In 5 anni la densità dei robot nell’industria è quasi raddoppiata

I dati diffusi dall’IFR relativi al rapporto del 2021 sul mercato della robotica mostrano che l’adozione nell’industria sta crescendo a ritmi elevati. Infatti, la densità (ossia le unità di robot istallate ogni 10.000 lavoratori) è quasi raddoppiata rispetto ai dati del 2015.

Pubblicato il 14 Dic 2021

carta delle idee della robotica collaborativa

La densità dei robot istallati nel mondo è quasi raddoppiata: è quanto confermano i dati dell’IFR, la Federazione Internazionale della Robotica, relativi ai robot istallati ogni 10.000 impiegati.

I dati, che forniscono un ulteriore approfondimento rispetto ai dati di mercato rilasciati lo scorso 28 ottobre, mostrano infatti che l’uso dei robot industriali nelle fabbriche di tutto il mondo sta accelerando ad un ritmo elevato.

La media della densità globale dei robot nelle industrie manifatturiere è infatti di 126 ogni 10.000 lavoratori, quasi il doppio rispetto a cinque anni fa (nel 2015 erano 66 unità).

La densità maggiore si registra nell’area dell’Asia/Australia (134 unità), mentre in Europa è di 123 unità e nelle Americhe di 111 unità. Corea del Sud, Singapore, Giappone, Germania e Svezia sono i cinque Paesi più automatizzati al mondo.

I dati dell’Asia

La crescita della densità di robot istallati in rapporto alla forza lavoro è più dinamica in Cina dove il tasso di densità è passato da 49 unità nel 2015 a 246 unità nel 2020. Oggi, la densità di robot della Cina è al 9° posto a livello globale, rispetto al 25° di appena cinque anni fa.

L’Asia è anche la regione dove si trova il Paese con la più alta densità mondiale di robot nell’industria manifatturiera: la Repubblica di Corea, che detiene questa posizione dal 2010, con una densità di robot che supera di sette volte la media globale (932 unità per 10.000 lavoratori).

In questo Paese, la densità dei robot è aumentata in media del 10% ogni anno dal 2015. Con la sua industria elettronica riconosciuta a livello mondiale e una distinta industria automobilistica, l’economia coreana si basa sulle due maggiori aree di applicazione dei robot industriali.

Singapore occupa il secondo posto, con un tasso di 605 robot per 10.000 dipendenti nel 2020 e una crescita di densità media annua del  27% dal 2015.

Il Giappone si classifica terzo registrando, nel 2020, 390 robot installati per 10.000 dipendenti nell’industria manifatturiera.

Il Giappone è il principale produttore mondiale di robot industriali: la capacità produttiva dei fornitori giapponesi ha raggiunto 174.000 unità nel 2020 e i produttori giapponesi contribuiscono alla fornitura globale di robot per il 45%.

La densità di robot nel Nord America

Negli Stati Uniti, la densità dei robot è passata da 176 unità nel 2015 a 255 unità nel 2020. Il Paese è al settimo posto nel mondo, davanti a Taipei cinese (248 unità) e alla Cina (246 unità).

Il dato è frutto dell’ondata di modernizzazione degli impianti di produzione nazionali, che ha aumentato le vendite di robot nel Paese. Non solo: i robot industriali sono strategici anche per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, ad esempio nella produzione efficiente in termini di costi di pannelli solari e nella transizione verso veicoli elettrici.

Diverse case automobilistiche hanno annunciato investimenti per attrezzare ulteriormente le loro fabbriche per nuovi modelli di auto a trazione elettrica o per aumentare la capacità di produzione delle batterie. Questi grandi progetti spingeranno ulteriormente la domanda di robot industriali nei prossimi anni.

Europa

Il Paese più automatizzato dell’Europa è la Germania, che si posiziona al 4° posto nella classifica mondiale, con 371 unità istallate ogni 10.000 lavoratori.

La fornitura annuale tedesca rappresenta una quota del 33% delle vendite totali di robot in Europa 2020, con il 38% dello stock operativo europeo che è situato in Germania. Dati che mostrano una ripresa dell’industria robotica tedesca,  guidata principalmente da una forte attività all’estero, piuttosto che dal mercato interno o europeo.

Secondo le attese dell’IFR per i prossimi mesi, la domanda di robot in Germania dovrebbe crescere lentamente, sostenuta principalmente dalla domanda di robot a basso costo nelle industrie generali e al di fuori della produzione tradizionale.

La Francia si posiziona, invece, al 16° posto nel mondo, con una densità di robot di 194 unità. Un numero che è ben al di sopra della media globale di 126 robot e relativamente simile a quella di altri paesi dell’Ue, come Spagna (203 unità), Austria (205 unità) o Paesi Bassi (209 unità).

Altri Paesi europei, come Svezia (289 unità), Danimarca (246 unità) e l’Italia (224 unità), hanno un grado di automazione significativamente più alto nel segmento manifatturiero.

Al di sotto della media mondiale si posiziona invece il Regno Unito, con una densità di robot di 126 unità inferiore alla media: con 101 unità istallate per 10.000 lavoratori, si posiziona infatti al 24° posto.

La densità è comunque in crescita rispetto a cinque anni fa, quando era di 71 unità. La crescita è stata spinta dalla Brexit e in particolare dall’esodo di manodopera straniera verificatosi dopo che il Paese ha lasciato l’Ue, che ha aumentato la domanda di robot nel 2020.

Una situazione che, stima l’IFR, continuerà anche nel prossimo futuro. Inoltre, il processo di modernizzazione dell’industria manifatturiera britannica sarà anche spinto da massicci incentivi fiscali, quali la “super-deduzione”.

Si tratta di un meccanismo che permette alle aziende di richiedere, da aprile 2021 fino a marzo 2023, il 130% delle detrazioni di capitale come agevolazione fiscale per gli investimenti in impianti e macchinari.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 2