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Robot, cobot e AMR: le innovazioni di Kuka per l’industria manifatturiera italiana

Intervista a Ermanno Delogu, da qualche mese alla guida di Kuka Roboter Italia. Innovazione e sostenibilità guidano le strategie dell’azienda.

Pubblicato il 03 Lug 2024

La cella di saldatura sviluppata per l'azienda Verzinkerei Sulz GmbH.

Per Kuka il 2023 è stato un anno decisamente positivo a livello globale: il fatturato del costruttore di robot ha infatti superato per la prima volta i 4 miliardi di euro, attestandosi a 4,05 miliardi, con una crescita del 4% rispetto all’anno precedente. In Italia lo scorso anno l’azienda ha fatto i conti con un mercato in forte contrazione ottenendo quindi risultati meno brillanti in assoluto, ma migliori rispetto a quanto registrato mediamente dal comparto, guadagnando così quote di mercato

L’anno scorso, inoltre, Kuka ha anche rinnovato i vertici della propria divisione robotica: Reinhold Groß è stato nominato Ceo di Kuka Roboter. Ma anche in Italia c’è stato un cambio di leadership, con l’arrivo, lo scorso autunno, di Ermanno Delogu (ex Siemens) nel ruolo di Ceo di Kuka Roboter Italia.

Delogu: “Focus su innovazione e sostenibilità”

Ai nostri microfoni Delogu si è detto convinto che l’azienda punterà sempre di più sull’innovazione, soprattutto nel campo digitale.

In Italia, a Grugliasco, l’azienda ha, da tempo, istituito il centro di competenza europeo KUKA sui sistemi di saldatura. L’obiettivo è quello di estendere le competenze del centro di competenza diventando un punto di riferimento anche alla robotica mobile, un ambito su cui la Casa di Augusta punta parecchio. L’azienda poi ha all’attivo diverse collaborazioni con istituzioni, realtà del territorio e i centri di competenza Industria 4.0.

Innovazione e collaborazioni che hanno lo scopo di “semplificare accesso dell’end user alla robotica grazie alla possibilità di rivolgersi a un unico fornitore come Kuka”, spiega Delogu.

Oltre alle innovazioni di prodotto Kuka pone anche un forte accento sulla sostenibilità. “Nel corso di questi anni abbiamo messo in campo azioni concrete a supporto della sostenibilità ambientale e sociale”, spiega Delogu. “Sul fronte green citerei i consumi fortemente ridotti di tutti i robot di nuova generazione, ma anche le iniziative in ottica di economia circolare, come ad esempio il programma di rigenerazione dei robot. Anche la sostenibilità sociale è un pilastro fondamentale: è anche in questo senso che stiamo offrendo ai nostri clienti interfacce semplificate che rendono la robotica accessibile a un pubblico più ampio. Ma il nostro impegno si estende anche oltre la proposta commerciale, con progetti educativi che puntano ad avvicinare gli studenti al mondo industriale”.

Ermanno Delogu

Robot, cobot e AMR: innovazioni a supporto dell’industria manifatturiera

Kuka può vantare una storia di 126 anni (nasce infatti nel 1898 ad Augusta, in Germania) ed è attiva in Italia da ben 41 anni. Le innovazioni che l’hanno resa un pioniere riconosciuto nell’ambito della robotica mondiale sono tante. Per citare alcuni primati, nel 1973 nasce Famulus, il primo robot industriale al mondo con sei assi azionati elettromeccanicamente; nel 2007 arriva il Titan, il primo “gigante” in grado di sollevare carichi di oltre una tonnellata; e nel 2013 nasce l’LBR iiwa il “primo robot sensibile prodotto in serie” a sette assi.

Oggi l’azienda continua a essere un pioniere nella robotica grazie alle innovazioni sviluppate nei tanti ambiti tecnologici che ormai permeano le applicazioni robotiche: dalla meccatronica al digitale, dal software per la programmazione semplificata fino all’introduzione dell’AI.

La proposta di Kuka è ampia e capillare e copre sia la robotica industriale tradizionale che quella collaborativa, a cui si è recentemente aggiunto un importante ammodernamento dell’offerta di robot mobili autonomi (AMR). Con il boom della domanda di e-commerce causata dalla pandemia, Kuka ha anche significativamente rinnovato e ampliato la propria offerta di robot Scara e Delta a cinematiche parallele.

Gli AMR

Un’area di particolare interesse è lo sviluppo degli AMR, cruciali per l’intralogistica e la logistica. Già quasi un decennio fa, Kuka aveva lanciato il KMR, un AMR con guida SLAM e un cobot a bordo. Oggi, la gamma comprende modelli avanzati come il KMP 600, 1500 e 3000 (il numero indica i kg che la piattaforma robotica è in grado di movimentare), dotati di una suite di navigazione all’avanguardia. L’interesse di Kuka verso questo tipo di prodotto, che trova applicazione in ambito intralogistico, è tale che Reinhold Groß, CEO di Kuka, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è quello di essere uno dei primi 5 produttori di robot mobili autonomi entro il 2027”.

I robot collaborativi

Nel campo dei robot collaborativi, da qualche anno Kuka ha affiancato allo “storico” LBR iiwa una nuova proposta che ha denominato LBR iisy (la cui assonanza con la parola easy non è naturalmente casuale). Si tratta di una famiglia di cobot a 6 assi con carico utile compreso tra 3 e 15 kg. Questi robot utilizzano il sistema operativo iiQKA.OS, che facilita la programmazione grazie a un’interfaccia utente semplificata, e sono parte integrante dell’ecosistema iiQKA.

Tra le caratteristiche principali dell’LBR iisy figurano la sua cura costruttiva, il livello di precisione e il fatto che i suoi bracci offrono un grado di protezione IP54: tre fattori che lo rendono un collaborativo realmente pensato per l’impiego industriale.

Dall’heritage dell’LBR iiwa è invece arrivato l’LBR Med, un cobot a 7 assi pensato per applicazioni mediche in sala operatoria, ma anche per diagnostica e riabilitazione.

I robot industriali

Tra i robot industriali, Kuka offre una scelta davvero capillare per consentire alle industrie di scegliere i modelli perfetti per ciascuna applicazione in termini di sbraccio, precisione e carico utile.

Tra le serie di maggior successo citiamo KR Agilus, KR Cybertech e KR Quantec a cui si è recentemente aggiunta la serie Iontec che sta riscontrando particolare successo in Italia perché è pensata per l’asservimento alle macchine utensili.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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