gestione infrastrutture IT

La soluzione Rittal per raffreddare i megacomputer per l’AI

Rittal ha presentato una soluzione modulare con capacità di raffreddamento di oltre 1 MW, per adattare le infrastrutture IT alle crescenti esigenze di potenza delle applicazioni di intelligenza artificiale (AI) e calcolo ad alte prestazioni (HPC). Questa soluzione, sviluppata in collaborazione con hyperscaler, utilizza unità di distribuzione del refrigerante (CDU) e sfrutta il design modulare e standardizzato dell’Open Rack V3, facilitando la manutenzione e la scalabilità

Pubblicato il 23 Set 2024

Rittal 2024-09-22


Rittal propone una soluzione modulare che offre una capacità di raffreddamento superiore a 1 MW con raffreddamento diretto ad acqua, rendendo possibile adeguare le infrastrutture IT alle nuove densità di potenza richieste dal mercato in virtù del moltiplicarsi di applicazioni di intelligenza artificiale (AI).

La densità di potenza per applicazioni AI, come l’addestramento e il funzionamento di grandi modelli linguistici (LLM) nei futuri data center o il calcolo ad alte prestazioni (HPC), già ampiamente diffuso, spingeranno rapidamente l’attuale sistema di raffreddamento ad aria ai suoi limiti fisici ed economici.

Le nuove unità di elaborazione grafica (GPU) ultra-veloci producono così tanto calore che i produttori le stanno progettando per un raffreddamento diretto a liquido ad alte prestazioni.

La soluzione sviluppata da Rittal, in stretta collaborazione con vari hyperscaler, risponde a queste esigenze. “Un’elevato livello di standardizzazione e scalabilità ottenibili attraverso un design modulare e una disponibilità globale sono indispensabili per consentire tecnicamente, economicamente e organizzativamente una rapida espansione dell’infrastruttura”, spiega Philipp Guth, CTO nel Management Board di Rittal International.

Piattaforma modulare per il raffreddamento a liquido diretto monofase

Rittal propone coolant distribution unit (CDU) per il raffreddamento a liquido diretto monofase ad acqua, progettate per una manutenzione particolarmente semplice.

La soluzione sfrutta i vantaggi della modularizzazione e dell’Open Rack V3, di cui Rittal ha promosso lo sviluppo all’interno dell’Open Compute Project (OCP): seguendo l’esempio dell’alimentazione elettrica, il server nel rack è collegato tramite raccordi standardizzati alle linee di alimentazione e scarico del circuito dell’acqua.

Le unità funzionali, come l’unità la centralina di controllo e diverse unità di pompaggio del refrigerante (CCU) sono completamente modulari e possono essere facilmente inserite nel rack a seconda dei requisiti prestazionali.

Le unità garantiscono un’elevata disponibilità grazie a un design ridondante n+1. Il monitoraggio delle perdite inizia a livello dei componenti. Questo concetto offre un grande vantaggio in termini di manutenzione: componenti come controller, sensori o unità di pompaggio della soluzione in serie possono essere manutenuti durante il funzionamento e facilmente sostituiti tramite “hot swap”. L’alimentazione è fornita tramite il busbar DC standard del rack.

Capacità di raffreddamento superiore a 1 MW

“Le opzioni di combinazione dei moduli della piattaforma sono progettate per offrire un elevato livello di flessibilità. Si inseriscono nella la proposta Rittal come ulteriori elementi costitutivi, completandone il sistema con moduli coordinati per tutti i pilastri dell’OT dei data center, come rack, raffreddamento, alimentazione, monitoraggio e sicurezza”, spiega Lars Platzhoff, capo della Business Unit Cooling Solutions di Rittal.

Le soluzioni liquid-to-liquid raffreddano oltre 1 megawatt in configurazione “in row” e fino a 100 kW in configurazione in singolo rack. Sono ideali anche per ridurre l’impronta di CO2 attraverso il recupero del calore. Rittal utilizza la sua esperienza per supportare la progettazione dei data center in modo che il calore venga trasportato efficacemente dal collettore nel rack ad un ulteriore utilizzo, ad esempio nei sistemi di teleriscaldamento.

Sono disponibili anche varianti liquid-to-air per data center senza connessione idrica, che rilasciano il calore nell’aria del data center attraverso la porta posteriore del rack o tramite un raffreddatore laterale come sistema chiuso.

Infrastruttura direttamente nel rack

“Sempre più potenza, raffreddamento e monitoraggio vengono integrati direttamente nel rack standardizzato come pilastri fondamentali dell’infrastruttura IT. I principali promotori di questa tendenza sono numerosi hyperscaler e OEM di server di cui siamo il principale fornitore di rack”, spiega Guth.

“Siamo convinti che questo concetto diventerà presto lo standard per i nostri clienti IT di tutto il mondo perché saranno necessari sempre maggiore potenza e una rapida scalabilità. Oltre agli hyperscaler, diventerà interessante anche per un numero crescente di colocator”, aggiunge.

Sempre in ottica di una maggiore flessibilità, l’azienda non si limita all’Open Rack V3 in tecnologia da 21 pollici: alla soluzione modulare presentata, seguiranno infatti varianti per i rack VX IT in tecnologia da 19 pollici.

La piena integrazione nella piattaforma di sistema Rittal è una leva rilevante per implementare l’infrastruttura necessaria per le applicazioni AI su larga scala, dai grandi data center hyperscale ai piccoli data center aziendali.

“Il raffreddamento diretto a liquido è la tecnologia abilitante per l’AI. Il nostro sviluppo è stato ispirato dai nostri principali clienti globali e dai molti anni di esperienza di Rittal nell’IT e nell’industria – 20 anni di raffreddamento IT ad alta densità e più di trent’anni di climatizzazione per sistemi di controllo, circuiti e macchinari nelle condizioni industriali più difficili”, spiega Platzhoff: “Vogliamo rendere il risultato disponibile ai clienti – grandi e piccoli – il prima possibile.”

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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