i risultati del 2024

Phoenix Contact chiuderà il 2024 in calo e guarda a Turchia, Messico e India, Leidecker: “Le regole europee frenano l’innovazione”

Phoenix Contact prevede di chiudere il 2024 con un calo delle vendite, stimando un fatturato di circa 3 miliardi di euro, a causa del difficile contesto macroeconomico e geopolitico. L’azienda sta registrando una crescita in mercati di nicchia, ma i settori tradizionali come la costruzione di macchinari e l’industria automobilistica stanno subendo cali significativi. Il COO Ulrich Leidecker annuncia investimenti fuori dallo spazio economico europeo.

Pubblicato il 15 Nov 2024

Phoenix Contact


Phoenix Contact chiuderà il 2024 con un fatturato in calo a circa 3 miliardi di euro: sono questi i primi risultati sull’andamento annuale in azienda commentati in anteprima da Ulrich Leidecker, COO di Phoenix Contact, nell’ambito della partecipazione dell’azienda alla SPS di Norimberga.

Leidecker ha spiegato che anche se l’azienda sta registrando buone performance in mercati di nicchia – come le reti intelligenti o le stazioni di rete locale, i data center e la logistica – il difficile contesto macroeconomico ha frenato la crescita dell’azienda.

Quasi tutti all’estero gli investimenti pianificati per il 2025. Una strategia per affrontare un contesto di mercato che in Germania e nel resto dell’Europa, diventa sempre più regolamentato.

Phoenix Contact, la lenta ripresa economica frena la crescita dell’azienda nel 2024

“La ripresa economica, purtroppo, non sta avvenendo così rapidamente e vigorosamente come inizialmente avevamo previsto”, ha riassunto Leidecker. Alla luce della situazione attuale, Phoenix Contact chiuderà l’anno fiscale 2024 con una diminuzione del fatturato, stimato intorno ai 3 miliardi di euro. Un calo rispetto ai 3,5 miliardi fatturati nel 2023, anno in cui l’azienda aveva già riportato una flessione rispetto all’esercizio precedente del 2%.

Il 2022, tuttavia, era stato un anno di crescita “eccezionale” per l’azienda che, superati i problemi relativi alle difficoltà di approvvigionamento, aveva registrato un rimbalzo delle vendite chiudendo l’anno con una crescita di fatturato del 20% sul 2021.

Nel 2024 Phoenix Contact ha registrato una crescita in alcuni mercati di nicchia, come quelli delle Smart Grids, delle stazioni di distribuzione locale, dei Data Center e della logistica.

I mercati principali tradizionali, come la costruzione di macchinari e l’industria automobilistica, stanno invece subendo forti cali.

A pesare sulle performance dell’azienda il difficile contesto macroeconomico e geopolitico, con le tensioni causate dai conflitti in Ucraina e in Medioriente, le prospettive di ripresa incerte dell’economia americana e una situazione ancora complessa (anche se in ripresa) in Cina.

Phoenix Contact sta affrontando la situazione economica attuale con programmi di riduzione dei costi, lavoro a orario ridotto e una maggiore resilienza nelle catene del valore, per preparare l’azienda alla prossima fase di crescita. Per ridurre la dipendenza da singole regioni economiche, l’azienda sta investendo in nuovi mercati come il Sud-est asiatico e il Messico.

Cambio ai vertici dell’azienda

“In questi tempi difficili, diventa per noi ancora più cruciale mantenere la continuità e la stabilità nella gestione aziendale”, ha sottolineato Leidecker.

Con Dirk Görlitzer, una figura di lunga esperienza, che assumerà la presidenza della direzione di Phoenix Contact nel 2025, ci si prepara per una transizione. Frank Stührenberg, attuale presidente e CEO, andrà in pensione a fine dicembre dopo 33 anni in azienda.

Per garantire una transizione senza problemi, Görlitzer e Stührenber condividono già la presidenza della direzione dal 1º luglio. L’uscita pianificata di Stührenberg alla fine dell’anno offre a Görlitzer, insieme agli altri membri di lungo corso della dirigenza, ottime prospettive per sviluppare con successo la strategia e il posizionamento di Phoenix Contact sulla base attuale.

Il piano d’investimenti: Phoenix Contact guarda al di fuori dell’Europa

Phoenix Contact prevede di investire complessivamente 200 milioni di euro per l’anno 2025. Gli investimenti presso la sede di Blomberg continueranno, anche se alcuni verranno leggermente posticipati. Il completamento dell’ampliamento dell’edificio logistico esistente è previsto per il 2028. Questo edificio logistico completamente automatizzato offrirà un volume di stoccaggio aggiuntivo di 200.000 m³.

Nei prossimi anni, l’azienda pianifica di investire in particolare nello sviluppo delle sedi in Turchia, Messico e India. L’obiettivo è di ampliare ulteriormente la produzione a livello internazionale, accorciando i percorsi di consegna dei prodotti e delle soluzioni per ridurre eventuali interruzioni nelle catene di approvvigionamento.

In Turchia Phoenix Contact acquisirà il 100% della joint venture produttiva Acel e svilupperà un sito produttivo di 8000 m², creando fino a 500 posti di lavoro. A Querétaro, in Messico, sarà costruito un nuovo edificio per la produzione elettronica ed elettromeccanica che offrirà fino a 600 posti di lavoro entro il 2030. In India, sorgeranno tre edifici con aree destinate alla produzione, logistica e uffici, per un totale di 70.000 m².

Il 70% degli investimenti dell’azienda quindi è pianificato per l’estero in conseguenza, ha spiegato Leidecker, della “crescente sovra-regolamentazione e iper-burocratizzazione nello spazio economico in Germania e in Europa”.

“Dobbiamo smettere di creare un’area economica speciale con regolamenti che nessun altro applica nel mondo. Le iniziative di Bruxelles, come la legge sulla diligenza delle catene di fornitura, il Data Act e il PFAS, sono tutte ben intenzionate, ma richiedono un impegno immenso per essere seguite. Questo frena l’innovazione in Germania. L’insediamento di ulteriori industrie qui diventa più difficile. Di conseguenza, come si evince dai dati in Germania, ciò frena il fatturato nel paese. Stiamo vivendo il secondo anno consecutivo di recessione, e questo non è giusto”, ha concluso.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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