzo milione, attestandosi a 541.302 unità, un dato sostanzialmente in linea con quello registrato nel 2022 (-2%).

Il numero di robot al lavoro nelle fabbriche di tutto il mondo arriva così a 4,28 milioni, il 10% in più rispetto al record registrato nel 2022.

Per quanto riguarda l’evoluzione delle applicazioni e dei mercati di riferimento, l’automotive torna ad essere il principale settore di applicazione, ma solo grazie al fatto che l’Elettronica è calata in maniera significativa (il 20% a livello mondiale). A crescere maggiormente (+16%) è il settore Metal e Machinery.

Per il 2024 l’IFR si attende una stabilizzazione del mercato a livello mondiale, a causa del rallentamento dell’economia mondiale. Meno favorevoli le prospettive per l’Europa, dove per il 2024 è atteso un calo a due cifre (-11%) delle nuove installazioni. Negli anni successivi ci sarà una ripresa, ma per ritornare ai livelli del 2023 occorrerà aspettare il 2027.

L’automotive torna ad essere il primo settore applicativo per i robot industriali

Tra le tendenze evidenziate dal rapporto World Robotics 2024 vi è il ritorno, dopo diversi anni, dell’automotive come principale settore di applicazione. Un dato che, tuttavia, non è frutto di una crescita delle applicazioni robotiche in funzione in questo settore (che sono stabili rispetto allo scorso anno), ma di una tenuta superiore rispetto ad altri.

Più nel dettaglio, le nuove installazioni di robot sono drasticamente diminuite nel settore dell’elettronica (-20% rispetto al 2022) che da diversi anni deteneva il primato del settore con più robot in utilizzo.

In calo, anche se in forma più contenuta, le installazioni nei settori della plastica e dei prodotti chimici (-5%) così come per il Food (-3%).  Le installazioni, come anticipato, crescono solo nel settore dei metalli e dei macchinari, dove il 2023 ha fatto registrare un aumento del 16%.

Per quanto riguarda le applicazioni a cui vengono indirizzati i robot industriali, la prima resta la movimentazione, che registra una crescita del 5%, seguita dalla saldatura, che torna in seconda posizione (+5%) a svantaggio dell’assemblaggio – che nel 2022 era stata la seconda applicazione per robot installati – che registra una perdita del 22%.

Frenano, per la prima volta, le installazioni dei cobot

Altra novità riguarda le installazioni dei robot collaborativi (cobot) che, dopo il boom registrato nel 2022 – quando le installazioni erano cresciute del 31% –, segnano nel 2023 una flessione del 2%.

Si interrompe così un trend di crescita che aveva caratterizzato il mercato dei collaborativi per diversi anni.

Nonostante questo, la crescita del mercato dei collaborativi negli ultimi anni è stata significativa e anche nel 2023 i cobot hanno rappresentato il 10% di tutto il mercato.

Un fattore trainante per la crescita del mercato è l’adozione da parte delle piccole e medie imprese, che vedono nella robotica collaborativa una tecnologia di automazione flessibile, versatile e con ridotte barriere di accesso.

I mercati

La Cina si conferma il principale mercato mondiale

Anche nel 2023 la Cina si è confermata di gran lunga il più grande mercato mondiale: le 276.288 nuove installazioni registrate nel paese hanno infatti rappresentato il 51% delle installazioni globali. Un risultato che rappresenta il secondo dato più alto di sempre, dopo il record delle 290.144 unità del 2022.

La quota dei produttori cinesi nel mercato domestico è cresciuta considerevolmente dal 2022, raggiungendo il 47% nel 2023. Negli ultimi dieci anni, tale quota è oscillata intorno al 28%.

Per quanto riguarda lo stock operativo, nel 2023 era appena sotto il segno di 1,8 milioni di unità, dato che rende la Cina il primo e unico paese al mondo con uno stock di robot così grande.

Per quanto concerne l’andamento del mercato nei prossimi mesi, si prevede che la domanda di robot accelererà nella seconda metà del 2024, contribuendo a un mercato più stabile entro la fine dell’anno.

A lungo termine, c’è ancora un grande potenziale di crescita nella manifattura cinese – che sta puntando proprio sulla robotica come motore di crescita economica –, con un potenziale di crescita annuale media del 5-10% fino al 2027.

In Giappone le nuove installazioni diminuiscono dopo due anni di forte crescita

Il Giappone è rimasto il secondo mercato mondiale per i robot industriali, dietro la Cina. Le installazioni di robot hanno raggiunto le 46.106 unità nel 2023, in calo del 9%. Una frenata che arriva dopo due anni di crescita intensa, dopo il record del 2018 (55.240 unità) e il dato del 2022 (50.435 unità), il secondo più alto mai registrato.

Guardando ai prossimi mesi, l’IFR prevede  che la domanda di robot rimarrà stagnante nel 2024 ma si riprenderà nel 2025 e negli anni successivi a tassi medi e alti a una cifra.

Il mercato coreano è in stallo, mentre quello indiano cresce vertiginosamente

Il mercato dei robot industriali nella Repubblica di Corea è in una fase di stallo: le installazioni hanno raggiunto le 31.444 unità nel 2023, in calo dell’1% rispetto all’anno precedente. Il paese è stato il quarto mercato di robot più grande al mondo in termini di installazioni annuali, dopo gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina.

L’India è una delle economie emergenti asiatiche in più rapida crescita. Le installazioni di robot sono aumentate del 59% a 8.510 unità nel 2023, un nuovo record.

La domanda proveniente dall’industria automobilistica è aumentata a 3.551 unità, un incremento del 139%. Sia i produttori di automobili che i fornitori hanno contribuito a questo sviluppo.

Le installazioni di robot negli Usa

Le installazioni di robot nelle Americhe hanno superato le 50.000 unità per il terzo anno consecutivo: nel 2023 sono state installate 55.389 unità, solo l’1% in meno rispetto al livello record raggiunto nel 2022.

Gli Stati Uniti, il più grande mercato regionale, hanno rappresentato il 68% delle installazioni nelle Americhe nel 2023. In questo mercato, le installazioni di robot sono diminuite del 5%, raggiungendo le 37.587 unità (la terza cifra record più alta dopo il 2022 e il 2018).

La domanda dell’industria automobilistica è diminuita del 15% a 12.421 unità, in linea con la media dell’ultimo decennio. Le installazioni nell’industria dei metalli e delle macchine sono aumentate dell’8% a 4.171 unità, mentre installazioni nell’industria elettrica/elettronica degli Stati Uniti sono rimaste stabili a 3.900 unità (+1%).

In Europa il mercato dei robot industriali è cresciuto più che in Cina, ma ci sono ombre all’orizzonte

L’analisi dei dati europei evidenzia alcune possibili criticità, nonostante i dati positivi del 2023. Lo scorso anno, infatti, le installazioni di robot industriali in Europa sono aumentate del 9% a un nuovo record di 92.393 unità, con l’Unione Europea che ha contribuito alle nuove installazioni per l’80%.

Nel 2023, la crescita è stata fortemente trainata dall’industria automobilistica che investe in paesi tradizionalmente forti nella produzione di automobili come la Spagna (5.053 unità, +31%) ma anche in mercati più piccoli come la Slovacchia (2.174 unità, +48%) o l’Ungheria (1.657 unità, +31%).

La crescita in Europa è stata fortemente trainata dall’industria automobilistica, dove le installazioni hanno raggiunto 25.508 unità (+32%). La domanda è provenuta da paesi tradizionalmente forti nel settore automobilistico come la Germania (9.190 unità, +29%) e la Spagna (2.341 unità, +142%), così come da mercati più piccoli: ad esempio, le installazioni di robot in Slovacchia hanno raggiunto un nuovo record con 1.635 unità installate, con un aumento del 61% (quattro volte in più rispetto al 2021).

Le installazioni nell’industria dei metalli e delle macchine hanno raggiunto 18.737 unità. Dato che, nonostante la flessione dell’1%, rappresenta comunque il secondo miglior risultato registrato dal 2018. L’industria elettrica ed elettronica ha registrato 6.036 unità, con un aumento dell’8%.

Le installazioni in Germania, il più grande mercato europeo e l’unico europeo tra i primi cinque mondiali, sono aumentate del 7% a 28.355 unità. Una crescita che, spiega la Presidente dell’IFR Marina Bill, è da attribuire allo slittamento di alcuni progetti che erano stati messi in pausa dopo la pandemia e che sono stati completati lo scorso anno.

Le installazioni nel secondo mercato europeo più grande, l’Italia, sono diminuite del 9% a 10.412 unità dopo il record registrato nel 2022. Il terzo mercato europeo più grande, la Francia, è diminuito del 13%, con 6.386 nuove unità.

In controtendenza anche il Regno Unito, dove le installazioni di robot industriali sono aumentate del 51% a 3.830 unità nel 2023. L’investimento è stato guidato dalle installazioni nell’industria automobilistica, principalmente per compiti di assemblaggio.

Per il 2024 stabilità in vista (ma non per l’Europa)

Nei prossimi mesi l’IFR si attende una stabilizzazione del mercato dei robot industriali, con le installazioni che si dovrebbero attestarsi intorno le 541.000 unità. A pesare sull’evoluzione del mercato, oltre allo scenario economico negativo, sono le tensioni geopolitiche e le difficoltà di approvvigionamento, che continueranno a spingere molte aziende ad adottare politiche di reshoring.

Dopo un 2024 di crescita zero, il mercato dovrebbe tornare a crescere a livello mondiale nel 2025. Più incerte e meno rosee le previsioni per l’Europa, dove l’IFR si attende un calo considerevole delle applicazioni nel 2024. 

A pesare sarà anche la fine di alcuni piani e politiche volte a incentivare l’adozione di tecnologie avanzate, con scadenza nei prossimi mesi. Inoltre, la guerra in Ucraina, la politica monetaria restrittiva e la relativa debolezza dell’industria automobilistica europea rispetto a quella cinese stanno frenando gli investimenti.

D’altro canto, c’è ancora molto supporto politico per gli investimenti nell’Industria 4.0 e la transizione verso la neutralità carbonica, così come la regionalizzazione delle catene di approvvigionamento, stanno fornendo un impulso.

Il segmento emergente della robotica a basso costo mira a nuovi segmenti di clienti che non hanno ancora utilizzato robot.

Si prevede che le installazioni in Europa aumenteranno nuovamente a partire dal 2025. Tuttavia, le previsioni dell’IFR parlano di una diminuzione delle installazioni in Europa dell’11% al 2024, mentre per il periodo 2024-2027 è prevista una crescita media del 3% che non sarà quindi in grado di compensare quanto perso fino, appunto, al 2027.

I trend tecnologici e di mercato che guideranno l’evoluzione dei robot industriali

I trend che caratterizzano l’evoluzione dell’offerta di robotica industriale individuati dall’IFR sono:

  • AI e machine learning. L’evoluzione di queste tecnologie e la loro integrazione alla robotica ha già permesso di creare nuove applicazioni. L’IFR prevede il proseguimento e il rafforzamento di questo trend
  • aumento delle applicazioni per i robot collaborativi, guidata anche dalla crescente adozione da parte delle PMI
  • la crescita delle applicazioni dei manipolatori mobili, che offrono nuovi casi d’uso quando le attività di trasporto e movimentazione devono essere automatizzate congiuntamente da un dispositivo all’altro
  • robot sempre più parte dell’ambiente virtuale di fabbrica e quindi connessi ai digital twin, per un funzionamento e una manutenzione ottimizzata
  • l‘ascesa dei robot umanoidi. I progressi della ricerca in questo campo consentiranno di esplorare nuove applicazioni

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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