La Commissione europea è pronta a varare il progetto di un’Agenzia europea della sicurezza cibernetica per aiutare gli Stati membri a difendersi dai pericoli del web. Lo ha annunciato il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. “I cyberattacchi non conoscono confini e nessuno è immune”, ha detto davanti all’Europarlamento. Per questo Bruxelles ha deciso di varare nuovi strumenti di difesa, a cominciare da un ufficio che coordini le contromisure contro i pirati di internet. La sicurezza informatica è la quarta priorità nell’agenda politica dell’Europa unita.
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I rischi per le imprese
Juncker ha sottolineato che “i cyberattacchi possono essere più pericolosi per la stabilità delle democrazie e delle economie di armi e carri armati”. La UE ha calcolato che nel 2016 in Europa ogni giorno si sono verificati più di 4.000 attacchi alla sicurezza informatica. L’80% delle aziende del vecchio continente ha riportato danni.
Nonostante “negli ultimi tre anni, abbiamo fatto progressi per mantenere l’Europa al sicuro online”, varando regole per difendere la proprietà intellettuale e i dati personali, Juncker ha riconosciuto che “l’Europa non è ancora pronta nel momento in cui subisce attacchi cibernetici”. Per questo bisogna correre ai ripari.
La nuova agenzia
La strategia tracciata da Juncker coinvolgerà in primis l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (Enisa). Il nuovo ufficio dovrà assistere gli Stati membri e coordinare degli esercitazioni annuali per verificare la tenuta degli strumenti di difesa. Inoltre dovrà strutturare un piano di intervento comune. Bruxelles valuta anche la creazione di un fondo di solidarietà. Dovrà sostenere i Paesi in difficoltà a causa dei danni di un attacco informatico su larga scala. Inoltre, come Innovation Post aveva anticipato in primavera, la Ue adotterà un’etichetta per certificare la sicurezza informatica dei dispositivi connessi.
Slancio all’economia
La politica di difesa cibernetica va di pari passo alla spinta che Bruxelles vuole imprimere allo sviluppo economico in campo digitale. Se l’industria diventerà sempre più 4.0, la Ue deve prendere provvedimenti per non esporre le sue aziende al rischio di un fermo macchine telecomandato dal cybercriminale di turno.
La seconda priorità dell’Unione, ha dichiarato Juncker, riguarda l’industria, che dovrà diventare “più forte e più competitiva”. “La nuova strategia di politica industriale – ha aggiunto il presidente della Commissione – intende aiutare le nostre industrie a rimanere o diventare leader mondiali dell’innovazione, della digitalizzazione e della decarbonizzazione”.
Il numero uno del Berlaymont ha anche specificato che è favorevole a introdurre il voto a maggioranza e non all’unanimità per questioni come alla base imponibile comune per l’imposta sulle società, l’Iva e la tassa sull’industria digitale. Quest’ultima modificherebbe gli scenari economici per Paesi come l’Irlanda, che ha costruito la fortuna della sua ripresa economica sulla capacità di attirare con tasse irrisorie i giganti del web.