L’intelligenza artificiale fa correre il mercato del Cloud italiano che cresce del +24% rispetto al 2023, con un valore di 6,8 miliardi di euro: è quanto riportano i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano.
L’incremento del 24% rappresenta il più alto registrato negli ultimi 6 anni, superiore anche a quello del 2020 quando, spinto dalle restrizioni imposte dai lockdown per fronteggiare la pandemia, il mercato del Cloud italiano aveva toccato il +20%.
A farla da padrona nel 2024 è il Public & Hybrid Cloud, che evidenzia la dinamica di crescita più significativa, con una spesa di 4,8 miliardi di euro (+30% sul 2023). In questo comparto da rilevare lo storico sorpasso dei servizi infrastrutturali (Infrastructure as a Service – IaaS) sui servizi Software (SaaS), storicamente i più rilevanti nella spesa delle imprese.
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La spesa del Cloud in Italia
In continuità con gli scorsi anni, è la componente Public & Hybrid Cloud a registrare la dinamica di crescita più significativa, per una spesa di 4,8 miliardi di euro, +30% sul 2023.
Tra le altre componenti della spesa complessiva Cloud, il Virtual & Hosted Private Cloud, cioè i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, raggiunge 1,139 miliardi di euro (+10%) mentre la Data Center Automation, ossia la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, cresce del +9% per un totale di 817 milioni di euro.
In particolare, all’interno del Public & Hybrid Cloud, lo IaaS ha toccato il valore di 2,1 miliardi di euro (+42% sul 2023), posizionandosi per la prima volta come componente principale nel mix complessivo (44%).
A guidare, sono i servizi infrastrutturali di computazione, con un forte incremento registrato nella spesa delle Virtual Machine per ambienti di sviluppo, test e produzione, che riflette come le aziende scelgano il cloud come infrastruttura su cui sperimentare e poi costruire le proprie applicazioni, soprattutto quelle più innovative.
Segno più anche per il Platform as Service (PaaS), che registra una crescita del +23% per un totale di 845 milioni di euro, spinto dall’utilizzo di componenti di AI quali per esempio gli LLM messi a disposizione tramite API. Crescita superiore alla media anche per la spesa in Serverless Computing per una maggiore efficienza nella gestione dei sistemi informativi.
Infine, il SaaS registra +21%, raggiungendo un valore totale di 1,8 miliardi di euro. Una dinamica di crescita ancora una volta legata alla possibilità di accedere a tecnologie di intelligenza artificiale: da un lato con l’acquisto di software pronti all’uso, dall’altro con l’integrazione di funzionalità di IA nelle piattaforme di gestione documentale e collaboration.
Nel 2024 meno investite dall’ “hype generativo” le piccole e medie imprese, come attestano anche i dati di adozione del Cloud che rimangono stabili rispetto all’anno precedente e pari al 67%. Le PMI che ormai adottano il Cloud continuano però a estenderne l’utilizzo: cresce infatti del +21% nel 2024 la spesa in Public e Hybrid Cloud di questo comparto, raggiungendo il valore di 581 milioni di euro.
La Cloud Transformation nelle imprese
L’84% delle grandi imprese dichiara di aver migrato in Cloud la totalità dei dati critici legati alle attività di core business (32%) o almeno una parte di essi (52%).
Il livello di fiducia da parte delle aziende si evince dalla propensione pressoché nulla a far ricorso alla cosiddetta “repatriation” – cioè il trasferimento di dati e applicazioni dal cloud pubblico a sistemi on-premise o privati –, limitata al 2% del campione.
“Le esperienze acquisite dalle aziende italiane hanno portato ad una crescente consapevolezza e maturità nell’adozione del Cloud, sia per lo sviluppo di nuovi servizi digitali che per la migrazione degli applicativi legacy. Il paradigma Cloud Native è sempre più diffuso. Scelte affrettate fatte in passato vengono riviste e corrette attraverso refactoring architetturali e, in casi limitati, anche con la ripatriation di alcuni servizi”, dichiara Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.
“Quello che osserviamo è un percorso di trasformazione ben avviato, ma non certamente concluso. Da una parte, ci sono strategie di migrazione del parco applicativo che devono essere portate a termine; dall’altra, la continua evoluzione dei servizi offerti dai Cloud Provider, in particolare legata all’espansione delle soluzioni SaaS e allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, richiede una costante rivalutazione delle scelte e delle strategie adottate in passato”, aggiunge.
Sono il 58% le grandi organizzazioni che confermano di riscontrare difficoltà nel controllare e governare la spesa dei servizi. Resta centrale anche il tema delle competenze – con il 54% delle imprese che dichiara di non disporre di skill adeguate – e della gestione della sicurezza, un punto d’attrito evidenziato dal 43% del campione.
Le prospettive future: l’AI continuerà a trainare la crescita del mercato del Cloud
Secondo le previsioni dell’Osservatorio, il mercato nei prossimi anni continuerà a crescere proprio per questo doppio legame tra Cloud e AI.
“Da un lato infatti il Cloud ‘abilita’ l’AI in quanto rappresenta la piattaforma di gran lunga prevalente su cui questa viene non solo sperimentata, ma anche sviluppata e implementata dalle aziende più mature. Dall’altro lato, è l’AI che consente un’evoluzione nella gestione del Cloud in quanto fornisce strumenti preziosi per gestire la complessità della gestione e governance di un sistema Cloud evoluto”, spiega Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.
“L’ecosistema nazionale ed europeo deve accompagnare questa trasformazione, sviluppando politiche industriali comuni per rendere la filiera digitale più competitiva e resiliente e far evolvere modelli di innovazione, modalità di lavoro e competenze per cogliere le sfide di questa nuova fase competitiva”, conclude.