Il futuro della manifattura

Nel nuovo Fanuc Experience Center 5.0 esempi di AI ‘concreta’ al servizio dell’industria

Nel Fanuc Experience Center 5.0 sono in azione alcune tecnologie di frontiera, come le reti private 5G e l’AI. Ecco come Fanuc sta già integrando l’AI nei propri prodotti e come lo stanno facendo alcuni suoi clienti come Michelin e Leonardo.

Pubblicato il 25 Ott 2023

Una delle demo del Fanuc Experience Center 5.0


Si chiama Fanuc Experience Center 5.0 il nuovo spazio che la filiale italiana della multinazionale giapponese ha deciso di dedicare, nella sua sede di Lainate (MI), alle tecnologie emergenti che possono già trovare applicazioni concrete nell’industria.

In questo spazio, oltre alla possibilità di toccare con mano i prodotti Fanuc – robot, robot industriali, CNC, celle di lavoro e molto altro -, il visitatore ha la possibilità di vedere in azione alcune delle cosiddette tecnologie di frontiera, come le reti private 5G che ampliano la connettività per rendere la fabbrica ancora più flessibile, soluzioni basate su additive manufacturing e l’AI al servizio delle operations.

“L’AI è sicuramente un vantaggio competitivo per le aziende che la sanno utilizzare, ma è anche un attivatore di sviluppo economico e benessere sociale nel rispetto dell’ambiente”, sottolinea Marco Delaini, Managing Director Fanuc Italia. Del resto il focus sulla sostenibilità, soprattutto nelle sue declinazioni sociale e ambientale, è al centro della strategia di sviluppo della multinazionale giapponese.

“Vogliamo lavorare in sinergia con tutti gli stakeholders, clienti, fornitori, partner, collaboratori, per poter anticipare i mega trend posizionando sul mercato prodotti, soluzioni, servizi e progetti sostenibili dal punto di vista della competitività, del rispetto dell’ambiente e della valorizzazione del fattore umano”, spiega Delaini.

Il taglio del nastro del Fanuc Experience Center 5.0

L’AI per l’industria: la visione di Fanuc

A spiegare come concretamente Fanuc sta integrando l’AI nei propri prodotti è Yasusuke Iwashita, manager e ricercatore di Fanuc Corporation.

L’azienda giapponese usa ormai da diversi anni tecniche di Machine learning e Mathematical optimization.

“L’AI non è un fine, ma uno strumento parte di un processo più ampio”, spiega Iwashita. “Serve a offrire risultati concreti: migliorare le performance, le attività di manutenzione, la qualità e la facilità d’uso”, dice.

Sono diverse le applicazioni testate e consolidate e già in uso nei prodotti Fanuc. Una è l’AI-based automatic servo tuning, che serve a ottenere superfici più lisce e a ridurre le vibrazioni attraverso controllo di velocità, feed forward e AICC Acc/Dec.

C’è poi la compensazione automatica del thermal displacement che consente lavorazioni di maggiore precisione grazie alla riduzione dei surriscaldamenti, oggi possibile senza necessità di competenze specifiche.

L’AI Servo Monitor esegue verifiche degli scostamenti dalla norma per il rilevamento di anomalie.

In ambito robotico c’è il controllo degli errori. Nelle operazioni di machining il Backflow Monitor usa il deep learning per controllare l’usura.

Ma tante sono le novità in arrivo nei prossimi mesi: dall’integrazione dei comandi vocali (Voice UI Operation) all’uso della realtà aumentata per l’ispezione visiva in produzione, fino alla generative AI nelle attività di service.

L’approccio delle best pracrice

Integrare tecnologie di frontiera nei processi manifatturieri non è banale. Per farlo con successo, suggerisce Marco Ghirardello, Presidente e CEO di Fanuc Europe, occorre conoscere alcune regole che si sono dimostrate utili in diverse best practice.

La prima è identificare e concentrarsi sui processi aziendali più critici. Poi bisogna investire nelle persone e nei nuovi modi di lavorare. Terzo, incoraggiare la collaborazione interfunzionale (interna) e con i partner (esterna). Infine bisogna far evolvere il proprio approccio d’investimento alla ricerca di valore aggiunto in grado di far crescere (TCO) la propria competitività globale.

Inoltre è opportuno raccogliere l’esperienza dei singoli o dei partner forti e incorporarla nella progettazione dell’implementazione tecnologica, prendere in considerazione e sviluppare le capacità tecnologiche del proprio personale, dare priorità alla comunicazione all’interno dell’organizzazione durante l’implementazione di modifiche legate alla tecnologia.

Proprio nell’ottica di diffondere best practice, aziende come Michelin e Leonardo hanno messo a disposizione della platea presente all’inaugurazione del Fanuc Experience Center 5.0 le proprie esperienze con l’AI.

Migliorare il rilevamento dei difetti degli pneumatici: il progetto IRIS di Michelin

Michelin ha raccontato il progetto IRIS come esempio di AI utilizzata per valutare la qualità degli pneumatici, riconoscendo i difetti di aspetto.

Un problema non semplice quando s tratta di pneumatici caratterizzati da una superficie non piana e da difettosità da rilevare “nero su nero” (ci sono ben 200 possibili difetti di aspetto).

Il sistema messo a punto, basato su sistemi di visione 2D e 3D guidati dall’AI, nasce per supplire a delle esigenze di produttività, ergonomia e qualità.

“Già oggi la performance qualitative di IRIS é analoga a quella del personale di verifica. Con l’arricchimento della casistica dei difetti rilevati la performance non può che migliorare ulteriormente”, dice Michele Ambrogio, Quality Assurance Manager di Michelin. “Si nota una chiara efficienza differenziata nel detectare difetti molto diffusi rispetto a quelli rari da parte dell’IA”.

L’AI in casa Leonardo Elettronica

“L’AI aiuta a capire qual è il dato utile e se stiamo analizzando quello che serve”, esordisce Silvia Puppo, Digital Transformation Specialist in Leonardo.

In Leonardo Elettronica l’AI è utilizzata nel controllo di qualità, in combinazione con robot collaborativi Fanuc.

L’Ispezione 4.0 fa l’analisi automatizzata delle saldature, con un braccio Fanuc che movimenta le schede e le colloca sotto il sistema di visione e un HMI. Altre applicazioni dell’AI sono nella focalizzazione di un’antenna pubblica e nell’ispezione di celle solari.

L’AI è utilizzata anche nell’analisi dei dati di processo, contribuendo alle strategie di Predictive maintenance per ridurre fermi macchina.

Da ultimo, l’AI è stata messa al lavoro per ridurre le attività non a valore aggiunto, come l’incoming e lo stoccaggio di componenti.

Che cosa c’è nel Fanuc Experience Center 5.0

L’intero Fanuc Experience Center 5.0 è un ecosistema 5G powered by Retelit e OpNet. Macchine utensili, robot e CNC sono tutti collegati tramite rete 5G, sfruttando le caratteristiche di queste reti per collegamenti veloci, stabili e sicuri.

Le macchine e i robot si avviano con un tablet, a simulazione di un controllo da remoto degli asset. Sempre da tablet, è possibile accedere all’interfaccia di gestione delle aree e controllare il processo di produzione delle isole e personalizzarlo, riproducendo così il management in real time delle linee produttive degli stabilimenti.

“Lo streamlining dei dati avviene in modo fluido e flessibile, grazie alla rete 5G”, afferma Delaini. “L’area Connectivity del nostro showroom riproduce una realtà che non è lontana o auspicabile, ma già esistente. Tutte le aziende del manifatturiero, dell’automotive, della logistica e della plastica possono oggi trarre vantaggi dall’implementazione del 5G, e beneficiare di una produzione più sicura, più veloce e multicanale”.

Una delle demo del Fanuc Experience Center 5.0

Nell’area Robot dello showroom ci sono i robot collaborativi CRX. Qui, sono presenti diverse applicazioni realizzate da Fanuc insieme ad alcuni suoi partner tecnologici, a dimostrazione di quanto i cobot possano oggi contribuire all’automazione di qualsiasi processo produttivo, in un’ottica di condivisione del lavoro e dello spazio con operatori.

Tra le demo presenti una stazione di pallettizzazione e depallettizzazione in cui dei robot collaborativi della gamma CRX vengono guidati nelle operazioni di presa delle scatole proprio da algoritmi di intelligenza artificiale.

Tra le altre configurazioni collaborative presenti nel Fanuc Experience Center 5.0:

  • line up robot collaborativi CRX con diversi sistemi di presa (OnRobot, Schunk, Zimmer, Schmalz, Camozzi) con interazione tra i diversi bracci.
  • cella CRX per il settore pharma sviluppata in collaborazione con Ars, completa del sistema Flexibowl per lo smistamento e l’alimentazione flessibile di pezzi
  • cella CRX per la saldatura robotizzata collaborativa sviluppata con Tecnorobot
  • cella dedicata al settore della logistica con pick and place da cassone a pallet eseguita con sistema di visione e iPC e realizzata in collaborazione con navette mobili by Still
  • applicazione di robotica collaborativa per il settore delle costruzioni con cobot CRX montato su un rover teleguidato, sviluppata insieme a Sigma Ingegneria e IndexLab
  • cella metrologica collaborativa che vede un cobot CRX impiegato in processi di misurazione, realizzata insieme a Mitutoyo

Per quanto riguarda i robot industriali, è presente la cella dedicata al settore automotive che vede il robot sollevatore più grande al mondo – l’M-2000 – con payload da 2,3 tonnellate impiegato nella movimentazione del telaio di un’automobile.

Non manca il robot ArcMate per la saldatura ad arco e a punti.

Inoltre, spazio alla manifattura additiva con la cella che vede il robot M-800 ad alta precisione impiegato per la sbavatura e comandato direttamente da controllo numerico, in collaborazione con Arcos e Nugae.

Oltre alla robotica nel centro sono presenti i sistemi CNC e una demo interattiva di una linea produttiva 5.0-ready che coinvolge tre centri di lavoro Robodrill asserviti da due robot collaborativi, uno frontale per il feed della macchina montato su postazione mobile Easy Cell e uno laterale montato su navetta AGV di Alascom, che recupera il pezzo finito, lo porge alla macchina Automator per la marcatura laser personalizzata e infine lo offre ai visitatori muovendosi liberamente nello spazio.

L’intera linea è interconnessa in 5G, per un controllo real time da dispositivo mobile con elevate possibilità di personalizzazione, a riproduzione della flessibilità produttiva richiesta oggi alle aziende.

Altre configurazioni presenti nel centro showroom vedono la pressa per lo stampaggio elettrico della plastica Roboshot abbinata ad un robot cartesiano per il carico/scarico pezzo, a riprova dei vantaggi dell’automazione del processo di stampaggio, e una elettroerosione Robocut asservita da robot collaborativo CR, che manipola il pezzo finito.

Valuta la qualità di questo articolo

Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5