Garantire maggiore trasparenza sulla sostenibilità dei prodotti e combattere le pratiche di obsolescenza programmata: è questo lo scopo della nuova direttiva europea approvata oggi dal Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria.
La proposta per la direttiva “Dare potere ai consumatori per la transizione verde” era stata presentata dalla Commissione europea nel marzo del 2022 come parte del primo pacchetto di leggi mirate a favorire il passaggio a un’economia circolare – inserite all’interno del Green Deal europeo – e in revisione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali e la direttiva sui diritti dei consumatori.
L’approvazione del testo, avvenuta con 544 voti a favore, 18 contrari e 17 astenuti, rappresenta uno degli ultimi passi verso l’adozione della direttiva: il testo, infatti, sarà ora oggetto di negoziati con il Consiglio UE, che ha già adottato la sua posizione formale (lo scorso 3 maggio).
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Le norme per combattere il greenwashing
Il mandato negoziale approvato dal Parlamento prevede di vietare l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “naturale”, “biodegradabile”, “neutrale per il clima” o “ecologico” se non sono accompagnate da prove dettagliate.
L’obiettivo è anche quello di vietare le indicazioni ambientali che si basano esclusivamente su schemi di compensazione delle emissioni di carbonio.
Saranno vietate anche altre pratiche ingannevoli, come fare affermazioni sull’intero prodotto se l’affermazione è vera solo per una parte di esso, o dire che un prodotto durerà per un certo periodo di tempo o potrà essere utilizzato a un certo livello di intensità se ciò non è vero.
Per semplificare le informazioni sui prodotti, i deputati prevedono di consentire l’uso di etichette di sostenibilità basate su schemi di certificazione ufficiali o stabilite da autorità pubbliche.
La lotta all’obsolescenza programmata
Per allungare il ciclo di vita dei prodotti, la posizione adottata dal Parlamento punta sul vietare l’introduzione di caratteristiche progettuali che limitino la durata di un prodotto o che ne causino il malfunzionamento prematuro.
Inoltre, i produttori non dovrebbero essere autorizzati a limitare la funzionalità di un prodotto quando questo viene utilizzato con materiali di consumo, parti di ricambio o accessori prodotti da altre aziende (ad esempio caricabatterie o cartucce d’inchiostro).
Per aiutare i consumatori a scegliere prodotti più duraturi e riparabili, gli acquirenti dovrebbero essere informati di eventuali restrizioni alla riparazione prima di effettuare l’acquisto.
Inoltre, i deputati propongono una nuova etichetta di garanzia che indichi non solo la durata della garanzia richiesta per legge, ma anche la durata delle eventuali estensioni di garanzia offerte dai produttori.
Ciò contribuirebbe a mettere in evidenza i prodotti di qualità e a motivare le aziende a concentrarsi maggiormente sull’estenzione del ciclo di vita dei prodotti.
Il testo verso l’approvazione finale
Come già menzionato, il testo sarà ora oggetto di negoziati con il Consiglio. Una volta raggiunto l’accordo su una posizione comune, gli Stati membri dovranno recepire la direttiva entro 18 mesi dall’adozione e avranno altri sei mesi per iniziare ad applicarla.
“L’industria non potrà più trarre profitto dalla produzione di beni di consumo che si rompono al termine del periodo di garanzia. I consumatori dovranno essere informati in modo chiaro sulle opzioni e sui costi di riparazione. Le etichette dei prodotti informeranno i cittadini su quali prodotti sono garantiti per una durata maggiore e i produttori i cui prodotti sono più durevoli ne trarranno vantaggio”, commenta Biljana Borzan, Deputato del Pe e referente della direttiva al Pe.
“La giungla delle false dichiarazioni ambientali finirà, poiché saranno consentite solo le dichiarazioni ecologiche certificate e comprovate“, aggiunge.