Si chiama LBR iiwa il robot collaborativo (cobot) di Kuka che strizza l’occhio alla sicurezza e stringe la mano all’operatore. Lanciato ormai diversi anni fa, il collaborativo Kuka è stato migliorato nel corso degli anni grazie alla collaborazione del Costruttore tedesco con i dipartimenti di ricerca e sviluppo di università e aziende clienti. Oggi siamo alla quarta generazione di un prodotto che si può finalmente considerare maturo.
Disponibile in due taglie, da 7 e 14 kg, il cobot ha fatto bella mostra di sé allo stand Kuka alla Bi.Mu. Il visitatore è stato invitato a interagire con il braccio robotico per capire realmente che cosa significhi collaborazione tra uomo e robot.
Grazie ai suoi 7 assi, LBR iiwa è estremamente versatile ed è in grado di compiere operazioni incredibili, spingendosi ai limiti delle possibilità fisiche di un sistema meccatronico del genere. La chiave del suo successo (LBR iiwa è infatti già adottato in diverse fabbriche anche in Italia) è la semplicità della messa in funzione: l’operatore infatti può mostrare al robot il task da eseguire, guidando materialmente il braccio nella prima esecuzione, che sarà poi appresa e ripetuta. Pur non essendo dei campioni di velocità rispetto ai robot che lavorano in cella, i collaborativi hanno il grande pregio di essere estremamente flessibili, adattandosi a quei contesti che richiedono continui cambi di lavorazione. LBR iiwa, inoltre, è conforme a tutte le normative che regolamentano le operazioni di un robot per la sicurezza degli operatori.
Oltre al robot “libero”, allo stand Kuka era presente anche una seconda demo in cui LBR iiwa lavorava in completa autonomia con tre utensili per l’assemblaggio completo di un prodotto. Uno dei lati della cella era aperto per consentire all’operatore di scambiarsi materiali con il robot o provvedere alla sua riprogrammazione nel caso in cui fosse necessario il cambio di lavorazione.
Non solo cobot
Allo stand erano presenti anche altre due demo di applicazioni robotiche non collaborative, ma non per questo meno avanzate. La prima era un braccio sul quale era montata una testina per la stampa 3D (foto in basso): un sistema alternativo alla tradizionale movimentazione su guide lineari che consente una flessibilità superiore e la possibilità di traiettorie speciali per la fabbricazione di forme più complesse. La seconda era invece una demo che illustrava come il robot Kuka possa lavorare anche asservito a un CNC Siemens. Grazie alla partnership tra le due aziende, la programmazione del robot diventa così accessibile anche all’operatore abituato a lavorare con i controlli tipici del mondo delle macchine.