La robotica italiana fa il pieno di “sì” a Italia’s Got Talent

Due robottini umanoidi teleguidati da ricercatori dell’IIT, l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, hanno fatto l’en plein a Italia’s Got Talent, il programma in onda su Sky, e si sono aggiudicati ben cinque “sì” della giuria. L’esibizione in un contesto così popolare è stata anche un modo di rendere più popolare una tecnologia troppo spesso associata solo al duello con l’uomo per la lotta all’occupazione.

Pubblicato il 27 Gen 2022

IIT


Alla fine BluEgo e AlterEgo, i due robottini umanoidi dell’IIT, l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, hanno fatto l’en plein e si è si è aggiudicato ben cinque “sì” della giuria di Italia’s Got Talent, il programma in onda su Sky che giudica il talento dei concorrenti.

E in effetti i due robot sviluppati dal gruppo Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation dell’IIT, coordinato da Antonio Bicchi, di talento ne hanno da vendere.

Nei 100 secondi canonici della prova, infatti, i due “avatar” teleguidati in realtà virtuale da due ricercatori dell’Istituto, Grazia Zambelli e Gianluca Lentini, si sono sfidati nell’apertura di un portellone che conteneva un mezzo di rose da donare alla conduttrice.

La vittoria, per la cronaca, è andata al robottino blu, ma questo naturalmente importa poco. L’esibizione è invece stata una buona occasione per dimostrare a un pubblico molto vasto lo stato dell’arte della robotica e le opportunità che questa tecnologia può offrire. 

Sul palco di Italia’s Got Talent, infatti, Manuel Catalano e Maria Fossati, rispettivamente ricercatore e designer dell’Istituto Italiano di Tecnologia, hanno spiegato le opportunità che i robot “AlterEgo” – questo il nome ufficiale del progetto – possono offrire per aiutare o sostituire l’uomo, operando da remoto, in operazioni pericolose come il sopralluogo di edifici fortemente danneggiati dopo un terremoto, ma anche nelle corsie di ospedale, o in ambienti domestici.

Ma l’esibizione in un contesto così popolare è stata anche un modo di rendere più popolare una tecnologia troppo spesso associata solo al duello con l’uomo per la lotta all’occupazione.

AlterEgo è stato sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dal Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa. Si tratta di un robot avatar, comandato a distanza, che si comporta come un alter ego degli umani per portare assistenza in remoto, per esempio in periodi come questi in cui l’essere vicini ci espone al rischio di contagio, o per esplorare territori pericolosi, come luoghi colpiti da terremoti. 

AlterEgo è un umanoide telecomandato da un operatore che grazie a dispositivi di controllo immersivi (come un visore e un joystick) riesce a vedere attraverso gli occhi del robot e a utilizzarne le mani poli-articolate.

Il robot si muove su ruote, è alto circa 140 cm e per interfacciarsi con il mondo utilizza le mani robotiche SoftHand (che Maria Fossati contribuisce a progettare e a testare), in grado di aprire maniglie e prendere oggetti attraverso controlli molto semplici e grazie all’applicazione dei principi della Soft Robotics. Non è un caso che ai quattro membri della giuria di Italia’s Got Talent fosse affiancata, in quel momento, l’atleta paralimpica Bebe Vio.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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