Capita spesso di vedere qualche nuovo video della Boston Dynamics in cui vengono illustrate le potenzialità degli ultimi prototipi realizzati. Il cane-robot Spot Mini è senz’altro uno dei più conosciuti, ha infatti ispirato le creature robotiche comparse in un episodio della serie TV, Black Mirror.
I video della nota azienda di robotica sono famosi per gli scenari che propongono, in cui i robot sono chiamati a compiere gesta impossibili (e ci riescono). Proprio da qui è partito chi ha pensato di farne, scherzosamente, una versione ‘fake’.
Si tratta della “crew” di Corridor Digital, che ha lanciato su YouTube un video in cui un robot, stremato dai ripetuti abusi infertigli da due umani, inaspettatamente reagisce. Contro ogni programmazione, il robot decide di ribellarsi al volere dell’uomo.
Il video porta le insegne di un’immaginaria Bosstown Dynamics e racconta ironicamente la ribellione dei robot, tanto temuta dagli esseri umani.
Per oltre 2.30 minuti il malcapitato robot viene nell’ordine buttato a terra con un calcio, percosso con una mazza da hockey, colpito ripetutamente con dei palloni, preso a sediate, colpito in testa con una bottiglia, frustato, raggiunto da colpi di proiettile, infine viene persino obbligato a fare il ‘tavolino’ per i suoi aguzzini.
Al termine di tutte queste sevizie, la creatura robotica, mentre tenta invano di afferrare un pacco dalle mani dei due umani che se lo lanciano tra loro come se fosse una palla, viene colpita ancora una volta alla testa.
E’ quello il momento in cui sembra andare in tilt, non risponde più alla sua programmazione e inizia a tirare calci alle parti basse dei suoi aguzzini, poi lancia il tanto bramato pacco, quindi butta letteralmente fuori dall’edificio i due minacciandoli con una pistola. Alla fine del video c’è anche il “making of” dove si vede che, naturalmente, le sevizie al robot erano solo un trucco cinematografico.
Qual è il vero obiettivo della Corridor Digital? Accrescere la propria popolarità facendo della riuscita satira sui video un’azienda molto conosciuta, ma anche probabilmente farci riflettere sui rischi connessi allo sviluppo della robotica. Che poi, in fondo, si tratta di rischi concreti o mere paure dell’uomo dei nostri tempi?