i dati dell'Osservatorio

Il Cloud nelle aziende italiane continua a crescere (+19%), ma serve un cambiamento culturale

Il mercato del Cloud raggiunge i 5,5 miliardi di euro. I principali benefici riscontrati dalle aziende nell’uso del Cloud sono: maggiore agilità dei sistemi tecnologici e operativi; innovazione di servizi e prodotti; migliori Time to market, produttività, sicurezza. I numeri dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano

Pubblicato il 05 Ott 2023

Gaia X


Il mercato delle tecnologie Cloud continua a crescere nelle aziende italiane, ma con ancora grandi spazi di miglioramento. Innanzitutto, il percorso di adozione non può essere guidato da migrazioni tattiche, disarticolate, frammentate: serve una visione olistica e complessiva di questa trasformazione.

La parola d’ordine è ‘consapevolezza’, quindi forte conoscenza di risorse e opportunità, per usarle al meglio, creando una cultura gestionale nuova nelle imprese e tra i diversi ruoli aziendali.

I principali benefici riscontrati sono: maggiore agilità dei sistemi tecnologici e operativi; innovazione di servizi e prodotti; migliori Time to market, produttività, sicurezza. Le maggiori difficoltà: mancanza di competenze, anche in questo ambito come in tutto lo scenario dell’innovazione; difficoltà a formarle; cambio del modello organizzativo; gestione dei costi, spesso non efficace, e pianificazione della spesa che è ancora una criticità.

Il mercato del Cloud in Italia

Il valore di mercato del Cloud in Italia quest’anno cresce del 19% rispetto al 2022, per una cifra che raggiunge i 5,5 miliardi di euro. È una tecnologia ormai molto diffusa nelle grandi imprese, che rappresentano l’87% della spesa totale, mentre nelle Pmi l’adozione passa dal 42% del 2020 al 64% attuale, pari al 13% della spesa complessiva, vale a dire 480 milioni di euro, il +34% in un anno.

Siamo ormai in un mondo ‘ibrido’, e sempre più multi-Cloud: il 90% delle imprese che lo adottano usa soluzioni hybrid, e circa la metà (49%) sistemi multi-Cloud.

A descrivere lo scenario e le sue tendenze è l’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, con il suo report annuale, giunto alla tredicesima edizione, e il relativo convegno che si è svolto nelle aule dell’ateneo e in streaming online.

Nonostante l’emergere di nuove complessità legate alla situazione geopolitica, alla crisi energetica e al conseguente aumento dell’inflazione (con potenziali impatti rilevanti su un servizio energivoro come il Cloud), le imprese nazionali hanno continuato a valutare positivamente i percorsi di digitalizzazione affrontati negli ultimi anni, ormai saldamente fondati nella “nuvola”.

I servizi infrastrutturali (IaaS) trainano la crescita

A trainare la crescita sono in particolare i servizi infrastrutturali (IaaS), che raggiungono 1,5 miliardi di euro (+29% sul 2022), arrivando a parimerito con la quota rappresentata dai servizi Software (SaaS), storicamente più diffusi.

“L’andamento dell’inflazione non ha rallentato la spesa delle grandi imprese in Cloud: la precedente allocazione dei budget delle grandi imprese su progetti strategici pluriennali, caratterizzati da contratti a tariffe bloccate, ha contribuito a mitigare gli effetti del rialzo dei prezzi sull’anno in corso”, sottolinea Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation.

E aggiunge: “gli ingenti investimenti dei grandi Cloud provider nel mercato italiano dei Data Center agiscono come indicazione di una crescente domanda per questi servizi”.

I numeri e risultati del Cloud nelle imprese

Ecco alcuni numeri e risultati: in continuità con gli anni precedenti, è la componente Public cloud e Hybrid cloud a registrare la dinamica di crescita più significativa, con una spesa di 3,7 miliardi di euro e una crescita del +24% sul 2022.

Tra le altre componenti della spesa complessiva Cloud, il Virtual e Hosted Private Cloud, cioè i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, raggiunge un miliardo di euro (+9%), mentre la Data center automation, ossia la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, cresce del +10% per un totale di 748 milioni di euro.

“A oggi la spesa Cloud italiana è rappresentata per l’87% dalle grandi imprese”, rimarca Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation, “che hanno raggiunto una consapevolezza sulla necessità di indirizzarla non solo verso l’adozione di nuovi servizi digitali, ma anche verso il consolidamento di quelli esistenti”. Le Pmi, tuttavia, “sono un comparto in grande crescita”, osserva Corso. “Grazie a iniziative sistemiche, come i fondi del PNRR, la spesa in Public Cloud è in crescita del 34% nell’ultimo anno”.

La Cloud Transformation nelle grandi imprese

La nuvola è ormai pervasiva nelle grandi imprese, dove mediamente oltre la metà delle applicazioni aziendali (51%) oggi risiede nel Cloud. Tuttavia, le sfide principali per una reale trasformazione delle modalità con cui le aziende fruiscono la tecnologia non sono certo terminate.

Dopo avere affrontato i passi più semplici, come l’adozione di applicazioni erogate in modalità SaaS o la migrazione di applicazioni già compatibili con il Cloud, il focus si sta spostando, da un lato verso un maggiore controllo della spesa e dall’altro verso l’ammodernamento del parco applicativo legacy a supporto dei processi core.

In questo scenario, “è ormai matura la consapevolezza del ruolo del Cloud come importante fattore abilitante la trasformazione digitale delle imprese”, sottolinea Stefano Mainetti, responsabile scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.

Serve un cambiamento culturale

Con la trasformazione del proprio modo di lavorare con approcci più agili e con una maggiore collaborazione fra Business e IT, le aziende “sono oggi più preparate per godere dei benefici di innovazione portati dalle piattaforme di intelligenza artificiale, dagli ambienti di sviluppo low-code e no-code e dall’emergere di nuove applicazioni enterprise”, fa notare Mainetti.

A questo si aggiunge la necessità di un cambiamento culturale. Ancora oggi, quasi due organizzazioni su tre (63%) dichiarano di misurare l’apporto del Cloud al business dell’azienda in base al risparmio sui costi rispetto a una configurazione on-premise.

Questo dato è espressione di una cultura organizzativa diffusa: invece di guardare al Cloud come una leva di efficacia nell’accelerare la digitalizzazione e l’innovazione, lo si adotta come mezzo di puro efficientamento, alimentando una narrazione che inibisce la vera trasformazione. Non è infatti un caso che tra le iniziative in ambito Cloud che si profilano nell’arco dei prossimi 12 mesi, la più dichiarata è l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse e dei costi della nuvola.

Una nuova sfida: il Cloud financial management

La nuvola impone nuove modalità di gestione dei sistemi informativi che si adattino alle logiche di fruizione as-a-service. La revisione dei processi di IT Financial Management, oggi prioritari per le imprese, potrebbe rappresentare un primo passo fondamentale da cui partire nella sperimentazione di nuove modalità di lavoro tra Direzione IT e business.

Per farlo, è possibile ispirarsi a paradigmi collaborativi come il FinOps, ormai best practice internazionale, che favorisce una maggiore responsabilizzazione dei dipendenti e identifica spazi di efficientamento nell’uso delle risorse.

L’incapacità di prevedere i costi del Cloud

Purtroppo però, quasi tre quarti delle imprese italiane (74% del totale) continua a gestire le risorse e i costi della nuvola secondo le logiche tradizionali dei sistemi on-premise che mal si adattano alla variabilità e dinamicità dei modelli di pricing del Cloud.

“L’incapacità di prevedere i costi del Cloud, la lentezza e la rigidità nell’adeguare i budget, comportano spesso difficoltà gestionali o, nei casi peggiori, il taglio o la riduzione di servizi”, denuncia Corso.

Che sottolinea: “in molti casi, purtroppo, questo fenomeno determina un rallentamento degli investimenti in digitale che colpisce soprattutto i progetti innovativi, che vengono sacrificati per poter invece garantire continuità ai servizi già in produzione. Una efficace Cloud Transformation, dunque, richiede una maggiore maturità nel prevedere e gestire dinamicamente le risorse economiche dedicate al Cloud”.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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