Lo Smart Manufacturing Kaizen Level di Mitsubishi Electric per massimizzare il ritorno degli investimenti in tecnologia

Dall’automazione alla robotica, dall’edge computing all’intelligenza artificiale: le soluzioni tecnologiche pensate per rispondere alle esigenze delle aziende manifatturiere non mancano. Più difficile, invece, trovare la “bussola” che aiuti le imprese a orientarsi. Mitsubishi Electric, forte di 100 anni di carriera e attore di primo piano nell’automazione e nella robotica, propone un approccio “step-by-step” che, partendo dalle esigenze specifiche del cliente, lo guida nella scelta delle soluzioni più adatte per la trasformazione digitale dell’azienda.

Pubblicato il 03 Feb 2021

Maisart

Dall’automazione alla robotica, dall’edge computing all’intelligenza artificiale: le soluzioni tecnologiche pensate per rispondere alle esigenze delle aziende manifatturiere non mancano. Più difficile, invece, trovare la “bussola” che aiuti le imprese a orientarsi nella scelta del giusto approccio alla trasformazione digitale e all’automazione dei processi. Di tutto questo è consapevole – raccogliendo la sfida – Mitsubishi Electric, corporation giapponese tra i top player dell’automazione e della robotica che proprio in questi giorni festeggia i suoi 100 anni di attività.

L’impegno di Mitsubishi Electric fa leva su anni di esperienza dell’azienda come cliente di se stessa: la multinazionale nipponica infatti sperimenta in prima persona nei suoi impianti i ritrovati della tecnologia. “Se una soluzione non convince prima noi stessi, non arriva ai clienti”, spiega Gianmichele Piciocco, Marketing Manager South EMEA per Mitsubishi Electric Factory Automation.

“Le tecnologie che vengono utilizzate nei nostri stabilimenti vengono costruite da Mitsubishi Electric. Siamo gli end-user di noi stessi, gli OEM di noi stessi e i system integrator di noi stessi”, racconta. Un vantaggio che ha permesso (e che continua a permettere) all’azienda di proporre in maniera diversificata ai soggetti rispetto le proprie necessità.

Un esempio è il modulo e-F@ctory MES, introdotto da Mitsubishi Electric nel lontano 2008 per semplificare e rendere trasparente la produzione, passando dal livello di fabbrica al livello di gestione (dall’OT all’IT). Una soluzione che permette l’incontro tra livelli prima separati, ma che con l’avvento dell’Industria 4.0 nel 2011 ha permesso di realizzare quel passaggio a una gestione trasparente e basata sui dati di cui le aziende avevano bisogno.

“Da allora le tecnologie hanno messo a disposizione gli strumenti necessari a rispondere alle esigenze degli OEM, dei system integrator e degli end-user, come PC in grado di immagazzinare grandi quantità di dati, sensori intelligenti, infrastrutture per l’interconnessione e molto altro. Ad oggi, gli ostacoli che trovano le aziende che vogliono intraprendere o proseguire il percorso di trasformazione digitale sono il costo e l’incertezza riguardo il ritorno dell’investimento”, aggiunge Piciocco.

Per aiutare le aziende a superare questi ostacoli, Mitsubishi Electric adotta un approccio step-by-step. “Se per essere competitivi sul mercato gli imprenditori devono investire, ma non vedono il ritorno dell’investimento per via del costo troppo elevato, non compiranno mai questo passo”, spiega Piciocco.

Un problema che le aziende possono risolvere rivolgendosi a qualcuno che ha già percorso questa strada e che continua a percorrerla, esattamente come sta facendo Mitsubishi Electric da 100 anni. “Con il nostro approccio si introducono piccoli step di automazione che creano, nel tempo e con investimenti contenuti, diversi livelli di automazione. I passi piccoli permettono di vedere subito il ritorno dell’investimento e, quasi senza accorgersene, ci si ritrova ad avere uno stabilimento digitalizzato”.

Un approccio che fa parte di una filosofia più ampia, quella dello Smart Manufacturing Kaizen Level, un concetto che fa leva sui principi del lean manufacturing molto diffusi nella manifattura giapponese e che si basa proprio sull’idea di miglioramento continuo. Non un unico grande passo, quindi, ma un insieme di piccoli passi. “Un concetto che vuol dire mettere insieme la nuova tecnologia (smart manufacturing) con un sistema efficiente di organizzazione del lavoro (Kaizen). Da qui nasce il concetto di base dell’accompagnare i clienti per piccoli passi nella creazione del loro progetto di Industria 4.0”.

Per questo, le soluzioni e i prodotti offerti da Mitsubishi Electric vengono sviluppati tenendo conto dei principi di produttività, semplicità di integrazione, facilità di integrazione multi sistema, semplicità di intervento (manutenzione predittiva e semplicità di sostituzione delle componenti).

Mitsubishi Electric Maisart, la gamma di prodotti AI-ready

Forte di questa esperienza e spirito d’innovazione, l’azienda si sta concentrando ad oggi sull’integrazione nei propri prodotti delle tecnologie di Intelligenza Artificiale, Machine Learning e Deep Learning, termini che spesso vengono utilizzati impropriamente come sinonimi o partendo da concetti sbagliati sul significato stesso di queste tecnologie.

“L’intelligenza artificiale è la possibilità di creare dati omogenei sulla base di dati casuali che possano permettere di prendere decisioni, il che è molto diverso dal dire che è una tecnologia capace di prendere decisioni in modo autonomo. Questa visione sbagliata è al centro di molti dei dibattiti etici che ruotano intorno all’IA e che generano paura verso queste tecnologie”, commenta Piciocco.

Proprio per cercare di fare chiarezza su questi temi, Mitsubishi Electric a redatto due utili booklet che spiegano (in modo comprensibile a tutti, anche ai non addetti ai lavori) cosa c’è dietro l’IA e la filosofia adottata dall’azienda nel corso degli ultimi due anni, Maisart (Mitsubishi Electric’s AI creates the State-of-the-ART), ovvero fornire prodotti che siano AI-ready, dunque predisposti per essere integrati con queste tecnologie.

“Questo perché dietro l’Intelligenza Artificiale c’è qualcuno che mette un’intelligenza fisica. L’intelligenza Artificiale serve per modellare un dato e dare un’informazione aggregata a qualcuno che possa prendere decisioni. L’intelligenza Artificiale non fermerà mai la produzione, ma informerà che in un tot ore di produzione quel macchinario potrà avere dei problemi. Attraverso la manutenzione predittiva, l’Intelligenza Artificiale riduce quei costi ‘nascosti’ che derivano dal tempo di fermo di un macchinario in seguito a un guasto”, spiega Piciocco.

Allo stesso modo, l’IA facilita e semplifica la trasmissione di know-how all’interno delle aziende, un compito che tradizionalmente coinvolgeva gli operatori con più anni di esperienza che dovevano passare queste informazioni a quelli più giovani e inesperti.

Proprio per sfruttare le diverse potenzialità dell’Intelligenza Artificiale, all’interno dell’offerta Maisart Mitsubishi ha sviluppato una gamma di prodotti diversificata, come la serie di Servo Amplifier Melservo J5, che grazie alle nuove funzioni, monitorano lo stato operativo della macchina e sono in grado di rilevare in anticipo possibili anomalie e il computer industriali MELIPC, che grazie a strumenti di Statistica e Machine Learning, garantisce il controllo in real time della produzione, fornendo un feedback continuo all’operatore che ottimizza la gestione del controllo qualità.

Alla famiglia dei prodotti Maisart appartiene anche l’Inverter FR-E800,  che grazie alle nuove funzioni intelligenti permettono di identificare in anticipo potenziali guasti (dell’inverter stesso e di parti esterne) e di individuarne le cause, riducendo così al minimo il down-time del sistema.

L’approccio di Mitsubishi Electric alla robotica

Lo stesso approccio “step-by-step” viene adottato dall’azienda anche per guidare i clienti nella scelta delle soluzioni di robotica più adatte. Oltre a sviluppare soluzioni di robotica collaborativa, infatti, Mitsubishi Electric si sta concentrando anche sull’innovazione nella robotica tradizionale, o “in gabbia”.

“La nostra proposta spazia in entrambi i campi. Anche in questo caso partiamo dalle esigenze dei clienti, perché spesso sono convinti di aver bisogno di un robot collaborativo quando invece non è quello il caso. I cobot vanno a coprire un’area dove non potranno mai esserci robot tradizionali. Il robot nasce per aumentare produttività ed efficienza: se prendiamo come riferimento questi parametri i robot collaborativi non dovrebbero chiamarsi ‘robot’. A differenza di quelli tradizionali i cobot possono fare tutta una serie di attività che prevedono, ad esempio, l’alleggerimento o la sostituzione dell’attività umana”, spiega Piciocco.

Capire e supportare nella scelta, quindi, anche nella robotica. Nel campo della robotica tradizionale l’azienda si sta impegnando nello sviluppo di soluzioni che permettano ai robot di uscire dalla gabbia: è questo il caso dei Melfa FR dotati di Melfa Safe Plus, un set di sistemi di sicurezza che permettono al robot di verificare in tempo reale le condizioni dell’area i lavoro e quindi di regolare la velocità delle operazioni (o di fermarsi) quando individuano la presenza dell’uomo.

I booklet di Mitsubishi electric sull’Intelligenza Artificiale, contenenti maggiori informazioni anche sulla gamma dei prodotti Maisart, sono scaricabili al seguente link.

Qui sotto potete ascoltare l’intervista integrale con Gianmichele Piciocco.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5