L’Intelligenza artificiale non è certo una tecnologia nata oggi, ma è ora e nei prossimi anni che ha e avrà un impatto epocale nel lavoro e nella vita quotidiana, nei sistemi di produzione e anche nella Meccatronica. L’opportunità che offre è quella di fare un grande salto in avanti rispetto a moltissime attività e imprese per come le abbiamo conosciute finora, l’incognita è allo stesso tempo la qualità e ‘l’atterraggio’ di questo salto.
Potenzialità, primi risultati e prospettive dell’Artificial intelligence (AI) nel mondo manifatturiero e industriale sono stati i temi al centro della seconda edizione degli Stati generali della Meccatronica, organizzati dalla fiera A&T in collaborazione con Confindustria Bergamo, Kilometro rosso, consorzio Intellimech e Cluster tecnologico nazionale Fabbrica Intelligente.
Un’intera giornata, ospitata al Kilometro rosso alle porte di Bergamo, dal titolo ‘Più competitività con l’intelligenza artificiale, come gestire al meglio la quinta rivoluzione industriale’, per scandagliare le nuove tecnologie e le loro applicazioni operative. Dalla meccatronica ai sistemi di simulazione, dai Digital twin agli algoritmi che permettono di migliorare produttività e performance aziendali.
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C’è ancora molto da fare per l’innovazione diffusa
“Il nostro territorio ‘allargato’ che comprende Bergamo e Brescia in ambito manifatturiero è tra i primi in Italia e in Europa, con 90 miliardi di euro di valore prodotto l’anno e con 40 miliardi di export”, rimarca Giovanna Ricuperati, presidente di Confindustria Bergamo. Ma “nell’indice di innovazione del territorio c’è ancora molto da fare e da migliorare, dato che ad esempio in Italia tra gli innovatori forti c’è l’Emilia-Romagna, mentre Bergamo e Brescia risultano innovatori ancora moderati”.
E in tema di Artificial intelligence la presidente di Confindustria Bergamo fa notare “cosa distingue l’AI dall’essere umano”, cosa significa ‘essere umano’: “significa avere consapevolezza, cioè coscienza, creatività e responsabilità”, mentre la macchina applica in maniera straordinaria le istruzioni che riceve e le conoscenze che ricava.
Dall’AI la spinta per aumentare la produttività
Da 20 anni la produttività in Italia non cresce, non migliora la produttività oraria del lavoro, mentre altri Paesi industrializzati come Stati Uniti, Germania, Francia hanno migliorato queste performance, “noi siamo fermi a vent’anni fa”, sottolinea Stefano Paleari, professore dell’Università di Bergamo e consulente per imprese e politica: “la produttività è il motore principale dei risultati aziendali e dei salari dei lavoratori”.
Il comparto della meccatronica possiede, dopo il settore della mobilità e dell’ICT, un indice piuttosto alto in termini di vocazione alla digitalizzazione. La vera sfida oggi non è soltanto quella di legare l’impresa a un modello di business ‘digital orientend’ ma è customizzare l’innovazione in funzione della dimensione, dei mercati e degli obiettivi della singola realtà produttiva. In questa direzione l’Intelligenza artificiale rappresenta la leva strategica per incrementare la produttività, consentendo alle aziende di accrescere le proprie potenzialità sul mercato nazionale e internazionale.
Essenziale una pianificazione di medio e lungo periodo
In questi scenari, “è fondamentale la capacità di re-inventarsi, di fronte alle sfide della quinta rivoluzione industriale”, osserva Paleari, “va affrontato il problema della fuga dei talenti, ed è essenziale una pianificazione di medio e lungo periodo”. Proprio ciò che in Italia manca in maniera cronica, perché la pianificazione della politica nazionale è a dir tanto quella di una Legislatura, o più spesso quella di una legge di Bilancio.
Per ridurre la fuga di cervelli all’estero, “le misure attuali non sono adeguate e sufficienti, sembra che favoriscano l’uscita, non il rientro”, sottolinea Paleari, mentre “il Cuneo fiscale va ridotto ma in maniera chirurgica, destinando risorse agli Entry level e agli under 35, altrimenti le risorse si disperdono troppo e non servono a molto”.
Il ritardo per gli incentivi all’innovazione
Secondo un recente report dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale delle imprese, oltre un’azienda italiana su 5 (22%) non sta utilizzando tecnologie di IA e non prevede di farlo; nella maggior parte dei casi (67%) il motivo sta nella mancanza di un chiaro utilizzo di business, più che rischi normativi (33%), mancanza di competenze (28%) o assenza di necessità di investire in queste tecnologie (22%).
Il ritardo del governo nei decreti attuativi per gli incentivi statali all’innovazione e per il piano Transizione 5.0 “sta avendo un contraccolpo negativo sugli investimenti delle aziende”, rileva Maurizio Marchesini, presidente di Marchesini Group, “la variabile ‘tempi’ nelle scelte d’investimento e nell’innovazione non è secondaria, ma è centrale”, e la prossima settimana “ci sarà un’ulteriore riunione al Mimit, speriamo di sbloccare la situazione”.
Nel mondo dell’automazione industriale le previsioni per il 2024 vedono un certo rallentamento degli ordini, ma “resta un cauto ottimismo”, rileva Sabina Cristini, presidente del gruppo Meccatronica di Anie Automazione, ad esempio perché “un momento di calma rispetto allo stress produttivo degli ultimi due anni può anche essere sfruttato a vantaggio dell’innovazione”. E anche la presidente del gruppo Meccatronica di Anie Automazione sottolinea: “dobbiamo guardare al medio termine, sia per ciò che riguarda i possibili sviluppi della meccatronica, sia per quelli dell’AI”.
Meccatronica, Supply chain e Digital twin
Tra le tecnologie di maggiore impatto sulla trasformazione digitale delle imprese, “l’Intelligenza artificiale ha un ruolo di primo piano, in virtù della rapidità del suo sviluppo e della possibilità di efficientare processi con un impatto diretto sulla competitività industriale”, ha osservato Gianluigi Viscardi, presidente del consorzio Intellimech, e “con questa giornata vogliamo abilitare un confronto tra imprese, con l’opportunità di scambiarci best practice e prospettive”.
Nel pomeriggio è stato dato spazio a diversi tavoli di lavoro tecnici, con l’obiettivo di connettere esperienze e saperi industriali con indirizzi di sviluppo strategico della meccatronica, con particolare riferimento alla sostenibilità della Supply chain, alla relazione ‘Intelligenza umana-artificiale’ a supporto del consolidamento della conoscenza e della cooperazione uomo-macchina nei sistemi di produzione ad alta efficienza (sistemi intelligenti), e al Digital twin per la predizione delle prestazioni e la gestione operativa di sistemi produttivi e logistici ad alta flessibilità.
A&T per un nuovo modello di fiera, vicina alle aziende
In questo quadro, anche i prossimi appuntamenti di A&T, la manifestazione fieristica dedicata all’innovazione e alle tecnologie d’avanguardia dell’industria manifatturiera italiana che anche nel 2024 raddoppierà con due edizioni: alla tre giorni di Torino, presso l’Oval Lingotto dal 14 al 16 febbraio, si aggiunge quella del Nord-Est, in programma dal 6 all’8 novembre, presso il quartiere fieristico di Vicenza.
“Cercheremo di dare delle risposte concrete centrate sul tema dell’AI, ormai indispensabile per essere competitivi”, fa notare Luciano Malgaroli, Ceo di A&T, perché “bisogna approfondire il ‘cosa fare’ e il ‘come farlo’, anche attraverso un nuovo modello di fiera, molto vicino alle esigenze concrete delle aziende”. Nello spazio fieristico torinese di 20mila metri quadri di tecnologie, con oltre 400 aziende espositrici, ci sarà anche una ‘Casa dell’intelligenza artificiale’ grande mille metri quadri, un’area per convegni e testimonianze di innovazione, e un’altra area per il networking. Tra le novità, una nuova linea di produzione Fanuc, che integra in maniera inedita automazione e intelligenza artificiale.