Il 35% del valore dei robot industriali deriva da servomotori, servoazionamenti e riduttori

Secondo un nuovo rapporto di Interact Analysis, nel 2022 le vendite di servomotori, servoazionamenti e riduttori di precisione utilizzati nei robot industriali hanno rappresentato più di un terzo (il 35%) del valore dei robot industriali. Il rapporto, che sarà pubblicato nel corso di questo mese, evidenzia anche alcune tendenze del mercato dei robot industriali, come la crescita dell’utilizzo degli attuatori per giunti robotici, trainata dalla diffusione della robotica collaborativa e dalla riduzione del prezzo dell’hardware.

Pubblicato il 08 Giu 2023

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Nel 2022 le vendite di servomotori, servoazionamenti e riduttori di precisione utilizzati nei robot industriali hanno rappresentano più di un terzo (il 35%) del mercato globale dei robot industriali: è quanto emerge da un nuovo rapporto di Interact Analysis, azienda specializzata in indagini di mercato.

Basato su cinque anni di ricerca sul mercato globale dei robot industriali, il rapporto di mercato “Components in Industrial Robots” sarà pubblicato nel giugno 2023 e fornirà un approfondimento sui ricavi derivati da ciascun componente utilizzato nei robot industriali nel 2022, oltre a riportare alcuni dati inerenti al mercato globale. Verranno inoltre analizzate le tendenze associate agli attuatori combinati.

I riduttori rappresentano il 14% della spesa

La ricerca mostra che il mercato dei servomotori, dei servoazionamenti e dei riduttori di precisione utilizzati nei robot industriali ha rappresentato il  35% delle vendite totali di robot industriali.

La quota maggiore è stata rappresentata dai riduttori, che hanno raggiunto il 14% delle vendite di mercato, mentre le vendite di servomotori e riduttori si sono attestate rispettivamente all’11% e al 10%.

Inoltre, si stima che i ricavi dei controllori hanno rappresentato l’8% delle vendite di robot industriali. Al contrario, le vendite di “teach pendant”, che possono essere “condivisi” tra più robot collegandoli e scollegandoli con diversi controllori, hanno pesato solo per il 4% sulle performance del mercato.

Il fatturato degli “encoder extra” è stato pari all’1% delle vendite di robot industriali e si riferisce alla configurazione a doppio encoder presente soprattutto nei robot collaborativi e in alcuni robot Scara per ottenere una maggiore precisione.

A livello globale, le vendite di questi componenti hanno contribuito per il 48% alle vendite di robot industriali nel 2022, mentre il restante 52% è stato rappresentato dai costi per l’alloggiamento dei robot, i cablaggi, altre spese come quelle di R&S e di vendita e i margini dei venditori di robot.

Le cifre variano in base al tipo di robot e al carico utile

I robot articolati hanno rappresentato oltre il 60% della produzione globale di robot industriali e i riduttori di precisione utilizzati in questo tipo di robot il 16% del fatturato totale, una quota molto più alta rispetto al 6%-8% degli altri tipi di robot.

Ciò è dovuto principalmente al fatto che i robot articolati possono avere carichi utili molto elevati, per i quali i riduttori utilizzati sono costosi. Ad esempio, per i robot articolati con un carico utile inferiore a 10 kg, i riduttori rappresentano solo il 9% del fatturato dei robot nel 2022.

Per i robot articolati con un carico utile di 10-80 kg, invece, vengono solitamente impiegati da tre a sei costosi riduttori cicloidali e, inoltre, gli ingranaggi a onde di deformazione utilizzati sono anche di dimensioni maggiori e hanno un prezzo medio più elevato. Di conseguenza, la quota di fatturato dei riduttori di precisione utilizzati nei robot articolati di grandi dimensioni è pari al 20% delle vendite di questi robot.

Per quanto riguarda le vendite dei sensori di forza/coppia – impiegati quasi esclusivamente nei robot industriali e collaborativi articolati, installati all’estremità del braccio robotico – si sono attestate all 2% del fatturato di questo tipo di robot, mentre nei robot collaborativi la quota rispettiva era del 13%. Questo perché l’utilizzo dei sensori di forza/coppia nei robot articolati è stato significativamente inferiore a quello dei robot collaborativi, sebbene il loro carico utile complessivo e il loro prezzo siano più elevati nei robot articolati.

Il tasso di penetrazione e il prezzo medio dell’hardware per la visione artificiale non sono legati al carico utile, ma dipendono invece dai tipi di robot e dalle applicazioni. Nel complesso, i ricavi dei componenti di visione industriale utilizzati con i robot delta e Scara hanno raggiunto la quota più alta delle vendite di robot nel 2022, perché questi due tipi di robot sono spesso utilizzati per applicazioni di pick and place, dove l’uso della tecnologia di visione industriale è comune.

La robotica collaborativa traina la crescita del mercato degli attuatori per giunti robotici

All’interno del mercato dei componenti per robot collaborativi, il mercato degli attuatori combinati sta crescendo rapidamente. Essendo un prodotto altamente integrato, gli attuatori combinati possono includere tutti i componenti chiave che costituiscono un giunto per robot collaborativi, come un motore senza telaio, un riduttore a onde di deformazione, doppi encoder, un freno e talvolta anche un servoazionamento e un sensore di coppia del giunto.

Gli attuatori combinati sono compatti e soddisfano la richiesta di leggerezza dei robot collaborativi. Inoltre, i componenti di un attuatore sono ben abbinati tra loro, per cui funzionano bene in combinazione e possono ottenere buone prestazioni.

Per gli OEM di robot, questi prodotti integrati possono essere utilizzati direttamente come giunti per robot collaborativi. Ciò consente di risparmiare notevoli risorse nella selezione dei componenti e nello sviluppo dei giunti robotici, permettendo ai produttori di robot di concentrarsi sulla ricerca e sviluppo orientata alle applicazioni.

La crescita del mercato degli attuatori combinati è guidata da due fattori importanti. Il primo è la crescente base di clienti costituita dalle aziende emergenti di robot collaborativi. Queste aziende preferiscono gli attuatori, perché la soluzione integrata riduce significativamente le barriere all’ingresso nel mercato e i tempi e i costi di ricerca e sviluppo.

Al contrario, i principali OEM di robot collaborativi dispongono di un know-how avanzato in materia di giunti robotici e quindi generalmente acquistano componenti separati e producono gli attuatori internamente. Nel complesso, il potenziale di vendita degli attuatori combinati ai principali fornitori di robot collaborativi o al mercato altamente consolidato dei robot industriali è limitato.

Il secondo fattore è la diminuzione dei prezzi. Il prezzo medio degli attuatori combinati è diminuito notevolmente negli ultimi anni. In Cina, alcuni produttori hanno lanciato prodotti con un prezzo di soli 500 dollari, inferiore al costo di acquisto di ciascun componente separatamente. Con la crescita del mercato dei robot collaborativi e l’emergere di nuovi operatori, ci si può aspettare che il costo e il prezzo di vendita degli attuatori combinati continui a diminuire.

Tuttavia, il mercato dei robot collaborativi sta accelerando verso il consolidamento. Oltre a cercare di vendere alle start-up di robot collaborativi, i fornitori di attuatori combinati dovranno anche enfatizzare le prestazioni dei loro prodotti rispetto all’assemblaggio di componenti separati. Queste caratteristiche potrebbero includere la compattezza, la riduzione delle vibrazioni, ecc. per rendere gli attuatori combinati più interessanti per i mercati maturi.

Il rapporto completo, che sarà pubblicato nel corso di questo mese sul sito di Interact Analysis, includerà i dati relativi alle dimensioni del mercato (vendite, unità di spedizione, prezzo medio di vendita) per i componenti chiave di cui sopra, suddivisi per tipo di robot, gamma di carico utile e regioni principali. Verrà inoltre discusso il mercato degli attuatori combinati.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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