Con la MicroGrid Siemens Italia avanza verso le emissioni zero

La nuova MicroGrid integrata installata nella sede Siemens di Milano è un sistema costituito da generatori fotovoltaici, sistema di accumulo, impianti di climatizzazione e colonnine per la ricarica di auto elettriche, il tutto controllato da avanzati software cloud per la gestione di Smart Bulilding. L’intervista a Claudio Picech, Chairman e CEO di Siemens SpA.

Pubblicato il 03 Lug 2019

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È entrata in funzione, nella nuova sede Siemens di via Vipiteno a Milano, la microrete elettrica intelligente, denominata “MicroGrid”. Si tratta in realtà non di una semplice rete di alimentazione, ma piuttosto di un sistema di generazione dell’elettricità integrato strettamente con un sistema di management dei due edifici della sede, trasformati in Smart Building grazie all’utilizzo di sofisticati software di gestione che girano in cloud.

Con l’entrata in funzione di questo nuovo impianto, Siemens si avvicina ulteriormente ai risultati che si è prefissata in tema di sostenibilità ambientale: dimezzare entro il 2020 le sue emissioni di anidride carbonica, e arrivare entro il 2030 a essere “carbon neutral”.

Le componenti

Al centro dell’impianto c’è un Pod, Point Of Delivery, che funge da connessione bidirezionale con la rete elettrica nazionale. Infatti l’altro componente principale dell’impianto è un sistema di generazione di elettricità a pannelli fotovoltaici, installato sui tetti dei due edifici e in grado di erogare fino a poco meno di un Megawatt.

In condizioni normali, i pannelli sono in grado di coprire tipicamente i tre quarti delle necessità della sede, mentre il resto dell’energia (certificata da fonti rinnovabili) proviene dalla rete. Ma quando gli uffici sono chiusi, o molto personale è in ferie, la produzione supera il consumo, e il surplus viene quindi immesso sulla rete nazionale.

In realtà c’è un terzo elemento dell’impianto che aiuta a gestire meglio picchi di carico o momenti di calo di produzione (per esempio dovuti a un maltempo improvviso). È infatti presente anche un’unità di accumulo, formata da batterie al litio e capace di immagazzinare circa 135 kWh.

A completare il sistema le colonnine di ricarica per auto elettriche, che all’occorrenza possono essere anch’esse bidirezionali, e quindi assorbire energia dalla batteria dell’automobile per immetterla nella grid aziendale; e infine un impianto di trigenerazione da 238 kW, che serve principalmente al riscaldamento/raffrescamento dell’edificio Leonardo, ex fabbrica degli anni ‘60 completamente ristrutturata.

L’impianto di trigenerazione è l’unica componente ancora alimentata con fonti non rinnovabili (gas naturale) ed è stato scelto per mantenere l’impronta di CO2 il più bassa possibile, in mancanza di alternative totalmente elettriche. Alternativa che è stato possibile installare nell’edificio Galileo, realizzato ex novo qualche anno fa, che è stato dotato di un sistema di climatizzazione funzionante tramite pompe di calore e acqua di falda, che a Milano è particolarmente abbondante e che in quella zona si trova ormai a una decina di metri sotto la superficie.

Supervisione software

Tutto il sistema di produzione dell’elettricità, climatizzazione, e i vari sensori degli edifici sono gestiti da un sistema di building automation formato da due sistemi software di controllo in cloud (uno dei quali è Desigo), a loro volta supervisionati da un sistema DEOP (Decentralized Energy Management System) che gestisce in toto la rete, tenendo conto addirittura delle previsioni meteo i cui dati gli vengono forniti automaticamente ogni due ore. Il software di gestione ottimizza quindi l’utilizzo delle risorse energetiche disponibili in base alle previsioni di produzione dell’energia e a quelle sul consumo, ottenute tramite due algoritmi diversi – uno basato su serie storiche e uno che utilizza machine learning e reti neurali.

Verso le emissioni zero

L’impianto Siemens è attivo da pochi mesi, ma ha già dato prova delle sue capacità e potenzialità. Dal punto di vista economico, ha permesso di ridurre all’incirca del 75% i costi di acquisto di energia elettrica per la sede, e considerando il sistema nel suo complesso l’azienda prevede il ritorno dell’investimento nel breve tempo di una dozzina d’anni.

Tuttavia, un impianto di questo tipo non si installa esclusivamente per il risparmio che consente, o comunque per mere ragioni economiche. Le ragioni davvero importanti per installare sistemi di questo tipo sono di carattere etico. Si inseriscono infatti in una politica aziendale che punta a offrire ai collaboratori degli ambienti di lavoro che non siano semplicemente efficienti e funzionali. Sono legate a principi come la ecosostenibilità, la lotta all’inquinamento, la riduzione dell’impronta sul pianeta: per esempio, gli apparati installati nella sede permetteranno a Siemens di arrivare all’obiettivo di dimezzare la produzione di CO2 entro il 2020, per poi puntare al ben più ambizioso obiettivo fissato dall’azienda per il 2030: essere “carbon neutral”.

Abbiamo parlato della MicroGrid di Siemens e dei principi che hanno portato all’ideazione dell’impianto con Claudio Giovanni Picech, Chairman e CEO di Siemens S.p.A. in questa intervista.

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Renzo Zonin
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