L’acquisizione a fine 2015 di Adept, l’azienda statunitense specializzata nello sviluppo di soluzioni robotiche, ha rappresentato per Omron un vero e proprio punto di svolta dal punto di vista strategico e di posizionamento sul mercato. Un cambio di passo di cui vedremo i veri sviluppi soltanto a partire dal 2019.
Ne è convinto Eduardo De Robbio, 40 anni, ingegnere napoletano specializzato in sistemi di controllo e robotica, in forze alla Omron dal 2007 e da tre anni a San Ramón, nella Silicon Valley in California, nelle vesti di Director Global Marketing Robotics di Omron Adept Technologies. “Intelligenza artificiale e robotica sono le due principali priorità strategiche per l’azienda”, spiega. “Sulle attività di ricerca e sviluppo su questi temi, portate avanti nei laboratori giapponesi e qui negli stati uniti – ma anche in Europa – Omron sta investendo tantissimo”.
Indice degli argomenti
Le tre “i”: intelligente, integrata e interattiva
Da qualche anno Omron sta lavorando sotto le insegne della “i-automation”, un approccio che nasce dall’unione di tre “i”, quelle di un’automazione che sia intelligente, integrata e interattiva.
“Questo approccio – spiega De Robbio – si rifletterà anche nell’offerta robotica di Omron, che già si è rinnovata in questi ultimi anni e che dal prossimo anno entrerà in una nuova fase. I nostri prodotti, siano essi gli Scara, i robot paralleli, gli antropomorfi o i robot mobili autonomi, saranno tutti intelligenti, cioè in grado di generare ed elaborare dati, integrati, parte di un ecosistema governato da un unico software di programmazione, e interattivi, cioè in grado di comunicare con immediatezza con l’operatore”.
Next step: lo Scara i4
Il prodotto che aprirà la nuova era sarà lo Scara i4, di cui vi abbiamo fornito un’anticipazione in occasione del pre-lancio avvenuto lo scorso maggio alla fiera Automatica. “Oltre a offrire tutte le migliori caratteristiche tecniche in termini di performance, questo prodotto è rivoluzionario per diverse ragioni. In primo luogo perché è il primo robot industriale interattivo. È infatti dotato di un doppio sistema di segnalazione visiva nei confronti dell’operatore: un elemento basato sul colore dell’illuminazione – un po’ come accade già nei nostri robot mobili – per attirare l’attenzione dell’operatore e un display a bordo tramite il quale è possibile accedere alle informazioni diagnostiche fondamentali”, spiega De Robbio.
“Altro elemento esclusivo è il fatto che il controllore si trova integrato nello chassis del robot e non richiede quindi un quadro separato, con grande vantaggio in termini di semplicità di integrazione nelle linee. Last, but not least, sia il controllore dell’i4 che il terminale del gripper sono dotati di comunicazione EtherCat. Questo significa che è possibile controllare il gripper sia dal controllore del robot sia direttamente dal PLC”.
L’i4 – aggiungiamo – inaugurerà anche un nuovo corso cromatico, che vedrà i robot Omron tingersi di nero e argento. “Da Italiano – scherza De Robbio – non ho voluto scendere a compromessi nemmeno sul design”.
Gli ambiti applicativi d’elezione di questo robot saranno ovviamente le operazioni di assemblaggio in ambito elettronico. Con l’i4, però, la proverbiale precisione e ripetibilità dello Scara potrà trovare anche nuovi sbocchi applicativi. “La capacità di supportare carichi fino a 15 kg, tre volte di più rispetto alla precedente generazione, aprirà anche nuovi scenari in settori come, ad esempio, l’automotive”, aggiunge De Robbio.
I robot mobili
Sulle caratteristiche dei robot mobili di Omron abbiamo già parlato in questo articolo, che vi suggeriamo di leggere. Con De Robbio abbiamo però voluto sapere di più sull’evoluzione di questa gamma di robot.
“I nostri robot mobili sono dei prodotti industriali che stanno riscuotendo grandissimo successo”, spiega De Robbio. “In questo settore stiamo triplicando il fatturato anno dopo anno e siamo convinti che, entro il 2020, la robotica mobile rappresenterà il 50% del valore di tutta la robotica. Per supportare questa crescita naturalmente stiamo lavorando sodo. La gamma crescerà significativamente per ampliare il già grande ventaglio di applicazioni. Ci concentreremo, in particolare, su prodotti che possano supportare carichi superiori. A oggi, infatti, i nostri LD possono trasportare carichi fino a 90 kg (o fino a 135 con l’ausilio di un carrello)”. Ma le novità saranno soprattutto in ambito software. “Quello che sta succedendo è che le aziende che provano uno dei nostri Autonomous Intelligent Vehicle iniziano a chiedercene subito degli altri. La sfida allora si sposta sul piano del software ed è qui che vedrete le maggiori novità per quanto riguarda i sistemi di Fleet Management”.
I robot collaborativi e la partnership con Techman
L’acquisizione di Adept non è però l’unico elemento della “svolta” di Omron sulla Robotica. È di quest’anno infatti la notizia di un importante accordo di collaborazione tra Omron e la taiwanese Techman. “Questa è veramente una collaborazione strategica che agisce su tre assi”, spiega De Robbio. “Il primo è un livello commerciale che ci permette, già dalla seconda metà di quest’anno, di commercializzare i robot collaborativi Techman esistenti, con un logo co-branded, andando così a completare la nostra offerta. Si tratta di prodotti molto interessanti che uniscono la semplicità alla completezza di funzioni, anche grazie alla caratteristica unica dell’integrazione della visione nel braccio. Il secondo livello è lo sviluppo di una soluzione ibrida che vedrà un braccio Techman salire a bordo di un robot mobile Omron per offrire una soluzione davvero innovativa. Il terzo e ultimo asse è quello più importante: le due aziende collaboreranno allo sviluppo della nuova generazione di robot collaborativi, che vedrà la luce tra qualche anno”.