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Come creare un percorso di miglioramento continuo puntando su dati e persone: l’esperienza di Cosmelux

Cosmelux, azienda che opera nel packaging cosmetico, ha affrontato la trasformazione digitale ponendo al centro le persone e la gestione accurata dei dati. Attraverso un approccio inclusivo e l’adozione di nuove tecnologie, Cosmelux ha saputo adattarsi rapidamente alle nuove esigenze del mercato, mantenendo la sua posizione di leadership e creando valore sostenibile.

Pubblicato il 20 Giu 2024

digital transformation cosmetic

Nel contesto della trasformazione digitale, l’importanza delle persone emerge come un elemento cruciale per il successo dei progetti di innovazione. La digital transformation non è solo una questione di implementazione di nuove tecnologie, ma richiede una sinergia tra strategie aziendali, tecnologie avanzate e, soprattutto, il coinvolgimento attivo delle persone.

Nel manufacturing i dati, in particolare, giocano un ruolo fondamentale ma rappresentano sia un’opportunità che una complessità da gestire. La raccolta e l’analisi accurata dei dati sono indispensabili per identificare le produzioni adatte all’automazione e migliorare l’efficienza operativa.

Il vero valore della trasformazione digitale si manifesta quando le persone sono al centro del cambiamento, capaci di assorbire e accompagnare i nuovi processi nel tempo. Attraverso un approccio graduale e inclusivo, le aziende possono evitare il fallimento dei progetti di digital transformation e garantire che le tecnologie non sostituiscano, ma elevino il lavoro umano, creando un ambiente produttivo agile e sostenibile.

Esempio concreto di questo è la storia di Cosmelux, azienda leader nei trattamenti di superficie nel settore del packaging cosmetico. Grazie a un approccio al cambiamento incentrato sulle persone e il supporto dei partner Kaizen Institute e FasThink, Cosmelux è riuscita a implementare con successo il suo percorso di trasformazione digitale, migliorando la sua capacità di rispondere alle esigenze del mercato, come standard elevati e personalizzazione dell’offerta.

Il percorso di digital transofrmation di Cosmelux

L’azienda trasforma prodotti di bellezza come rossetti, mascara e coperchi dorati o argentati di vasetti per creme, conferendo loro un aspetto estetico di prestigio. Cosmelux è parte integrante della filiera cosmetica che serve grandi marchi internazionali e italiani, tra cui L’Oreal, Estée Lauder, LVMH e Shisheido, nonché brand emergenti che si sviluppano rapidamente in risposta ai cambiamenti della società e dei modi di vivere.

Con un fatturato di circa 33 milioni di euro e un organico di 250-270 dipendenti, Cosmelux si confronta quotidianamente con clienti di dimensioni molto maggiori, operanti su scala globale. Questa dinamica impone all’azienda una costante necessità di adattamento e innovazione per soddisfare le elevate aspettative di servizio dei suoi interlocutori.

Nel 2022, Cosmelux ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione con l’ingresso di Giovanni Broggiato, inizialmente come consulente e poi come CEO nel 2023, in seguito a un passaggio di proprietà gestito in continuità con la famiglia fondatrice. La decisione di aprire il capitale a investitori terzi, come il fondo PM& Partners, è stata presa per garantire la continuità del progetto imprenditoriale in un contesto competitivo caratterizzato da forti discontinuità, inclusi rapidi avanzamenti tecnologici.

Broggiato, con la sua esperienza, ha assunto la leadership con la missione di identificare e sfruttare le opportunità offerte dalla transizione digitale e dalle nuove tecnologie. Il suo obiettivo principale è quello di definire un percorso di creazione di valore sostenibile e addizionale rispetto ai successi già conseguiti dall’azienda.

Tuttavia, il compito non è stato semplice: i tempi di sviluppo del progetto di trasformazione dovevano conciliarsi con le aspettative degli azionisti, che si attendevano un ritorno significativo sull’investimento in un periodo di tempo relativamente breve.

Di fronte a questa sfida, la domanda fondamentale che Broggiato si pone è come creare un percorso virtuoso e sostenibile di miglioramento continuo, partendo da una base di successo consolidata.

Collaborazione e innovazione: il ruolo di Kaizen Institute e FasThink nella trasformazione digitale di Cosmelux

La collaborazione con Kaizen Institute Italia è stata fondamentale per affrontare la trasformazione digitale.

“Era necessario fare un lavoro ad alto impatto sulle persone e sulle loro competenze per portarle a un livello superiore,” spiega Broggiato.

Coinvolgere attivamente tutta la squadra e riattivare le capacità latenti all’interno dell’azienda è stato il primo passo verso la ricomposizione del team da zero e la creazione di una “prima linea” aperta e disponibile al cambiamento.

Questo processo ha richiesto un forte coinvolgimento delle persone, facendo pensare ciascuno al proprio modo di salire di livello, riattivando competenze e capacità che erano già presenti nella loro esperienza.

L’ingresso di FasThink ha segnato un ulteriore passo avanti, mettendo la trasformazione digitale al centro del riassetto organizzativo di Cosmelux. FasThink ha affiancato l’azienda nel percorso di digitalizzazione, facilitando un’armoniosa integrazione dei sistemi informatici e delle tecnologie operative (OT).

La responsabilità operativa quotidiana del progetto è stata affidata a una persona interna con una lunga esperienza di fabbrica sul campo, sostenuta da un team di giovani talenti.

“Abbiamo lavorato molto, per esempio nella integrazione del WMS, sull’etichettatura e l’ingresso dei bancali. Abbiamo iniziato ad attivare cambiamenti significativi a partire dalla seconda metà del 2022 insieme e in dialogo con il team che FasThink ha messo a nostra disposizione. Nel tempo abbiamo messo in atto una serie di interventi che partono dall’Intralogistica, dallo sviluppo della pianificazione, alla creazione di un sistema di raccolta dati dal campo che ci consentisse di prendere decisioni data dependent sempre più accurate”, racconta Broggiato.

Come Cosmelux ha affrontato la sfida della raccolta e gestione dei dati

Uno degli aspetti cruciali del progetto è stata la raccolta e gestione dei dati. Cosmelux ha dovuto ripensare completamente la propria rete dati, passando da una rete wi-fi instabile a un’infrastruttura robusta e capillare.

Questo ha permesso di creare meccanismi di raccolta dati dal campo, essenziali per prendere decisioni basate su dati accurati e oggettivi.

“Adesso i risultati cominciano ad arrivare, ed è il momento più delicato, in cui dobbiamo fare in modo che le persone si sentano protagoniste,” prosegue Broggiato.

Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda han quindi adottato un approccio inclusivo, coinvolgendo anche gli operai sulle linee di produzione.

“Una delle cose importanti che abbiamo fatto è dire ai tecnici di linea: vi mettiamo dei dispositivi sulla linea per rilevare che cosa state facendo e come lo state facendo, vi diamo un ground accounting, con le indicazioni sullo scarto, i passaggi di pianificazione, per mappare i controlli di qualità, rafforzare la sicurezza del luogo di lavoro”.

Questo ha aumentato la consapevolezza e l’orgoglio degli operatori sul campo, contribuendo a generare consenso attraverso i risultati.

Miglioramento della qualità e personalizzazione: i primi risultati del percorso di digital transformation

I primi risultati della trasformazione digitale di Cosmelux si sono manifestati principalmente nella qualità complessiva dei processi e dei prodotti.

Dopo la pandemia, l’industria cosmetica ha subito una rapida evoluzione, avvicinandosi agli standard di servizio tipici delle filiere industriali più avanzate, come l’automotive e la farmaceutica. I clienti di Cosmelux oggi non si accontentano più di ricevere i prodotti integri e puntuali, ma richiedono anche etichettature personalizzate, QR code condivisi e altre specifiche avanzate.

Queste nuove esigenze, arrivate in maniera repentina, hanno reso necessario un rapido adattamento da parte dell’azienda. Sebbene l’inizio sia stato complesso, Cosmelux sta ora raggiungendo gli obiettivi prefissati, grazie soprattutto alla raccolta dati dal campo che permette di oggettivare i risultati e monitorare i progressi in termini di qualità. Questo approccio ha giustificato gli investimenti effettuati.

Convincere la proprietà della necessità di un progetto di trasformazione digitale, che spesso non ha un ritorno sull’investimento immediatamente quantificabile, è una sfida complessa. Questo è particolarmente vero quando la proprietà è rappresentata da investitori istituzionali che valutano la creazione di valore su un arco temporale limitato.

Il valore intangibile della trasformazione digitale: servizio, talenti e sostenibilità per mantenere la leadership

Tuttavia, una parte significativa del valore generato è intangibile: si misura in termini di capacità di servizio, attrazione di talenti e sostenibilità del modello operativo. Questi sono elementi fondamentali per i principali clienti di Cosmelux e caratterizzano un’azienda di successo.

Il progetto di trasformazione digitale sta anche definendo nuovi standard per il settore, ampliando il divario competitivo rispetto agli operatori meno propensi al cambiamento.

“È un momento ‘darwiniano’, sopravviveranno solo coloro che sono capaci di adattarsi in tempi brevi alle nuove sfide. È importante però mantenere il focus sui dati, non inseguire le chimere o innamorarsi della complessità. La misurazione dei dati dal campo ci consente di oggettivare le nostre scelte. Possiamo anche lavorare su what if scenarios e fare valutazioni più accurate di convenienza. Sono convinto che questi valori intangibili saranno sempre più riflessi nelle valutazioni aziendali”, spiega Broggiato.

“Convincere o meno proprietà e/o stakeholder è un lavoro da fare insieme consapevoli che avviare la trasformazione è difficile ma poi i risultati arrivano a grappolo: più le persone sono ingaggiate più velocemente i risultati arrivano accrescendo il valore aziendale”, conclude.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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