Fluid Wire Robotics, start-up innovativa che ha progettato un braccio robotico manipolatore adatto ad applicazioni in ambienti ostili, ha chiuso un nuovo round di investimento da 800.000 euro grazie al sostegno di RoboIT – il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per la Robotica nato su iniziativa del Fondo TechTransfer di CDP Venture Capital insieme a Pariter Partners –, Scientifica Venture Capital e Pariter Partners.
La start-up, nata come spin-off accreditato della Scuola Superiore Sant’Anna, si pone l’obiettivo di ridefinire le modalità di progettazione dei robot per renderli adatti a qualsiasi ambiente, senza comprometterne le prestazioni.
Il progetto – che affonda le sue radici presso l’Istituto di Intelligenza Meccanica dell’ateneo pisano – è stato sviluppato sotto la supervisione del docente Marco Fontana, co-fondatore della start-up, che vanta una pluriennale esperienza in robotica e meccanica applicata.
Si tratta, quindi, di un esempio virtuoso di come la collaborazione tra impresa e università sia essenziale per il successo del trasferimento tecnologico. E lo è ancora di più in mercati, come quello robotico, con un elevato potenziale di crescita.
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Il braccio robotico di Fluid Wire Robotics che remotizza i componenti elettronici
Attualmente, adattare i robot tradizionali a contesti ambientali estremi comporta una complessità progettuale significativa e costi aggiuntivi molto elevati. Inoltre, richiede soluzioni tecniche ad hoc per ciascuna specifica situazione, limitando così la versatilità d’uso dei robot.
Il team di Fluid Wire Robotics ha, invece, progettato un braccio manipolatore completamente elettrico e modulare, in grado di operare in condizioni estreme, ad esempio sotto radiazioni, nel vuoto, ad alte temperature, sott’acqua o in aree considerate troppo pericolose per gli operatori umani.
La sua peculiarità risiede nella capacità di garantire un’intrinseca ed elevata affidabilità eliminando tutti i componenti elettrici ed elettronici (motori, sensori, ecc.) – tradizionalmente collocati all’interno della struttura del braccio – posizionandoli, invece, in una scatola esterna remotizzabile.
La potenza viene, quindi, trasferita dalla scatola esterna ai giunti del robot tramite i “Fluid Wires”, che sono specifici sistemi di trasmissione a fluido basati su una tecnologia proprietaria.
Questo, oltre a rendere il braccio estremamente leggero, rapido e in grado di esercitare forze programmabili con grande accuratezza, fa sì che sia “una struttura vuota”, ovvero priva di componenti che possono innescare esplosioni, essere danneggiati dalle radiazioni o essere soggetti a problemi di surriscaldamento.
Fluid Wire Robotics: innovazione e sviluppo di robot per ambienti estremi
La missione di Fluid Wire Robotics è superare i confini che limitano i campi di utilizzo della robotica stabilendo il nuovo standard di progettazione di robot per ambienti estremi.
La start-up si focalizzerà in primis sullo sviluppo e commercializzazione del braccio robotico per il settore nucleare e per lo spazio, fino ad affrontare successivamente ambienti subacquei e ambienti a rischio di esplosione.
“La tecnologia sviluppata da Fluid Wire Robotics spinge in maniera significativa la robotica negli ambienti estremi, diventando abilitatrice di nuove soluzioni all’interno di filiere complesse come quelle dell’energia nucleare. Questo è il tipo di iniziative al centro dell’attività del Polo RoboIT, volte a far emergere progetti dall’impatto di lungo termine, sviluppati dalle eccellenze della ricerca italiana”, commenta Claudia Pingue, Responsabile fondo Technology Transfer di CDP Venture Capital.
“Siamo entusiasti che RoboIT, Pariter Partners e Scientifica Venture Capital abbiano creduto nella visione di Fluid Wire Robotics e abbiano scelto di affiancarci nella sfida di dar vita a una nuova generazione di robot,” aggiunge Marco Bolignari, CEO e Co-Founder di Fluid Wire Robotics.
“Questo investimento ci proietta verso uno sviluppo tecnologico accelerato, che porterà presto i nostri robot ad operare negli ambienti più estremi del nostro pianeta e non solo. Ci poniamo infatti come una piattaforma tecnologica abilitante, capace di fornire soluzioni robotiche rivoluzionarie, sostenibili e affidabili a supporto delle principali sfide tecnologiche che stanno affrontando i settori dell’energia nucleare, dell’esplorazione sottomarina e della robotica spaziale”, conclude.