Gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi Confindustria (Rapporti di previsione – Centro Studi Confindustria mostrano un cambio di paradigma per l’economia italiana: gli scenari di politica economica. Autunno 2020) mostrano l’impatto degli incentivi fiscali per Industria 4.0, che per il 2017 e 2018 avrebbero prodotto investimenti per oltre 25 mld di euro. L’interessante elaborazione fornisce informazioni sui settori che maggiormente hanno sfruttato l’opportunità dell’iperammortamento – in testa Prodotti in metallo, Alimentare e Meccanica strumentale, sulle dimensioni delle imprese che hanno investito e sulla loro distribuzione territoriale. Purtroppo, la fonte dei dati (le dichiarazioni fiscali delle imprese) non ci permette ancora di avere dati complessivi sulle tecnologie maggiormente scelte dalle imprese, che a 4 anni dall’avvio del sistema di incentivazione restano un tema ancora poco indagato. Difficile quindi stabilire una relazione fra Industria 4.0 e efficienza energetica.
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I vari gruppi in cui sono state divise le imprese 4.0: quante hanno investito in efficienza energetica?
L’allegato A della legge 232/2016 definisce 3 gruppi di beni materiali. Il primo riguarda specificamente le macchine per la produzione e la logistica e comprende ben 12 categorie di macchine e impianti. Il secondo gruppo tratta dei Sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità e include 9 categorie. Infine, il terzo ed ultimo gruppo comprende 4 categorie di dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica «4.0». A nostra cognizione, ad oggi non vi sono dati che possano stimare l’ammontare degli investimenti suddivisi per categoria di beni e questo non permette di comprendere nel dettaglio quali scelte tecnologiche siano state ritenute prioritarie dalle imprese che hanno investito. Si tratta evidentemente di una ricerca complessa, anche considerando che in ogni categoria sono inseriti beni che possono avere costi di investimento sensibilmente diversi. Una valutazione “a valore” potrebbe quindi restituire una percezione errata della reale diffusione di una particolare tecnologia, se per esempio questa avesse un costo unitario molto elevato o molto contenuto.
Questa lunga premessa è necessaria per affermare che a oggi non conosciamo il numero di aziende che grazie all’iperammortamento hanno investito in componenti, sistemi e soluzioni intelligenti per la gestione, l’utilizzo efficiente e il monitoraggio dei consumi energetici e idrici e per la riduzione delle emissioni. Questa categoria di beni, che appartiene al secondo gruppo (assicurazione qualità e sostenibilità) è l’unica che riguarda in modo diretto ed esplicito il tema dell’efficienza energetica, dell’efficienza idrica e della riduzione delle emissioni.
Si tratta di quelle soluzioni che – secondo quanto specificato dalla circolare 4/E pubblicata da Agenzia delle Entrate e MISE – interagiscono a livello di macchine e componenti del sistema produttivo e basate sulla combinazione di sensori, sistemi di controllo e di elaborazione/simulazione connessi e in grado di gestire il consumo della risorsa energetica, idrica e per la riduzione delle emissioni in maniera intelligente recuperando o rilasciando energia in base allo stato del processo e delle macchine, ottimizzando la distribuzione di energia elettrica e minimizzando eventuali sovraccarichi (smart grid). Sono invece escluse soluzioni finalizzate alla produzione di energia (ad es. sistemi cogenerativi, sistemi di generazione di energia da qualunque fonte rinnovabile e non);
Una precisazione del Mise, pubblicata il 19 Maggio 2017, specifica che l’accesso alle agevolazioni fiscali per questi dispositivi è possibile se viene rispettato il requisito di interconnessione del componente con i sistemi aziendali in cui è installato. Inoltre, si ha accesso al beneficio fiscale solo se la soluzione esercita contestualmente il monitoraggio del consumo della risorsa energetica o idrica, la sua gestione e il suo utilizzo efficiente, tramite azioni automatizzate e dirette sul sistema produttivo.
I componenti e le soluzioni che agiscono sulla riduzione delle emissioni, dovranno invece, oltre a essere interconnesse, intervenire direttamente sul processo produttivo in cui sono installate nel caso di derive.
Nel caso in cui si parli di soluzioni o sistemi, questi dovranno essere dotati di una serie di sensori, dispositivi e di sistemi di controllo, di elaborazione e di simulazione che, secondo la visione di Industria 4.0, permettano di individuare, di analizzare e di attuare i possibili interventi da effettuare su un impianto.
La successiva circolare MiSE del 23 Maggio 2018 fornisce ulteriori interpretazioni che permettono di ampliare le tecnologie per l’efficienza energetica incluse nelle agevolazioni del Pacchetto Industria 4.0.
Industria 4.0: chi è ammesso all’iperammortamento
Sono ammissibili all’iperammortamento i sistemi di gestione dell’energia reattiva. Sono sistemi a servizio delle macchine elettriche del processo produttivo, basati sulla combinazione di sensori per la misurazione istantanea dei parametri di rete e di sistemi di controllo, elaborazione e simulazione, in grado di gestire l’energia fasando opportunatamente la potenza attiva e quella passiva. Ottimizzano quindi l’energia direttamente usufruibile dalle macchine e limitano eventuali sovraccarichi di tensione o dissipazioni energetiche. La loro installazione a servizio delle macchine e dei componenti del processo produttivo consente di ottimizzare la gestione dell’energia elettrica riducendo l’intensità della corrente, le perdite dovute alla trasmissione, il carico dei trasformatori e delle linee e la corrente assorbita dall’impianto di produzione.
Ammessi al beneficio anche i sistemi di controllo intelligenti e connessi per la gestione e il monitoraggio dei consumi energetici dei sistemi di produzione dell’aria compressa. Si tratta di soluzioni che interagiscono a livello di macchine, basate sulla combinazione di sensori, sistemi di controllo e di elaborazione/simulazione in grado di gestire i diversi componenti dell’impianto e di adeguare alla reale necessità delle macchine produttive la generazione di aria compressa, con conseguente riduzione dei consumi energetici.
Sono invece esclusi dalle agevolazioni 4.0, ma ammessi agli incentivi espressamente dedicati all’efficienza energetica, gli impianti per la produzione di energia, inclusi gli accumulatori; i compressori, che non rientrano in nessuna delle categorie di beni ammissibili all’iperammortamento; i sistemi di controllo e monitoraggio dei consumi energetici degli impianti di illuminazione e di tutti quegli impianti che interagiscono a livello di impianti generali e non produttivi in senso stretto. In quest’ultimo caso è opportuno notare che la discriminante risulta essere la destinazione d’uso dell’impianto; sono ammissibili i sistemi di controllo dei consumi energetici degli impianti di illuminazione utilizzati nelle serre per agevolare la crescita delle piante indoor, degli impianti di climatizzazione nei processi di essicazione e stagionatura dei prodotti, di microfiltrazione dell’aria nelle camere bianche, o degli impianti di compressione nel caso di ricarica di bombole di aria compressa.
La fabbrica come sistema connesso
A questo punto è opportuno notare che oltre alla categoria di beni sopra illustrata, l’introduzione di tecnologie I4.0 in azienda, se opportunamente progettata e condotta, produce per definizione una riduzione dei consumi energetici e un minore impatto ambientale a parità di produzione.
L’innovazione in chiave 4.0 non è rappresentata dall’introduzione di un macchinario all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, bensì nella possibilità di combinare diverse tecnologie per rendere la fabbrica un sistema connesso in cui macchine, persone e sistemi informativi collaborano fra loro per migliorare la produttività, la qualità e gli ambienti di lavoro.
In tale sistema l’ottimizzazione dei tempi di progettazione e realizzazione, la produzione on-demand, il maggiore controllo sul processo, la riduzione del margine d’errore, l’analisi delle informazioni di ritorno dal processo produttivo conducono al miglior uso delle risorse per la produzione, in termini di minor utilizzo di materie prime, riduzione di scarti e pezzi difettosi, consumo delle risorse energetiche necessarie, emissioni.
Molte ricerche recenti (p.es. quelle realizzate dall’Energy e Strategy Group del Politecnico di Milano dimostrano che una notevole percentuale delle imprese che hanno investito in modalità sistemica in progetti di efficientamento energetico, hanno avuto accesso agli incentivi previsti dal pacchetto 4.0. La motivazione è facilmente comprensibile. Se l’impresa affronta un intervento specifico su macchinari e impianti del sistema produttivo trova conveniente abbinarli ad investimenti in tecnologie che efficientino il sistema e mantengano attivi i benefici conseguiti. Ecco perché le imprese investono contestualmente in sistemi di monitoraggio dei consumi, in sistemi di combustione efficienti, nell’efficientamento degli impianti tecnici di servizio e nell’implementazione di Sistemi di Gestione dell’Energia.
La cumulabilità delle agevolazioni in vigore per i due ambiti – Industria 4.0 ed Efficienza Energetica – consente alle imprese di ammodernare i processi produttivi, migliorando nel contempo l’uso delle risorse, a cominciare da quella energetica. è però necessario che le imprese siano consapevoli di questa opportunità e definiscano una strategia di investimento che combini obiettivi diversi (efficienza produttiva ed efficienza energetica) con meccanismi incentivanti diversi ma integrabili. La fabbrica digitale può consumare meglio e inquinare meno, e produrre quindi risparmi per l’imprenditore e benessere per la società e l’ambiente.