Eco-design

Progettare prodotti sostenibili per l’autonomia europea da materie prime ed energia

Invece di correggere a valle gli effetti di un modello basato sul consumo di risorse, il legame tra sostenibilità ed economia si deve ripensare a monte, in fase di progettazione, di modo che tutti possano contribuire a ricostruire un modello basato sulla trasformazione delle risorse. La capacità di trasformazione dei prodotti e dei sistemi di produzione consegna al mondo dell’industria una grande responsabilità sui temi ambientali e sociali, ma allo stesso tempo, mette a disposizione altrettante e straordinarie opportunità di sviluppo, messe in luce dalla Sustainable Products Initiative della Commissione europea

Pubblicato il 01 Apr 2022

shutterstock_1846345477-1902×1070-1


Progettare prodotti sostenibili, oggetto di una iniziativa presentata qualche giorno fa dalla Commissione europea, presuppone di disaccoppiare lo sviluppo economico dall’uso delle risorse naturali, ripristinando l’equilibrio con la natura, a tutto vantaggio dell’ambiente in primis, ma anche dei consumatori, e delle imprese europee che oltre a risparmiare sui costi e a migliorare la qualità dei prodotti, potranno ridurre la dipendenza dalle importazioni e reagire meglio alle perturbazioni a cui sono soggette le catene di approvvigionamento globali.

Entro la metà del secolo, l’Europa mira a raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette e zero inquinamento, ma per farlo, deve necessariamente affrontare i temi legati al consumo eccessivo e agli sprechi. Al momento, la metà delle emissioni totali di gas serra e oltre il 90% della perdita di biodiversità e dello stress idrico provengono dall’estrazione e dalla lavorazione delle risorse. Inoltre, si prevede che il consumo globale di materiali, come biomassa, combustibili fossili, metalli e minerali raddoppierà nei prossimi quattro decenni, con una produzione annuale di rifiuti che dovrebbe aumentare del 70% entro il 2050.

Di fronte a prospettive tutt’altro che rassicuranti, la Commissione europea ha risposto con un nuovo pacchetto di misure sul Green Deal europeo volte a rendere i prodotti sostenibili “la norma nell’UE”, a promuovere modelli imprenditoriali circolari e a responsabilizzare i consumatori sulla transizione verde, affinché dispongano di strumenti adeguati sia a compiere scelte sostenibili che a tutelarsi dalle pratiche commerciali sleali (greenwashing) che abusano del loro interesse ad acquistare prodotti verdi.

Come annunciato per la prima volta nel 2020 dal Piano d’azione per l’Economia Circolare, lo scopo della proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili è far sì che i prodotti immessi sul mercato UE siano “a prova di circolarità”, riducendo radicalmente i rifiuti anche in settori come il tessile, l’edilizia e le apparecchiature elettroniche, finora mai regolamentati.

Progettare prodotti sostenibili per ridurre la vulnerabilità alle supply chain disruption

Abbandonare il modello take, produce, break and throw è possibile. E visto che, gran parte dell’impatto ambientale di un prodotto (l’80% circa) è determinato proprio in fase di progettazione, è da qui che si deve partire per contribuire a ricostruire un modello più sostenibile, basato sulla trasformazione delle risorse.

Una capacità che consegna al mondo dell’industria una grande responsabilità, ma allo stesso tempo, mette a disposizione altrettante e straordinarie opportunità di sviluppo. Del resto, è dimostrato che le imprese più virtuose in relazione al rapporto con l’ambiente, con i territori, con la gestione etica, inclusiva e responsabile, sono anche le imprese che affrontano meglio le turbolenze del mercato e che si dimostrano più performanti dal punto di vista dei risultati.

Sebbene nell’UE esistano già norme settoriali tese a rendere i prodotti più verdi e migliorarne l’efficienza energetica, serve un quadro più ampio per disciplinare in maniera armonizzata la sostenibilità ambientale al fine di accelerare la transizione verso un’economia circolare, climaticamente neutra ed efficiente sotto il profilo delle risorse, sfruttando appieno il potenziale del mercato unico ed evitandone la frammentazione.

L’iniziativa gioverà all’ambiente riducendo l’inquinamento e l’uso delle risorse, e conferirà all’Unione europea un vantaggio strategico migliorando sensibilmente la nostra indipendenza in termini di risorse (più che mai rilevante anche alla luce dell’attuale panorama geopolitico).

Inoltre, rafforzerà il mercato unico, facendo dell’UE un punto di riferimento nel campo della sostenibilità e creerà opportunità economiche di innovazione, in particolare per quanto riguarda la rifabbricazione, il riciclaggio e la riparazione.

Promuoverà, infine, la creazione di posti di lavoro nei settori della manutenzione, del riutilizzo, del riciclaggio, del ricondizionamento, della riparazione e delle vendite di seconda mano, che secondo le stime possono dare lavoro a 30-200 volte più persone rispetto alla messa in discarica e all’incenerimento. 

Oltre a ridurre l’inquinamento, progettare prodotti sostenibili ha ricadute positive su imprese e consumatori

La proposta segue la stessa impostazione dell’attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile, che da oltre un decennio promuove nell’UE miglioramenti dell’efficienza dei prodotti connessi all’energia. Solo nel 2021 le specifiche di progettazione ecocompatibile vigenti hanno permesso ai consumatori dell’Unione di risparmiare 120 miliardi di euro sulle bollette dell’energia.

La nuova proposta si applicherà alla più ampia gamma possibile di prodotti (tessili, mobili, materassi, pneumatici, detergenti, vernici e lubrificanti, insieme a prodotti intermedi quali ferro, acciaio e alluminio) e ricorrerà all’approccio comprovato della progettazione ecocompatibile per fissare specifiche a livello di prodotto che promuovano non solo l’efficienza energetica ma anche la circolarità e la riduzione complessiva degli impatti sul clima e sull’ambiente.

I requisiti, fissati attraverso disposizioni specifiche per prodotto, includeranno norme per rendere i prodotti più durevoli, affidabili, riutilizzabili e più facili da migliorare, riparare, mantenere e ricondizionare, oltre che più efficienti sotto il profilo dell’energia e delle risorse. La normativa potrebbe inoltre disciplinare le sostanze che ostacolano la circolarità o la quantità di contenuto riciclato nei prodotti e individuare modalità per semplificare la rifabbricazione e il riciclaggio. Una volta decise, le norme si applicheranno allo stesso modo a tutti i prodotti immessi sul mercato dell’UE, siano essi importati o fabbricati nell’Unione. 

La proposta consentirà di stabilire anche obblighi di informazione per i prodotti, così che il consumatore possa assumere consapevolezza rispetto all’impatto ambientale dei suoi acquisti e fare scelte più sostenibili lungo l’intera catena del valore. Inoltre, per tutte le categorie contemplate dalla proposta, saranno introdotti passaporti digitali di modo da migliorare la tracciabilità dei prodotti lungo tutta la catena del valore agevolando l’accesso alle informazione sia ai consumatori per scegliere con cognizione di causa che a chi si occupa di riparazione o riciclaggio per migliorare l’applicazione delle disposizioni giuridiche da parte delle autorità.

La proposta incentiva i prodotti sostenibili e permette di definire criteri obbligatori per gli appalti pubblici verdi, facendo leva sul potere economico delle autorità aggiudicatrici. Garantirà che sia mantenuto il valore dei materiali mediante misure tese a prevenire la distruzione dei beni di consumo invenduti, in particolare obblighi di trasparenza di ampio respiro per chi sceglie di disfarsi di questi beni, e la possibilità di vietarne la distruzione per certi gruppi di prodotti. Inoltre le nuove misure rafforzeranno la vigilanza del mercato e l’applicazione delle norme, aumenteranno il tasso di conformità e garantiranno condizioni di parità per tutti i prodotti immessi sul mercato dell’Unione.

Contestualmente alla presente proposta, la Commissione ha adottato un piano di lavoro 2022-2024 sulla progettazione ecocompatibile e l’etichettatura energetica come misura transitoria fino all’entrata in vigore del nuovo regolamento, volto a coprire nuovi prodotti connessi all’energia e aggiornare, rendendole più ambiziose, le norme per quelli già regolamentati. Il piano di lavoro riguarda in particolare l’elettronica di consumo (smartphone, tablet, pannelli solari), il flusso di rifiuti in più rapida crescita.

Progettare prodotti sostenibili giova alla reputazione delle imprese e aumenta la visibilità sulla supply chain

Come abbiamo detto, la proposta della Commissione europea sosterrà ancor più convintamente la dissociazione della crescita economica dall’uso delle risorse e il miglioramento della trasparenza lungo la catena di fornitura.

I materiali sono fattori produttivi essenziali per le imprese manifatturiere europee e rappresentano in genere, oltre il 40% dei costi di produzione: ne consegue che, usarli con efficienza è importante per la competitività in tutti i 14 ecosistemi industriali. Fabbricare prodotti più circolari e sostenibili fa risparmiare notevolmente sui costi e giova alla reputazione delle imprese grazie al miglioramento della qualità dei prodotti stessi, tanto è vero che molte aziende hanno già adottato questa logica.

Il regolamento proposto creerà, inoltre, condizioni di parità per le imprese che intendono vendere i loro prodotti sul mercato dell’UE. Evitando la frammentazione del mercato causata da requisiti nazionali discordanti in materia di sostenibilità, una normativa armonizzata amplierà i mercati esistenti e ridurrà i costi di conformità e gli oneri amministrativi per chi opera nell’Unione. Un’applicazione più rigorosa proteggerà poi, le imprese che rispettano le regole, garantendo al contempo che siano conseguiti gli obiettivi ambientali.

Per i consumatori, progettare prodotti sostenibili implica una maggiore consapevolezza e capacità di scelta

La nuova proposta della Commissione europea permette ai consumatori di ottenere informazioni più precise e prodotti di migliore qualità. Certo, si prevede un aumento dei costi di fabbricazione dei prodotti regolamentati, che potrebbe almeno in parte essere trasferito ai consumatori, ma l’esperienza maturata con l’attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile dimostra che tale aumento è più che compensato dai risparmi economici per i consumatori nel lungo periodo.

Prestazioni migliorate e una funzionalità estesa ridurranno la necessità di sostituire i prodotti e determineranno nel complesso un risparmio sui costi, anche grazie ad un minor consumo di energia e risorse (ad esempio il consumo di acqua di lavatrici e lavastoviglie), al miglioramento delle prestazioni, della durabilità e delle possibilità di upgrading e riparazione e a un maggior valore dei prodotti a fine vita.

Continuando a stabilire norme di progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia si realizzeranno risparmi energetici duraturi, particolarmente importanti vista l’attuale impennata dei prezzi dell’energia.

Progettare prodotti sostenibili: verso un’indipendenza strategica dell’UE a livello di risorse ed energia

Nonostante gli sforzi profusi per migliorare l’efficienza energetica e delle risorse, l’Unione deve ancora fare i conti con dipendenze strategiche da molti materiali e combustibili fossili. Di conseguenza, continua a essere vulnerabile agli shock sul fronte dell’approvvigionamento, alla volatilità dei prezzi e alle pressioni esercitate dall’accelerazione globale dei consumi sul lungo periodo.

Gli eventi recenti, in particolare la crisi legata al Covid-19 e l’invasione russa dell’Ucraina, hanno messo drammaticamente in luce le vulnerabilità delle catene di approvvigionamento. Il 20% circa delle materie prime che utilizziamo (pari a 1,53 Gt) è importato: tra queste in particolare minerali metallici di valore elevato, combustibili fossili a vita breve e materie prime critiche che in Europa scarseggiano.

Prolungando la durata dei materiali, mantenendone il valore il più a lungo possibile e promuovendo l’impiego di contenuto riciclato nei prodotti la proposta darà impulso a uno sviluppo economico disassociato dall’uso delle risorse naturali e ridurrà le dipendenze dai materiali, a vantaggio dell’autonomia strategica aperta e della resilienza dell’UE.

“È giunto il momento di porre fine al modello take, produce, break and throw, così dannoso per il nostro pianeta, la nostra salute e la nostra economia – commenta Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo – Le nuove proposte garantiranno che solo i prodotti più sostenibili siano venduti in Europa e consentiranno ai consumatori di risparmiare energia, riparare e non sostituire i prodotti rotti e compiere scelte ambientali intelligenti quando ne acquistano di nuovi. Solo in questo modo ripristineremo l’equilibrio nelle nostre relazioni con la natura e ridurremo la nostra vulnerabilità alle perturbazioni delle catene di approvvigionamento globali”.

Immagine fornita da Shutterstock

Valuta la qualità di questo articolo

C
Claudia Costa
email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5