Disclaimer: questa intervista è stata realizzata prima dell’insorgere dell’emergenza Coronavirus e non tiene conto dei cambiamenti di scenario attuali.
“Oggi un’azienda del manifatturiero deve fare i conti con due problemi sostanziali che ne determinano la capacità di restare competitiva sul proprio mercato di riferimento: la puntualità delle consegne e la riduzione dei costi”. È questa la premessa con la quale Alessandro Iob, responsabile MES e Industria 4.0 di DNC – Data Network Consulting, società torinese, con una storia trentennale alle spalle nell’ambito della consulenza, della system integration e dello sviluppo di soluzioni IT, spiega la visione e l’approccio della società verso il mondo del manifatturiero.
“I clienti richiedono una puntualità ferrea nelle consegne. Ma nel momento in cui tutti i processi sono stati rivisti in una logica di ottimizzazione – spiega – un ritardo, anche minimo, nella consegna di una materia prima mette in crisi tutte le politiche di ottimizzazione e di schedulazione”.
Nelle filiere fortemente integrate, quale sono quelle del “nuovo” manifatturiero, anche un solo imprevisto si riverbera a cascata sugli altri attori della catena: ed è da qui che nasce la richiesta di sempre maggior rigore.
“È un aspetto critico sul quale si giocano oggi molte partite. Sulla puntualità, o sulla capacità di rispettare i tempi, si gioca la credibilità delle imprese, tanto che in determinati contesti la puntualità finisce per essere anche più importante della qualità. Oggi, la selezione del fornitore si basa anche su questi criteri di precisione e di efficienza: più si è precisi, più si riesce a standardizzare il ciclo di produzione, più si è in grado di capire l’impatto di una variante sul ciclo stesso e dunque introdurre correttivi”.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, quello della riduzione dei costi, è innegabile che nel manifatturiero questa sia da legarsi da un lato a un tema di recupero di efficienza, dall’altro alla riduzione di errori e sprechi.
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Dal MES un aiuto nell’individuazione delle inefficienze
“È qui che si comprende il valore di uno strumento come il MES, che con tutti i suoi strumenti, con tutti gli scenari simulativi consente di prevedere le inefficienze, mitigare gli imprevisti, ma soprattutto aiuta a mettere in atto i giusti correttivi. Ad esempio, inserendo turni aggiuntivi, laddove vi sia il timore di arrivare in ritardo sulle consegne. Ed è sempre il MES che monitora i tempi di fermo, gli scarti, i prodotti non conformi, aiutando a ridurre gli sprechi”.
Ci sono però due aspetti che a Iob preme sottolineare: “È chiaro che nel mondo manifatturiero MES e schedulatori non rappresentano una novità. Tuttavia, se prima c’erano ostacoli al loro utilizzo dovuti alla mancanza di macchine connesse, oggi questo problema sembra superato e dunque la strada a una sempre più pervasiva adozione sembra spianata”.
Il secondo aspetto riguarda la specificità delle soluzioni stesse.
“A volte gli strumenti nelle aziende ci sono, ma non vengono utilizzati perché non rispondono alle specificità degli ambienti in cui sono adottati. Ed è qui che emerge l’importanza di affidarsi a un partner che sappia calare le soluzioni nelle diverse realtà industriali e che sappia comprendere le esigenze di ciascuna delle funzioni che le utilizzerà”, spiega ancora Iob.
Acquisti, CFO, quality, operation: chi ha bisogno del MES?
Se è vero, come è vero, che oggi i tempi di consegna sono cruciali e la capacità di rispettare le scadenze è una discriminante nella scelta del fornitore, ecco che le funzioni acquisti e vendita, planning e forecasting devono essere in grado di generare i loro fabbisogni sulla base di schedulazioni calate su un sistema a capacità finita.
“L’adozione di MES e schedulatori ha un impatto positivo sull’efficienza, grazie alla continua raccolta e analisi dei dati in produzione. Parliamo della generazione di un piano di produzione schedulato sulla realtà vera, ovvero su macchine, linee, stampi. Parliamo di un monitoraggio dei dati in produzione costantemente confrontato con il previsionale per valutare gli indici di efficienza e garantire il supporto in tempo reale anche in modalità condition based”.
Nell’area acquisti e nella logistica, la stessa accuratezza consente di fare acquisti mirati, per rispondere, ad esempio, alla crescente richiesta di riduzione delle scorte.
“Non dobbiamo dimenticare che il responsabile acquisti deve rispondere sia al responsabile delle operation, sia al CFO. Per questo motivo è indispensabile essere in grado di tarare gli approvvigionamenti sulla base di una pianificazione puntuale della produzione, senza gravare sull’immobilizzo del magazzino”.
Il quality manager, prosegue nella sua analisi Iob, può utilizzare gli stessi dati e le stesse analisi in una logica di continuous improvement, ovvero per il miglioramento continuo e per la Total Quality Assurance, grazie agli insight che ne deriva sui tempi di produzione, sugli scarti, sui tassi di difettosità, sulle richieste di manutenzione.
Il responsabile di produzione, poi, ha benefici nella definizione del piano di produzione, nella possibilità di ridurre gli errori e di diminuire i tempi di set up e riattrezzaggio della macchina.
“È l MES fa da ottimizzatore delle commesse. Prendiamo ad esempio proprio l’ultimo degli aspetti citati, l’attrezzaggio delle macchine: in alcuni settori la valutazione dei tempi necessari per passare da un bagno di colore a un altro è un aspetto determinante, come accade ad esempio nel settore automotive nel reparto verniciature. È indispensabile disporre di pannelli che restituiscono la visione in tempo reale di come sta andando la produzione”.
Di una cosa Iob è convinto: è importante che IT e OT si muovano insieme in questa partita.
“Il responsabile di produzione ha problematiche ben precise e deve trovare nell’IT un interlocutore che capisca e che lo segua; l’IT, dal canto suo, deve essere rassicurato che il MES possa interfacciarsi con il suo gestionale, qualunque sia: Navision, Teamsystems, Zucchetti, AS/400…”.
Il ruolo di DNC
In questo scenario, DNC si muove con uno spirito consulenziale, accompagnando i suoi clienti dalla fase di pre-analisi, dall’analisi dei processi, passando per la riqualificazione delle procedure e la valutazione delle inefficienze, per arrivare alla definizione dei KPI sui quali lavorare, e via via fino ad arrivare all’assessment.
“L’approccio è graduale e modulare: è il cliente che decide quali cerniere aprire. Insieme a lui individuiamo uno o due argomenti critici e su quelli lavoriamo. Se la criticità riguarda ad esempio il rispetto dei tempi di consegna, la prima cosa sulla quale lavoriamo è l’analisi e l’incastro delle dipendenze nella supply chain”.
Due i settori nei quali DNC ha maturato importanti esperienze in questi anni: food e automotive.
DNC considera quello del food un settore molto particolare, che si è avvicinato all’IT anche più tardi di altri mercati, caratterizzato ancora da una forte componente di artigianalità nella gestione dei processi e che, tuttavia, deve affrontare una serie di aspetti piuttosto critici: tracciabilità, rintracciabilità, gestione dei lotti, miscelabilità, gestione FiFo (First In Fist Out), cicli del freddo, deperibilità, approvvigionamenti di linea, per citarne alcuni.
La specificità del food
“Il MES per il mondo food ha specificità proprie. Deve tenere conto della gestione dei consumi, della tracciabilità dei lotti, del monitoraggio delle ricette e delle miscele, fino ad arrivare alle etichettature e alla tracciatura degli allergeni. Ma ancor di più deve puntare sulla praticità d’uso, su una semplicità e su una intuitività che sono caratteristiche indispensabili per interlocutori non sempre particolarmente esperti sugli aspetti IT del loro lavoro. Un progetto MES in ambito food è molto più complesso di un progetto realizzato in un qualsiasi altro ambito del manufacturing, perché ha molti più vincoli. Nel manifatturiero tutto è molto più lineare, le distinte sono più rigide; nel food le distinte sono molto flessibili e bisogna di temer conto di moltissimi aspetti, non ultima la questione delle date di scadenza. Nel mondo del food, il risultato di un ciclo di produzione è una etichetta che rappresenta tutte la catena di cose a concorso: macchine utilizzate, lotti, produzioni, operai. Le nostre soluzioni arrivano a gestire l’intero ciclo, arrivando fino al retail, coprendo di fatto potenzialmente tutti i soggetti che effettuano scarichi di bolle. Noi riusciamo ad arrivare fino al punto vendita tramite APP”.
Nel food, il MES deve integrarsi con i gestionali aziendali, ma con tutta una serie di altri sistemi e dispositivi, da quelli destinati al controllo qualità agli RFID ai sensori per il controllo delle temperature, deve poter gestire tematiche come il recupero o la gestione degli scarti, anche in una logica di rimessa in produzione, deve poter gestire magazzini locali e remoti, dialogando con i sistemi di monitoraggio di temperature e umidità, con procedure di alert automatici in caso di fuori soglia.
Dall’AI all’Image Recognition: gli sviluppi futuri
Per DNC lavorare sul MES non è un percorso acquisito, ma un “continuous improvement”, un miglioramento continuo.
“C’è una costante attività di ricerca e sviluppo e di aggiornamento continuo sulle tecnologie: stiamo integrando algoritmi di intelligenza artificiale per introdurre un elemento di predittività sugli scarti, stiamo pensando all’integrazione dell’RFID non solo nella logistica, ma anche sulle linee di produzione, per creare una associazione tra macchina e articolo e dunque introdurre elementi di automazione in alcune procedure grazie all’implementazione di questa tecnologia. Stiamo lavorando sull’image recognition per i controlli di qualità applicati direttamente durante il processo”.
Immagine da www.wikipedia.com
Articolo originariamente pubblicato il 06 Apr 2020