manifattura circolare

Il ruolo abilitante del digitale per la sostenibilità: le esperienze di Vibram e Bolton Food

Nonostante le tecnologie digitali accelerino la sostenibilità, molte imprese, soprattutto PMI, non integrano adeguatamente i due aspetti. Nel corso dell’Industry 4.0 360 Summit aziende come Vibram e Bolton Food hanno portato la loro testimonianza per sottolineare come il digitale sia abilitatore e acceleratore di sostenibilità e innovazione.

Pubblicato il 24 Mar 2025

Che cosa si intende con industria 5.0


Digitale e sostenibilità sono due aspetti fondamentali per la competitività e la resilienza della manifattura. Il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità nelle imprese del mondo manifatturiero, in particolare, è strettamente legato alla disponibilità di conoscenza che arriva grazie alla digitalizzazione.

La transizione digitale e quella sostenibile sono due trasformazioni strettamente legate e interconnesse (tanto che si parla di Twin Transition): da un lato, il digitale è indubbiamente un fattore abilitatore (e acceleratore) dei cambiamenti necessari a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

Dall’altro, le tecnologie digitali hanno esse stesse un impatto sulla sostenibilità che non può essere tralasciato. Solo con un approccio sinergico queste transizioni possono essere governate e orientate, sfruttando la leva dell’innovazione digitale come fattore abilitante la necessaria trasformazione dell’industria in chiave sostenibile.

Proprio questi temi sono stati al centro della sessione “Manifattura circolare e sostenibile” dell’Industry4.0 360 Summit.

Digitale e sostenibilità: l’approccio delle aziende

Ma qual è l’approccio delle aziende rispetto a queste transizioni gemelle? Vengono davvero affrontate in modo sinergico? La fotografia restituita dall’indagine dell’Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano dice tutt’altro.

La ricerca mostra infatti che si tratta di tematiche affrontate in modo diverso dalle grandi aziende e dalle PMI in un contesto dove, in generale, le sinergie tra le Twin Transition sono poco esplorate.

Nelle grandi imprese il tema della sostenibilità è molto sentito: il 93% dichiara di investire intensamente in sostenibilità. Considerando chi investe intensamente sia in sostenibilità che in digitale, si arriva all’84%.

Per le PMI la situazione è diversa: circa un terzo investe intensamente in entrambe le aree, mentre oltre il 30% non investe né in sostenibilità né in digitale, evidenziando una consapevolezza e una maturità minori rispetto alle grandi imprese.

Gli investimenti sono perlopiù orientati o trainati dalla volontà di raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sebbene nelle grandi imprese vi sia attenzione anche all’etica decisionale e alla gestione del rischio (governance).

La principale motivazione del non investimento, soprattutto tra le grandi imprese, non è tanto il costo (che è una giustificazione per le PMI), ma una mancanza di idea sul percorso e sui benefici sinergici tra digitale e sostenibilità, evidenziando una necessità di orientamento.

Nel settore manifatturiero, gli investimenti sono spesso spinti dalla conformità normativa e dalla ricerca di efficienza. L’efficienza dei processi è spesso legata al tema della sostenibilità (es. gestione dell’energia, riduzione degli sprechi).

Esistono quindi ancora ampi margini di miglioramento nel rapporto sinergico tra sostenibilità e digitale, sia per le grandi imprese che, ancor di più, per le PMI.

Anche l’utilizzo del digitale per indirizzare la sostenibilità è ancora limitato. Nelle grandi imprese, il 61% dichiara di utilizzare solo parzialmente la sostenibilità per indirizzare l’utilizzo del digitale, mentre solo il 22% lo utilizza intensamente.

Nelle PMI queste percentuali sono rispettivamente circa il 25% per un utilizzo parziale e solo il 6% per un utilizzo intenso.

Per quanto riguarda l’utilizzo del digitale come elemento abilitante della sostenibilità, la situazione è leggermente migliore:

  • il 35% delle grandi imprese dichiara di utilizzare il digitale in maniera ampia e trasversale per indirizzare obiettivi di sostenibilità in tutte le aree ESG
  • un altro 30% delle grandi imprese dichiara un uso focalizzato del digitale, su specifiche tecnologie o aree di sostenibilità

Per le PMI, invece, si è solo all’inizio di un percorso molto lungo in entrambe le dimensioni del rapporto tra digitale e sostenibilità.

“Proprio perché la regolamentazione è il principale driver di investimento, il rischio che le semplificazioni introdotte dal pacchetto Omnibus possano disincentivare gli investimenti in sostenibilità è molto concreto”, commenta Giorgia Dragoni, Direttore Osservatorio Digital & Sustainable.

Digitale e sostenibilità nelle aziende, tra sfide e best practice: la testimonianza di Vibram

La sessione ha voluto approfondire sfide e opportunità delle Twin Transition dal punto di vista di aziende che hanno già adottato un approccio sinergico.

Ne è un esempio Vibram, azienda italiana, la cui sede storica si trova ad Albizzate, in provincia di Varese, che produce suole di gomma per calzature.

“Essendo un’azienda manifatturiera, per noi il digitale è funzionale al raggiungimento di risultati di innovazione, sia di prodotto che tecnologica, inclusa la sostenibilità”, spiega Marco Guazzoni, Sustainable Director dell’azienda.

“Abbiamo sempre cercato di essere leader di innovazione, di portare prodotti nuovi. Noi generalmente innoviamo seguendo il bisogno del consumatore. A seconda dei settori e cerchiamo di ridisegnare il prodotto, cambiare i materiali, fare quello che serve per arrivare a soddisfare questi bisogni”.

Guazzoni evidenzia che i maggiori successi sono stati ottenuti nel cambiare i processi produttivi, riducendo gli sprechi energetici e gli scarti industriali. L’utilizzo della misurazione digitale, in linea con i principi di Industry 4.0, ha permesso di fare significativi passi avanti in questo ambito.

Secondo Guazzoni la vera chiave è quando la sostenibilità diventerà un valore competitivo, portando vantaggi concreti, come aumento del fatturato o dei margini.

Vibram sta lavorando verso un digital product passport per fornire ai consumatori informazioni più chiare e comprensibili sulla sostenibilità dei prodotti. L’obiettivo è arrivare a un sistema simile alla classificazione energetica degli elettrodomestici, che faciliti la scelta dei consumatori.

Per Vibram, la durabilità dei prodotti è un aspetto importante, il che può rendere la misurazione della sostenibilità basata unicamente sulla CO2 penalizzante. Tuttavia, la consapevolezza del consumatore e l’acquisto consapevole, non necessariamente solo “sostenibile”, saranno ciò che guiderà le aziende e gli investimenti.

La sostenibilità per Bolton Food

Per Bolton Food, che gestisce circa l’11% del tonno pescato a livello globale (è titolare tra gli altri del brand Rio Mare), la sostenibilità è un approccio strategico e parte integrante del loro modo di fare business, guidato da un approccio trasformativo, globale, verticale e scientifico.

“I nostri stakeholder ci chiedono di pescare in modo sostenibile e di rispettare l’ambiente. E il digitale può fare tantissimo per questo”, spiega Luciano Pirovano, Chief Sustainable Development Officer di Bolton Food S.p.A.

Bolton è membro fondatore dell’International Seafood Sustainability Foundation, il cui motto è “science first”. Un esempio di come si traduce questo approccio nella realtà del business è l’utilizzo ecosandagli di nuova generazione collegati a satelliti per una pesca più selettiva, permettendo ai capitani di conoscere le dimensioni e le specie presenti prima di gettare le reti, grazie anche agli acoustic tag.

L’azienda, inoltre, sta sviluppando l’electronic monitoring con telecamere a bordo per monitorare le dimensioni, la quantità del pesce pescato e le condizioni delle persone a bordo.

“L’intellgienza artificiale e i satelliti ci aiutano, ad esempio, a contrastare una piaga del nostro settore: la pesca illegale, che riguarda circa il 20-30% di tutto il pesce pescato in alto mare”, spiega Pirovano.

“In base alla direzione e la velocità della barca si riesce a capire se è pesca illegale o meno”, aggiunge.

Digitale per la sostenibilità, altri casi d’uso nel manifatturiero

I casi d’uso che di mostrano il contributo del digitale nella sostenibilità sono diversi. Nonostante sia nato da circa un anno, l’Osservatorio Digital & Sustainable ne ha registrati di diversi.

“Un’azienda produttrice di componenti metallici di precisione ha sviluppato un sistema di acquisizione armonica di dati di processo basato su sensoristica, IoT e analisi di big data. Questo permette il monitoraggio in tempo reale dei parametri di produzione, consentendo di intervenire tempestivamente in caso di anomalie e riducendo significativamente gli sprechi evitando la produzione di componenti non conformi”, spiega Dragoni.

Altro caso è quello di un’azienda produttrice elementi in plastica e gomma per settori come il farmaceutico, che ha implementato un sistema di formazione basato su realtà virtuale e utilizzo di visori.

Gli operatori possono simulare l’ambiente produttivo, migliorando la formazione professionale e riducendo potenziali incidenti. Inoltre, l’utilizzo di questo sistema ha portato benefici anche in termini di costi, evitando interruzioni della produzione collegati a errori umani.

Sempre grazie all’utilizzo della realtà virtuale e aumentata, un’azienda del mondo farmaceutico ha migliorato i processi di manutenzione.

I visori forniscono agli operatori la lista di controllo delle operazioni, aumentando l’efficienza e riducendo lo stress. Sono stati sviluppati anche digital twin per effettuare operazioni di manutenzione da remoto, riducendo spostamenti ed emissioni di CO2.

Tenova ha implementato presso un’acciaieria Ori Martin un progetto chiamato Lighthouse acciaio 4.0 che include diverse tecnologie. “È un progetto molto articolato che vede l’implementazione di molte tecnologie”, spiega Dragoni. Tra queste vi è un sistema di computer vision che riconosce i rottami in ingresso per verificarne la qualità e la presenza di componenti anomali, migliorando la qualità del prodotto finito ed evitando inefficienze.

Sono stati introdotti anche componenti robotici per la campionatura nei forni, sostituendo operazioni manuali potenzialmente pericolose e permettendo agli operatori di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto.

“La tecnologia esprime il suo massimo valore quando affianca l’uomo, permettendogli di dedicarsi ad attività a valore aggiunto e riducendo lo stress”, aggiunge Dragoni.

Misurare e comunicare la sostenibilità: sfide e best practice

Quando si parla di sostenibilità e del suo legame con il digitale, una delle sfide maggiori riguarda la misurazione. Misurazione che è però indispensabile sia per monitorare i progressi e assicurare il progresso verso gli obiettivi prefissati che per far sì che la sostenibilità si trasformi in valore aggiunto.

L’approccio adottato da Vibram, sottolinea Guazzoni, è partito dall’adozione dell’LCA (Life Cycle Assessment) per misurare gli impatti dei materiali, dei processi e dei prodotti.

L’LCA ha aiutato a individuare i maggiori impatti per indirizzare gli investimenti in sostenibilità in modo efficace. Vibram ha esteso l’LCA a tutti i suoi prodotti, inclusi quelli realizzati da terzisti, arrivando a 20.000 prodotti all’anno.

“L’utilizzo dell’LCA permette anche di creare standard di mercato e di condividere informazioni con i clienti, influenzando positivamente l’intera filiera. Collaborare con il legislatore e partecipare a cluster di settore è fondamentale per definire standard comuni e promuovere la sostenibilità”, spiega Guazzoni.

Guazzoni evidenzia come l’LCA, pur misurando il passato, fornisca insegnamenti preziosi per l’innovazione e il miglioramento della qualità del prodotto.

Sebbene la performance rimanga prioritaria, l’innovazione può portare a ridurre gli impatti dei prodotti sulla sostenibilità del prodotto.

Il digitale è anche un alleato strategico per un altro aspetto tanto rilevante per il mercato (quindi del consumatore) che per i policymaker: la tracciabilità del prodotto.

Un aspetto cruciale per un’azienda come Bolton Food che opera nel settore alimentare.

“Bolton ha lavorato anni su questi temi, anche in partnership con il WWF ed è membro fondatore del Global Dialogue on Seafood Traceability per promuovere la tracciabilità all’interno del settore del Seafood”, commenta Pirovano.

Una tracciabilità solida e robusta non esisterebbe senza il digitale e l’innovazione tecnologica, soprattutto per aziende come Bolton Food. L’azienda, infatti, ha la sua fabbrica principale a Cermenate, dove si produce la maggior parte del volume per l’Europa, e altre 9 fabbriche satellite in giro per il mondo che si occupano del semilavorato.

“Per noi è essenziale non perdere di vista il pescato nemmeno per un momento dal momento che viene caricato sulla nave. Questo fa sì che dobbiamo gestire una quantità di dati enorme, con diverse variabili”, spiega Pirovano.

Per affrontare queste complessità l’azienda ha sviluppato un sistema di tracciabilità con IBM, certificato ISO 22005, che permette di risalire a tutte le informazioni sul prodotto semplicemente digitando il lotto.

Questo sistema fornisce informazioni in tempo reale su specie, zona FAO, metodo di pesca, nome della barca, certificazioni, etc.

“La tracciabilità è vista come un’opportunità enorme di educazione e comunicazione per i consumatori, utilizzando nuove tecnologie come QR code e mobile“, aggiunge.

Ma la comunicazione è indispensabile anche per promuovere la fedeltà al brand, in un contesto di mercato in cui le scelte di acquisto sono sempre più influenzate dai valori di sostenibilità.

Digitale e sostenibilità, le sinergie nella sfida della rendicontazione

Altro aspetto critico, oltre alla misurazione, è la rendicontazione della sostenibilità. In questo aspetto il digitale può contribuire su tre fronti:

  1. Raccolta, misurazione, controllo e monitoraggio dei dati. Il digitale facilita la raccolta di grandi quantità di dati necessari per la rendicontazione di sostenibilità
  2. Gestione del dato. Il digitale svolge un ruolo cruciale nell’assicurazione della qualità del dato, nei sistemi di cyber sicurezza per garantire l’integrità e l’inalterabilità dei dati, e nella visualizzazione di tali dati a scopo comunicativo
  3. Collaborazione lungo la filiera. Il digitale può favorire la collaborazione tra diverse funzioni aziendali e lungo l’intera supply chain, permettendo di raccogliere i dati necessari, effettuare misurazioni e migliorare le performance di sostenibilità in modo più efficace

Valuta la qualità di questo articolo

C
Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5