Nel quarto trimestre 2018 l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal centro studi di Ucimu – Sistemi per Produrre ha fatto registrare una sostanziale stabilità (-0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) grazie all’effetto combinato di una sostanziale crescita degli ordinativi esteri (+2,4%) e dell’arretramento degli ordini raccolti dai costruttori italiani sul mercato interno (-6,3%) che risulta, secondo Massimo Carboniero, presidente di Ucimu, comunque “ancora vivace”, dal momento che il confronto è con il quarto trimestre del 2017, l’anno dei record.
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I numeri
Su base annua, l’indice totale degli ordinativi si conferma vicino al livello del 2017 (-0,8%). Gli ordini esteri sono cresciuti del 5,2%. Gli ordini interni hanno registrato un arretramento dell’11,5%. In valore assoluto a fine anno l’indice degli ordinativi si è attestato a 161,6 (base 100 nel 2010), l’indice degli ordini dall’estero si è attestato a 141,7 e quello del mercato interno a 267,4.
“Se è evidente che stiamo attraversando una fase di rallentamento, è comunque importante considerare il salto fatto in questi ultimi anni dal consumo italiano di macchine utensili”, commenta l’associazione. Considerato un campione rappresentativo di imprese del settore (estrapolato dal panel che risponde alla rilevazione dell’indice) nel quarto trimestre del 2011, il valore medio di ordini raccolti sul mercato interno da ciascuna impresa del campione era pari a 1,7 milioni di euro. Nel 2016 è risultato pari a 2,5 milioni, nel 2018 si è attestato a 6,1 milioni, ben più del doppio di due anni fa.
Per quanto riguarda l’Estero, “il positivo andamento degli ordini sui mercati oltreconfine è, anche in prospettiva futura, un’indicazione incoraggiante per i costruttori italiani che hanno dimostrato di saper operare bene nonostante il contesto internazionale piuttosto complesso. Il rallentamento del settore automotive e la chiusura parziale di alcuni mercati alle prese con questioni geopolitiche articolate – come nel caso, per esempio, di Russia e Iran – non hanno intralciato l’attività sui mercati esteri, che è cresciuta in modo continuo per tutto il 2018”.
L’analisi di Carboniero: un anno decisamente positivo
Secondo Carboniero “i dati del quarto trimestre 2018 confermano la sensazione e le aspettative che già avevamo: l’anno appena concluso è stato decisamente positivo per i costruttori italiani che hanno ottenuto buoni riscontri sia in Italia che all’estero. Il dato relativo all’Italia, e dunque il segno meno relativo all’ultimo trimestre 2018 e all’intero anno, deve essere analizzato con estrema cura: è indubbio che la raccolta ordini sul mercato domestico sia risultata più debole che nel 2017, e che quindi si rilevi un certo rallentamento, ma non potevamo aspettarci nulla di diverso”.
Carboniero, comunque, non nasconde le dinamiche che hanno pesato sull’andamento dell’ultimo trimestre: “La fine dell’anno è coincisa con un clima di generale incertezza legato alla confusione con cui è stata trattata la materia economica oggetto della Legge di Bilancio. L’alternarsi di dichiarazioni e indicazioni da parte delle autorità di governo relativamente alle misure che avrebbero fatto parte della Manovra 2019 non ha certo aiutato chi doveva fare investimenti che, in questi casi, preferisce sospendere le decisioni di acquisto in attesa di un quadro più chiaro”.
I danni della fine superammortamento
E Carboniero ha le idee chiare anche quando si tratta di valutare le misure presenti (e assenti) nella manovra 2019: “Se è sicuramente positiva la conferma dell’iperammortamento – in questa nuova versione premiante per le PMI, con aliquota più alta per i piccoli investimenti e decrescente al crescere del valore dei nuovi acquisti – è invece molto penalizzante l’eliminazione del superammortamento”, dice.
“Con il taglio del superammortamento si rischia di escludere dal doveroso processo di aggiornamento e ammodernamento una fetta importante delle nostre PMI a cui la Mini Ires non assicura certo pari benefici fiscali e, anzi, crea problemi di applicazione e maggiore burocrazia. E queste sono imprese che hanno grande necessità di riammodernare gli impianti. Non possiamo permetterci di lasciarle indietro; per tale ragione chiediamo, alle autorità di governo, di riconsiderare l’adozione di questa importante misura”.
Il 2019 sarà in linea con il 2018
Nonostante il “fisiologico rallentamento”, il mercato interno, secondo Carboniero, dovrebbe confermarsi nel 2019 “su livelli molto vicini a quelli del 2018”. Tuttavia, dice, “occorre prevedere misure che favoriscano e stimolino le imprese a lavorare sempre di più con gli utilizzatori stranieri a partire da provvedimenti che, da un lato, sostengano la partecipazione delle PMI alle fiere internazionali e, dall’altro, favoriscano l’incremento di attrattività degli eventi italiani presso il pubblico estero”.