Robotica e meccatronica, automazione avanzata e software sono il cuore delle innovazioni che plasmeranno il futuro della manifattura italiana. E proprio a queste tre tematiche è dedicato il District 4.0 un’area speciale nel cuore dei sei padiglioni espositivi della prossima edizione di SPS Italia (Parma, 28-30 maggio). Nel District 4.0, oltre a prodotti e soluzioni, ci saranno soprattutto dimostrazioni dal vivo, anche con elementi di fabbriche visibili.
Se ne è parlato nella puntata del 24 aprile di Italia 4.0, la trasmissione condotta da Andrea Cabrini sul canale Class CNBC (Canale 507 di Sky), che potete rivedere e in streaming qui.
A discuterne in studio, a rappresentare meccatronica, robotica, automazione e digitale, Michele Viscardi di Cosberg (nonché presidente di Aidam, Associazione italiana di automazione meccatronica), Gianmichele Piciocco di Mitsubishi Electric Factory Automation e Michele Dalmazzoni di Cisco; con loro Donald Wich, Amministratore Delegato di Messe Frankfurt Italia, la società che organizza SPS Italia, e Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio sull’IoT del Politecnico di Milano, che nei giorni scorsi ha presentato i risultati di una ricerca condotta sulle aziende italiane.
Indice degli argomenti
Il comparto dell’automazione reagisce alla stagnazione
Un appuntamento, quello con SPS Italia, che da ormai quasi dieci anni è la più importante vetrina dedicata al mondo del manifatturiero in Italia e che prosegue il proprio trend di crescita. “Siamo alla nona edizione di SPS e anche quest’anno stiamo crescendo – sottolinea Donald Wich – tutti gli indicatori che abbiamo sono positivi è il mood è molto buono nonostante il momento economico non sia dei migliori”.
“Sappiamo che i dati macroeconomici non sono favorevolissimi, ma la nostra iniziativa è un po’ un’eccezione in tal senso – prosegue l’AD di Messe Frankfurt Italia – e ci aspettiamo molto anche da questa edizione. Le aziende sentono la necessità, in tempi difficili, di investire per migliorare la produttività che sappiamo essere il primo motore di crescita. Le aziende stanno rispondendo in tal senso per essere sempre più competitive a livello nazionale e globale. È questo per l’industria italiana è fondamentale”.
Digitalizzare le imprese per rimanere competitivi
Il tema centrale, anche in questa edizione, rimane, quindi, quello della spinta verso la digitalizzazione delle imprese e su questo sembrano concordare tuti gli operatori del settore. “Penso che ormai l’industria 4.0 e la digitalizzazione delle fabbriche sia un percorso di cui non si può più fare a meno – sottolinea Viscardi – e, in fin dei conti, se si vuole rimanere competitivi sui mercati e se si vuole competere sui mercati emergenti, soprattutto nella automazione industriale, bisogna digitalizzare i propri processi e le proprie fabbriche”.
L’attenzione è, però, puntata sul governo e sui provvedimenti che possano dare una spinta adeguata alle imprese. “Non possiamo permetterci l’incertezza – sottolinea Dalmazzoni – perché non partiamo dalla situazione di vantaggio come paese, ma scontiamo un ritardo e, quindi non ci possiamo permettere esitazioni. Ricordiamo che parliamo di piccole e medie imprese, che sono imprese che non hanno dipartimenti dedicati e che sono, quindi, molto sensibili al clima del paese. E allora ben vengano la rifocalizzazione e i messaggi positivi che arrivano dal governo, perché ora c’è bisogno di fiducia e entusiasmo perché adesso si deve galoppare”.
Si tratta, però, di una situazione ancora di attesa da parte delle imprese, sopratutto da quelle medio piccole che faticano di più ad adeguarsi a questo trend di digitalizzazione spinta. “Il segnale è coerente – spiega Piciocco – e quindi tutto il mercato sta andando in questa direzione. Ma non abbiamo ancora capito se viene tirato dal concetto di industria 4.0 o se è un mercato che ci crede realmente. C’è una fase di attesa, si guarda che cosa succede anche sul piano politico”.
La manifattura italiana alla sfida dell’Internet of Things
Tra i temi centrali di questo processo di digitalizzazione, che vedrà la sua importante vetrina a SPS, c’è ovviamente quello lottato all’Iot, l’Internet delle cose. Un comparto in forte crescita, come emerge dall’osservatorio del Politecnico di Milano. “Abbiamo un mercato sano, che cresce del 40% – sottolinea Salvadori, il direttore dell’Osservatorio – e che vede, tra le applicazioni più dinamiche, quelle legate all’auto, alla casa, e alla fabbrica. È un mercato che mostra come si sia arrivati in una fase di maturazione in alcuni ambiti ma come ci sia ancora da fare in altri. Ci sono settori come la casa e la fabbrica che crescono a ritmi molto elevati ma su cui bisogna ancora fare molto in termini di crescita dell’ecosistema, Noi prevediamo una crescita a doppia cifra anche per il 2019 e crediamo di poter superare un valore di 6 miliardi di euro”.
Un tema, quello dell’Iot, su cui l’attenzione delle imprese, all’atto pratico, si dimostra molto alta. E tutti sembrano puntare con forza sullo sviluppo di tecnologie adeguate. “Dal nostro punto di vista l’IoT può creare nuovi business per le aziende – spiega Viscardi – perché andando a monitorare qualsiasi sensore e qualsiasi dispositivo all’interno di una macchina si può incominciare a intravedere un futuro non solo di vendita ma anche di noleggio di macchinari industriali. Qui si apre un mondo particolarmente nuovo sulla gestione delle macchine e su tutto quello che riguarda l’assistenza. Grazie all’intelligenza artificiale può addirittura pensare a macchine che pensano da sole all’assistenza, ma anche che possano chiamare il service e ordinare i pezzi di ricambio in automatico tenendo conto del timing necessario a non fermare la macchina”.
Un argomento su cui è particolarmente sensibile, ovviamente, anche chi si occupa di software e gestione delle reti. “Cisco è innanzitutto un’abilitatore per questo mondo – sottolinea Dalmazzoni – e la nostra mission è quella di connettere le cose con le persone. In questo scenario garantiamo che il dato venga reso disponibile alla persona giusta, nel momento giusto ma, soprattutto, che sia integro e sicuro. La maggior parte delle attività che stiamo svolgendo riguarda proprio il rifacimento delle reti nel mondo manifatturiero, secondo una design guide che noi validiamo per dare serenità agli imprenditori. Questo consente anche una comunicazione più integrata tra uffici e fabbriche che, fino a oggi erano mondi separati”.
L’Internet delle cose, giocoforza, interessa anche chi si occupa di fornire alle macchine la componentistica adeguata.
“Noi ci possiamo definire 4.0 ready perché ci occupiamo di prodotti che costruiscono macchine – spiega Piciocco -. Noi non forniamo la macchina al cliente finale o al costruttore ma forniamo i pezzi singoli che devono essere pronti a essere utilizzati. Componenti che devono essere compatibili con degli standard di sicurezza che il cliente vorrà ottenere, pronti a essere interconnessi con le reti aziendali e ai sensori. Il fatto di essere pronti è ciò che distingue chi fa il prodotto, che non fa l’Internet delle cose ma che si mette a disposizione di chi le utilizzerà”.
Il District 4.0, le fabbriche entrano in fiera
Tra le novità più importanti di questa edizione di SPS, come già sottolineato, quella di avere, oltre alle aree espositive tradizionali, anche i tre distretti che diventano una sorta di grande “demo” dello stato dell’arte della manifattura.
“Le aziende porteranno moltissime novità – spiega Wich – ma anche dimostrazioni, dal vivo, di quelli che sono i processi 4.0. In questo senso abbiamo agevolato la loro capacità di manifestarsi creando oltre all’area espositiva, un District 4.0. Si tratta di tre aree ben distinte, su sei padiglioni espositivi di cui disponiamo, una dedicata alla robotica e alla meccatronica, una all’automazione avanzata e l’altra al software e al digitale”.
Zone espositive in cui ci sarà grande spazio è dedicato proprio alla dimostrazione live dei processi aziendali.
“Quella dedicata alla robotica, ad esempio – prosegue Wich – avrà dimostrazioni dal vivo e ci saranno degli elementi di fabbriche visibili che consentiranno, sia agli operatori che agli studenti, di vedere come si manifestano questi processi. Stiamo cercando di creare un ambiente sempre più interattivo e la fiera del futuro sarà sempre più customizzata sulle esigenze dei produttori e dei consumatori. Pensiamo a una sempre maggiore integrazione tra il mondo della produzione e quello digitale e, in proiezione futura, a quello delle reti, il 5G, che inizia a manifestarsi, e che consentirà sempre più questo scambio di dati per la tecnologia IoT”.
Il Cobot, robot collaborativo tra marketing e realtà
L’occasione di SPS, quindi, diventa anche punto di partenza per la discussione sulle nuove tecnologie è permette di testare, produzione alla mano, quanto alcune delle “promesse” di prodotti rivoluzionari abbiano un riscontro reale nel mercato. Tra queste non poteva mancare il comparto della robotica collaborativa di cui si parla da lungo tempo. “Il Cobot è sicuramente un grande evento a carattere di marketing – spiega Piciocco – anche perché il robot nasce come strumento industriale e, come tale ha bisogno di caratteristiche industriali, che sono velocità e precisione, ma anche peso e area di lavoro. Se parliamo di sicurezza, siamo in ambito industriale e noi proponiamo molte soluzioni, ma se parliamo invece di collaborazione, e di lavoro a stretto contatto, uno a uno, allora il robot collaborativo forse non ha ancora trovato la giusta collocazione nel mondo dell’industria”.
Una strategia, quella di Mitsubishi Electric, che in parte viene condivisa anche da Viscardi. “Facendo macchine prototipo abbiamo l’uomo al centro – spiega – e ci basiamo sul nostro capitale umano. Noi, come azienda, non abbiamo ancora proposto un Cobot proprio per il discorso che abbiamo impianti a cadenze molto alte. Si tratta di ritmi molto spinti ma, allo stesso tempo, flessibili, cosa che un robot collaborativo non è ancora in grado di dare. Anche secondo me il robot collaborativo è in una fase di hype di marketing. Anche perché è un oggetto molto affascinate che può dare suggestioni future, ma non lo vedo ancora collocato nelle nostre Pmi, e nemmeno nelle grandi imprese, dove la produttività serve”.
A onor del vero, va detto che la robotica collaborativa rappresenta oggi solo una frazione minimale delle vendite di robot, ma che risulta in fortissima crescita. Ne parliamo approfonditamente in questo articolo tratto da un’altra recente puntata di Italia 4.0 dove c’erano ospiti Kuka, Fanuc, Comau e Universal Robots, quattro aziende impegnate attivamente nello sviluppo di queste soluzioni.
Spazio alla formazione ma attenzione anche ai “formatori”
Anche in questa nona edizione di SPS ci sarà grande spazio anche per il tema della formazione e delle competenze che, ormai, sono considerati da tutti come elemento strategico per la crescita.
Un’attenzione che sarà rivolta agli studenti, ai lavoratori che hanno bisogno di formazione continua, ma anche agli insegnanti, che devono essere preparati per aiutare i giovani a cogliere le sfide del futuro. “Il tema della formazione è di grande attualità e lo stiamo sviluppando da anni dentro SPS – sottolinea Wich – e quest’anno avremo una serie di nuove iniziative per dare risposte a una grande richiesta che arriva dalle aziende, quella di avere a disposizione personale qualificato. Tutte le innovazioni di cui stiamo parlando hanno, infatti, bisogno di personale qualificato, di tecnici, che, al momento, sul mercato non ci sono. All’interno di SPS, avremo una sorta di accademia della competenza, che per metterà di dare anche formazione agli insegnanti, e questo è un tema che troverà sempre più spazio nella nostra fiera”.
“Noi, come Aidam, associazione dell’automazione meccatronica, che ha 70 aziende, per oltre 2 mila addetti e 600 milioni di fatturato – sottolinea il presidente Viscardi – avevamo firmato un protocollo con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca perché mancano i tecnici specializzati per le nostre macchine e per quelle dei nostri clienti. Abbiamo, quindi, firmato un protocollo di intesa con il Miur per lavorare sulle linee guida di ITIS e ITS per selezionare gli argomenti più importanti per chi costruisce macchine e impianti, per arrivare alla formazione di periti meccatronici specializzati in Industry 4.0. È già partito un progetto pilota con 4 istituti, che potrà essere allargato anche ad altri. Noi proponiamo in SPS anche la formazione dei docenti perché è necessario che i docenti abbiano le competenze adeguate e, allora, dobbiamo trasferire loro conoscenze adeguate”.