Anche se l’ufficialità delle cifre arriverà solamente a ottobre, è ormai noto il numero di nuovi robot venduti nel mondo nel 2017: 387 mila unità, una cifra che vale un giro d’affari complessivo intorno ai 50 miliardi di dollari e che ha colto di sorpresa la stessa IFR, l’International Federation of Robotics, costretta a rivedere ben due volte le stime sui volumi delle vendite. Cifre che, in pratica, sono raddoppiate rispetto a quelle che erano le previsioni dello scorso anno e che hanno portato il mercato mondiale, trainato dai paesi emergenti, a una crescita superiore al 30%.
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La Cina, leader nella robotica, traina una crescita incredibile
“I numeri preliminari di IFR, che sono un anticipo di quanto sarà ufficializzato nel prossimo mese – spiega Domenico Appendino, presidente di SIRI, l’associazione italiana di robotica e automazione -, vedono un forte crescita delle vendite nel mondo. I primi dati sono stati del 29%, corretto poi a salire, fino al 31%: numeri stupefacenti visto che lo scorso anno la previsione di crescita era di poco superiore al 15%”.
Una crescita guidata proprio dai paesi emergenti che hanno dato una spinta inaspettata a un mercato, comunque, in crescita. “IFR ha annunciato una previsione del 58% di crescita in Cina, che, se questi numeri saranno, come sembra, confermati, rappresenta il 35% del mercato globale, con vendite che si attestano tra i 130 e i 140 mila robot l’anno, triplicando i numeri del Giappone che mantiene il secondo posto con vendite attorno alle 50 mila unità. Un dato che stupisce visto che, solo pochi anni fa questo era un paese ininfluente per la robotica e tutto fa prevedere che diventerà a breve il paese leader nel mondo anche come numero di robot installati e non solo, come ora, di robot venduti nell’anno di riferimento”.
Automotive ed elettronica in pole position, ma cresce l’industria del metallo
In un mercato che vede una forte concentrazione delle vendite, oltre il 70% sono distribuite tra Cina, Giappone, Corea, Stati Uniti e Germania, prevale ancora il comparto dell’automotive, seguito quasi a parità di numeri dall’elettronica. “La distribuzione dei robot nel mondo, secondo questi numeri previsionali – prosegue Appendino – conferma che anche nel 2017 l’automotive ha rappresentato il settore di mercato più importante superandone il 30%, quest’anno però con una crescita leggermente superiore al 20%, quindi più bassa della media di crescita globale del mercato. L’elettronica, invece, guadagna terreno con una crescita maggiore sull’anno precedente che si avvicinerebbe al 30%, mantenendo la seconda posizione attestandosi su di un valore di poco inferiore al 30%”.
A crescere maggiormente, però è il settore del metallo che ha visto aumenti record. “Questo comparto, conferma il presidente di SIRI – nonostante abbia un valore decisamente inferioreall’automotive e all’elettronica, attestandosi intorno al 10% del mercato, sembra essere cresciuto di più rispetto agli altri due comparti. Le previsioni IFR darebbero, infatti, un aumento superiore al 50%, il doppio della media degli altri due”.
L’Italia si avvicina alla soglia degli 8 mila robot e resta seconda in Europa
Anche per quanto riguarda il nostro paese i dati della crescita confermano la tendenza mondiale. Se la previsione iniziale era di una crescita attorno al 5% il dato definitivo dovrebbe quasi quadruplicare portando a un 19%, per un totale di 8 mila unità vendute. “Un dato molto interessante – spiega Appendino – anche perché, prendendo come mercato di riferimento la Germania notiamo che questa ha avuto un aumento dell’8% mentre noi ci avviciniamo al 20%”.
Un dato che, in questo caso, non stupisce, visto che era già emerso nel corso delle varie riunioni di “sentiment” che SIRI organizza con il significativo gruppo di imprenditori del comparto che sono suoi associati e dalla statica annuale che elabora ogni anno e trasmette a IFR per l’elaborazione a statistica mondiale. “L’avvicinarsi agli 8 mila robot era un numero a noi noto, tanto che lo avevamo pubblicato da alcuni mesi su Deformazione, organo ufficiale d’informazione e media partner di SIRI. E anche la tendenza per il 2018 dai nostri ultimi incontri sembra essere positiva. Dopo alcuni anni bui, in cui la robotica ha avuto crescite contenute e anche due anni addirittura in decrescita, ora stiamo vivendo veramente una seconda giovinezza del nostro settore”.
Incentivi 4.0 e robot collaborativi nelle PMI fanno crescere l’Italia
La forte crescita del nostro paese, che si attesta all’ottavo posto mondiale sia per vendite che per densità di robot, nasce da diversi fattori. Certamente la politica di incentivazione di Industria 4.0 ha dato un forte impulso agli investimenti ma, ad allargare il mercato è stata anche la tendenza a introdurre nuove macchine. L’installazione di robot collaborativi ha, infatti, permesso di allargare il mercato portando questa nuova tecnologia non solo nelle grandi fabbriche ma anche nelle piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale del manifatturiero italiano.
“La vera novità – conclude Appendino – è stata quella di portare i robot con più facilità anche nelle aziende medio/piccole senza cambiare completamente il layout produttivo ma adeguandosi a un processo che era stato creato per l’uomo. Questo sta avvenendo ora grazie alla presenza dei robot collaborativi, battezzati cobot, che operano in sicurezza a fianco dell’uomo. I cobot sono solo una piccola parte del mercato, che vede al momento numeri ancora bassi rispetto a ciò che pensa l’immaginario collettivo, ma che sta crescendo molto e si affianca, aumentandone il totale, alla crescita dei robot tradizionali trainata dalle altre peculiarità tipiche dei robot quali la flessibilità, la riduzione dei costi che si è moltiplicata grazie agli incentivi, motivazioni importanti che hanno permesso agli imprenditori di investire maggiormente”.