L’importanza del software, cuore dell’innovazione del mondo manifatturiero

Il software industriale e in particolare le soluzioni fruite su piattaforme cloud traineranno i processi di innovazione delle PMI nel 2019, anche grazie ai nuovi incentivi previsti dalla legge di bilancio.

Pubblicato il 16 Gen 2019

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“Il mondo industriale non ha fermato gli investimenti nel software nemmeno nel secondo semestre, quando l’economia ha iniziato a manifestare i primi segni di rallentamento”. A parlare è Fabio Massimo Marchetti, presidente del gruppo software industriale di ANIE Automazione, in occasione della puntata di Italia 4.0, la trasmissione di Class CNBC condotta da Andrea Cabrini, andata in onda mercoledì 16 gennaio sul canale 507 di Sky e che potete rivedere in streaming qui.

Ospiti in studio, oltre al presidente dell’associazione (che è anche Head of Industry 4.0 di VAR Group), Chiara Bogo, direttore Marketing di Dassault Systèmes Italia, Simone Marchetti, Digital Supply Chain Sales Development Manager di Oracle Italia, Umberto Cattaneo, EMEA Cyber Security Technical Sales Consultant di Schneider Electric Italia e Mario Testino, Chief Operating Officer di ServiTecno.

Il cuore dell’innovazione

Il software – ha proseguito F.M. Marchetti – è il cuore dell’innovazione del mondo manifatturiero, soprattutto di quella che guarda all’evoluzione secondo il paradigma di Industria 4.0.

Ma che cosa si intende quando si parla di software in ambito industriale? Siamo davanti a una macro-categoria molto ampia che racchiude, al suo interno, diverse soluzioni, dalle suite per la progettazione e la virtualizzazione ai sistemi di gestione della produzione (MES e MOM), dalla gestione della manutenzione e degli asset fino alla cyber security. Tutti argomenti che saranno presto oggetto di ampio approfondimento in occasione di un evento dedicato, il Forum Software Industriale, organizzato da ANIE Automazione e Messe Frankfurt Italia, che si terrà a Milano, al Museo della Scienza e della Tecnologia, il prossimo 6 febbraio.

Il 2019? L’anno delle PMI (anche grazie agli incentivi)

Simone Marchetti

“Complessivamente – spiega F.M. Marchetti – il quadro degli incentivi per il 2019 è migliore rispetto a quello dello scorso anno perché per la prima volta vengono premiati anche gli investimenti di tipo OPEX in cloud, particolarmente interessanti per le PMI”. Piccole e medie imprese che, secondo Marchetti, “finora non si sono mostrate particolarmente pronte a investire e lo faranno dal 2019 sfruttando gli incentivi per non perdere competitività”.

“Il calo della manifattura italiana e tedesca, legato soprattutto alle dinamiche del settore Automotive, – spiega Simone Marchetti di Oracle – costringerà gli attori tradizionali a rivedere i propri modelli di business e a guardare all’innovazione. Sicuramente la diffusione del cloud può rappresentare un acceleratore di investimenti e crescita anche per le PMI”.

“Anche noi – spiega Mario Testino, Chief Operating Officer di ServiTecno, che è channel partner di GE Digital – abbiamo registrato un forte slancio degli investimenti nel secondo semestre 2018″.

Gli incentivi per il software

Mario Testino

La legge di bilancio prevede per la prima volta, accanto al rinnovo con rimodulazione dell’iperammortamento, anche incentivi anche per il software fruito su piattaforme in cloud. L’insieme di questi incentivi prevede, per il 2019, le seguenti agevolazioni:

  • maggiorazione al 270%, 200% o 150% dei software che sono strettamente integrati (embedded) all’interno dei macchinari per i quali si fruisca dell’iperammortamento
  • maggiorazione al 140% dei software indicati nell’Allegato B acquisiti come immobilizzazioni immateriali, purché accompagnati anche da un investimento in uno dei beni materiali previsti nell’Allegato A
  • maggiorazione al 140% del canone pagato nel 2019 per fruire dei software indicati nell’Allegato B su piattaforme in cloud, sempre purché accompagnati anche da un investimento in uno dei beni materiali previsti nell’Allegato A .

Quanto rende il software?

Fabio Massimo Marchetti

Gli incentivi sono senz’altro un acceleratore degli investimenti, ma in quanto tempo si ripaga un investimento in software? Per saperlo dovremo aspettare il 6 febbraio quando, in occasione del Forum Software Industriale, sarà presentata una ricerca commissionata da ANIE Automazione alla Scuola Sant’Anna di Pisa, all’Università di Firenze e a quella di Pisa che intende far luce proprio sul nodo del ritorno degli investimenti in software. Gli accademici stanno mettendo a punto, ha spiegato F.M. Marchetti, “un modello che consentirà alle aziende di calcolare in maniera strutturata il ROI“.

I gemelli digitali a portata di PMI

Le PMI sono spesso all’avanguardia dell’innovazione perché, come rileva Simone Marchetti (Oracle), “hanno la necessità e la possibilità di muoversi con maggiore velocità per restare competitive”.

Chiara Bogo

Un grande aiuto in questo senso arriva dai digital twin, o gemelli digitali, che portano un valore significativo sia nel design del prodotto che del processo manifatturiero. “Grazie alle tecniche di simulazione, è possibile mettere alla prova il comportamento dei sistemi in un quadro digitale che però rispecchia fedelmente le condizioni reali”, spiega Chiara Bogo (Dassault Systèmes). “Se una volta erano necessari ingenti investimenti per mettere in piedi le infrastrutture necessarie, oggi grazie al cloud possono accedervi anche le piccole e medie realtà di ogni settore”.

Secondo la multinazionale francese siamo in presenza di un vero e proprio rinascimento industriale. “Le tecnologie di cui stiamo parlando – prosegue Bogo – abilitano non soltanto un miglioramento dei processi manifatturieri, ma una rivisitazione dei modelli di business e un vero e proprio salto nell’innovazione che sappia guardare al prodotto come strumento per generare ricavi anche dopo il momento della vendita”.

Per la Cyber Security è l’anno della NIS

Umberto Cattaneo

La direttiva NIS, recentemente entrata anche nel nostro ordinamento, sarà uno dei fattori che spingerà lo sviluppo delle tecnologie al servizio della sicurezza di dati e informazioni. Ne è convinto Umberto Cattaneo di Schneider Electric Italia: “Il 2019 sarà l’anno della NIS”, spiega. “Tutti gli operatori dei servizi essenziali dovranno implementare policy e misure per essere pronte ad affrontare i cyber attacchi e questo farà da catalizzatore per gli investimenti nel settore dei servizi di pubblica utilità. Ma anche nel mondo industriale, l’apertura dei sistemi IoT porta nuove minacce alle quali le aziende dovranno preparasi a rispondere”.

“Oggi c’è ancora un problema di natura culturale: le aziende piccole non hanno una reale percezione del rischio che corrono e non hanno ancora adottato le più elementari buone pratiche”, spiega Mario Testino (ServiTecno). “Alcune industrie non hanno nemmeno una mappatura delle soluzioni di cui dispongono”, conferma Cattaneo. “Ma il vero anello debole è sicuramente il fattore umano”.

Le competenze necessarie e l’Innovation Manager

Parlare di fattore umano significa anche parlare di competenze. Per fare un esempio, il matrimonio tra tecnologie di produzione e tecnologie IT, parte fondamentale di industria 4.0, richiede che le professionalità che provengono da ciascuno dei due mondi si aprano ai linguaggi dell’altro: le app e i loro linguaggi di programmazione, tanto per intenderci, sono (e saranno sempre di più) parte integrante del discorso software.

Un aiuto, paradossalmente, potrebbe venire anche dall’intelligenza artificiale che, secondo Simone Marchetti, è già oggi in grado di anticipare alle aziende le competenze che serviranno tra un anno.

Ma le competenze necessarie per operare in un mondo 4.0 non sono soltanto tecniche. Come evidenziato anche dall’OCSE, l’Italia sconta un deficit di capacità innovativa (e di relativa richiesta di competenze di alto livello) legata in parte alla struttura familiare del suo tessuto imprenditoriale.

Per questo è importante che le aziende investano soprattutto in capitale umano, nella formazione dei propri dipendenti (e anche dei manager).

La legge di bilancio, accanto alla conferma per il credito d’imposta per la formazione (con rimodulazioni legate alla dimensione aziendale), introduce un voucher per l’Innovation Manager, una figura temporanea che avrà il compito proprio di aiutare le imprese a “sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali”.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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