Manufacturing as-a-service

Con Weerg le lavorazioni meccaniche diventano un servizio e si ordinano online

Dal fondatore di Pixartprinting l’idea di creare in Italia a Scorzè un service internazionale per lavorazioni industriali in CNC o in additive manufacturing. Weerg promette consegna rapida e prezzi competitivi. L’intervista al Fondatore e Presidente Matteo Rigamonti

Pubblicato il 01 Ago 2023

HP MJF 5210 (2)


L’ormai collaudata produzione via CNC – macchine a controllo numerico – o quella fatta in additive manufacturing richiedono alta intensità di capitale perché operate con macchine piuttosto costose: offrirle as-a-service appare quindi sensato perché si può ottenere una produzione on-demand senza ingenti investimenti in attrezzature il cui utilizzo sarebbe intermittente. L’idea appare quindi logica e valida ma non tutte le sue implementazioni sono efficaci: Weerg sembra aver trovato la formula giusta (che comprende l’immissione degli ordini online e la preventivazione in tempo reale) dato che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 8,1 milioni di euro (+33%), una produzione di 3 milioni di pezzi e 700 mila euro di investimenti nell’ICT e nel reparto R&D.

Una crescita che stimola innovazione e perfezionamenti quali il recentissimo CNC Superfast (consegna entro 48 ore in Italia e entro 72 ore in Europa), l’ampliamento del parco macchine (ora sono 64) con 4 nuove stampanti Nexa3D per la produzione veloce di pezzi in resina ad alte prestazioni e l’adozione del Nylon PA 12 White, un materiale ad alte prestazioni adatto anche agli impieghi ortopedici e sanitari.

Weerg, il service senza i difetti del service

Parlando di materiali non possiamo non citare la grande scelta che Weerg offre ai suoi clienti: si possono fare lavorazioni CNC su 7 acciai, 5 leghe di alluminio e poi ottone, rame, bronzo e vari materiali plastici ad alte prestazioni, alcuni dei quali in metal replacement. Questi polimeri ad alte prestazioni sono disponibili anche per la stampa 3D insieme alla resina in stereolitografia.

Apprendiamo della nascita di una realtà tanto dinamica dalle parole di Matteo Rigamonti: “Nel 2014 ho venduto Pixartprinting, che era arrivata ad avere 500 dipendenti, e mi sono chiesto cosa avrei potuto fare in seguito. Ho anche provato a non lavorare ma, non riuscendoci, ho deciso di inventare qualcosa di simile a Pixartprinting con una complessità superiore. Avendo sperimentato la macchinosità dell’ottenere un pezzo meccanico su misura – contattare l’artigiano o l’azienda, accordarsi sulla lavorazione da fare e ottenere preventivi e tempi di consegna, però nebulosi – ho quindi pensato di fare un altro service di stampa, questa volta in 3D. L’idea è stata quindi quella di svecchiare un settore e così, partendo dall’esperienza di Pixartprinting, nel 2015 è nata Weerg offrendo un service per la produzione di pezzi lavorati in CNC. Le stampanti 3D quegli anni non ci sembravano in grado di lavorare con profitto fino a che, nel 2017, Hewlett Packard ha presentato una macchina matura per la produzione industriale e così abbiamo implementato anche il service di stampa 3D, che attualmente genera il 70% dei nostri utili”.

Abituarsi ai nuovi paradigmi

Le performances di Weerg sono molto positive, anno dopo anno, ma la stampa 3D cresce meno di quel che ci si aspettava e questo potrebbe dipendere anche dalle abitudini dei progettisti.

Matteo Rigamonti cita uno dei suoi esempi preferiti: “l’animale in cattività, se ha passato molto tempo in gabbia, potrebbe non uscire anche se gli si apre la porta. Può quindi capitare che i progettisti che disegnano pezzi o stampi per il CNC, e che devono rispettare i molti limiti delle macchine per la produzione sottrattiva, si adagino in questa impostazione e non percepiscano la libertà della stampa 3D anche se viene detto loro che non hanno quasi più vincoli. Per ‘uscire’ si fa fatica ma quelli che ci riescono apprezzano rapidamente questa nuova libertà”.

Le tecnologie

Weerg propone un efficiente service per la fornitura di pezzi con lavorazione CNC o con stampa 3D: entrambe queste attività sono in utile eppure nei vertici aziendali esistono ancora perplessità. Il nostro interlocutore ritiene infatti che “il CNC è ormai maturo ed è difficile immaginare avanzamenti tecnologici sostanziali perché esistono limiti fisici: si connota come statico anche se con ampi volumi e soffre per la concorrenza dei paesi in via di sviluppo che hanno un costo del lavoro molto più basso. Il mercato della stampa 3D è molto più promettente, in quanto più giovane, ma è da dimostrare che riesca a sviluppare le sue potenzialità. A fronte di una crescita importante, parliamo di incrementi del 70/80% anno su anno, notiamo come sia i service sia i produttori di stampanti abbiano risultati altalenanti e in alcuni casi negativi riguardo le quotazioni di Borsa. È una situazione contraddittoria che speriamo si chiarisca in futuro; è comunque un fatto che le ricerche su Google per ‘Stampa 3D’ sono scese molto nell’ultimo anno. Inoltre cercando CNC e selezionando immagini appaiono molte macchine e pezzi meccanici ma se si cerca Stampa 3D è molto più facile trovare pupazzi e cose frivole”.

A chi si rivolge il servizio di Weerg

In effetti Matteo Rigamonti paragona la sua situazione a quella degli scassinatori che hanno moltissime chiavi e le provano per vedere quale sia quella giusta: “riguardo il CNC stiamo sperimentando tutto, migliorando i processi, il preventivatore, il customer service. Per la stampa 3D abbiamo 16 HP Jet Fusion 5210 Pro, la più grande installazione al mondo e Weerg è il service che consuma più polvere a livello globale: al primo posto c’è un’azienda che produce per sé stessa. Weerg è in grado di generare guadagni, cosa non scontata nel settore, ma c’è una sproporzione fra il gran parlare che si fa della stampa 3D e i risultati delle aziende coinvolte, comprese quelle che costruiscono le stampanti”.

Rigamonti rileva che “non è semplice fare un identikit dei compratori aziendali “abbiamo censito i nostri 20 maggiori clienti, con l’intenzione di svilupparli ancor di più, e ci siamo resi conto che ci dovremmo rivolgere al progettista più che all’azienda in sé. Pensiamo che ci sia una certa fatica nel cambiare paradigma anche perché sembrano mancare sia gli innovatori sia una killer application”.

Crescere molto durante la pandemia

Il 2020 è stato favorevole per Weerg perché il codice ATECO di chi faceva stampaggio a iniezione è stato bloccato dalle restrizioni del lockdown mentre la produzione di plastica non è incorsa in queste chiusura.

Rigamonti ha quindi raccontato che molti clienti che si rivolgevano allo stampaggio “hanno dovuto cercare fornitori alternativi e quindi abbiamo lavorato molto. Molti di quelli che si sono rivolti a noi per la prima volta in quell’occasione hanno apprezzato la velocità della progettazione e della messa in produzione, così come la facilità nel migliorare una produzione sulla base di eventuali errori nella ‘tiratura’ precedente: Weerg è passata da 4 a 16 macchine HP proprio in quel periodo”.

Additive, Rigamonti: “Per il metallo è ancora presto”

La stampa 3D è contemporaneamente molto avanzata e artigianale, richiedendo quindi molta esperienza. Al momento Rigamonti pensa che “la tecnologia non sia adeguata a una stampa 3D del metallo che sia anche profittevole perché quella che usa i supporti richiede l’ulteriore fase della rimozione dei supporti stessi: fase complicata già con le materie plastiche e che è così impegnativa per il metallo da rendere non sostenibile questo tipo di manifattura”.

La tecnologia Binder Jetting di HP non ha bisogno di supporti, ma ha problemi di contrazione del pezzo finito oltre a vincoli dimensionali che limitano molto la grandezza del manufatto. Anche l’investimento necessario è rilevante – circa 2,5 milioni per la stampante e le indispensabili attrezzature complementari – e l’insieme nasce per tiratura da centinaia di pezzi e non per prototipi. Queste ragioni rendono competitivo il CNC: anche se la stampa 3D rende possibili geometrie precluse alle lavorazioni tradizionali, la nicchia alla quale si rivolge è attualmente troppo piccola.

Automazione per la produzione

La velocità di evasione degli ordini di Weerg deriva sicuramente da un parco macchine principali piuttosto nutrito, composto da 10 frese CNC e 16 stampanti 3D.

Ogni fresa è affiancata da un robot Kuka e questa dotazione permette di produrre mediamente 20/30mila pezzi al giorno, numeri che permettono di spedire tirature anche ampie in 3 giorni. Questo dato è comunque notevole considerando anche il fatto che vengono effettuati controlli sia sui file in ingresso, per verificarne la fattibilità in produzione, sia sui pezzi in uscita.

Al riguardo Matteo Rigamonti ha evidenziato “che se la tiratura è elevata i controlli finali vengono fatti a campione, sia perché sarebbe impossibile misurare tutto sia perché la produzione sia CNC sia 3D ha ormai un’apprezzabile costanza nella produzione. Nel corso degli anni abbiamo sviluppato sistemi di gestione efficienti, continuamente migliorati e che traggono vantaggio dal fare tutto in-house ottenendo workflow veloci ed efficaci”.

Weerg ha “comprato complessivamente più di 30 macchine HP perché abbiamo venduto le nostre prime stampanti per riacquistarle con le agevolazioni di Industria 4.0. Un altro fattore che ci permette di produrre a costi competitivi è l’automazione dei macchinari: un nostro addetto, pagato sicuramente di più rispetto a quelli di altri Paesi, riesce a controllare 10 macchine CNC e alcune di esse hanno centinaia di utensili in linea: questo permette un risparmio di tempo – uomo e macchina – notevolissimo perché il cambio di utensile è automatizzato”.

AI ed esperienza umana

Il controllo dei pezzi finiti praticamente non usa macchine automatiche o sistemi di riconoscimento delle immagini per un motivo semplice: “abbiamo sperimentato macchine automatiche ma i nostri addetti, molto specializzati, si sono dimostrati più veloci e altrettanto precisi: nel tempo necessario a settare la nostra macchina di misura uno dei nostri operatori ha già controllato 10 pezzi e quindi la macchina stessa è praticamente inutilizzata. In questo settore l’AI ci sembra attualmente meno efficace dell’intelligenza umana”.

L’AI, che Matteo Rigamonti considera più rivoluzionaria dell’esplorazione spaziale, viene attualmente usata in Weerg per scrivere testi e per cercare informazioni in modo meno alterato da bias commerciali rispetto ai risultati di ricerche generaliste. Un altro impiego sul quale si sta ragionando in azienda è la simulazione di processi in contemporanea e l’analisi morfologica dei pezzi per evidenziare per esempio sottosquadri difficili da rilevare con i metodi classici.

Clienti? Meglio professionali

Nell’esperienza di Weerg ci sono clienti di ogni tipo, dai team di Formula 1 alle aziende del settore militare passando per il costruttore di componenti per biciclette Ursus e per aziende dell’arredamento fino ai privati che fanno produrre qualsiasi, compresi i sex toys.

Non sembra esistere un settore di riferimento ma disaggregando in base al fatturato si trova che “2/3 grandi clienti fatturano molto ma la maggior parte delle aziende committenti sono PMI. I privati non ci convincono molto: sono in gran numero, fatturano poco e hanno un tasso di contestazione 6 volte superiore a quello della clientela professionale, dimostrando quindi una certa improvvisazione nella progettazione”.

Il reshoring? Non serve perché è tutto in-house

Fare tutto in casa  – la sede di 6.000 mq coperti è a Scorzè, nel veneziano – soddisfa anche un sentire personale di Matteo Rigamonti, che lo vede contrario al guadagnare con le commissioni invece che con la produzione diretta.

Una produzione accentrata è forse un po’ più costosa rispetto al commissionare a terzi in altri Paesi ma dà diversi vantaggi, fra i quali il controllo completo del ciclo produttivo, da quando arriva il file del progetto a quando viene consegnato l’ordine, e la possibilità, per il cliente, di parlare con chi sta materialmente seguendo il suo lavoro invece che con un intermediario chissà dove nel mondo.

“La posizione del sito produttivo di Weerg è favorevole perché vicina sia all’autostrada sia all’aeroporto e l’azienda non sente particolari limitazioni nella logistica: il 50% del lavoro viene dall’Italia, il 42% dall’Europa e il restante 8% è extra-UE; i contatti sono tenuti da un efficiente customer care in 5 lingue attivo 24/7. L’Italia si è rivelata una location favorevole anche dal punto di vista del mercato del lavoro, più dinamico rispetto a quello di altri Paesi soprattutto dopo l’abolizione dell’Articolo 18″.

Ict, dati e Industria 4.0

Weerg aderisce ai dettami di Industria 4.0 a partire dalle stampanti, con le ultime che sono certificate in tal senso.

Per quel che riguarda il personale Rigamonti evidenzia che “le circa 40 persone che lavorano in Weerg riescono a produrre un’enormità di pezzi e questo rende l’incidenza del costo del lavoro, che in Italia non è comunque esagerato, compatibile con una buona redditività aziendale. Sei persone dello staff si occupano esclusivamente di IT, ottimizzando il flusso di lavoro in un’ottica 4.0 nel quale le persone ‘fanno’ poco di materiale, controllando per lo più il lavoro delle macchine”.

Riguardo la raccolta e la gestione dei dati in Weerg si sa esattamente dov’è il singolo pezzo, in che fase della lavorazione è, chi se ne sta occupando e in quale stadio della spedizione si trova. Questo tracciamento è indispensabile perché “vista la mole delle lavorazioni giornaliere un 1% di contestazioni si tradurrebbe in centinaia di comunicazioni/telefonate. È grazie a queste informazioni capillari e costanti che sappiamo esattamente quanto, come e dove stiamo guadagnando, in una gestione che ci rende profittevoli mentre molti nostri concorrenti stanno soffrendo”.

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Nicodemo Angì

Metà etrusco e metà magno-greco, interessato alle onde (sonore, elettriche, luminose e… del mare) e di ingranaggi, motori e circuiti. Da sempre appassionato di auto e moto, nasco con i veicoli “analogici” a carburatore e mi interesso delle automobili connesse, elettriche e digitali.

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