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L’automazione di Omron per la movimentazione precisa e veloce e l’etichettatura di provette per analisi cliniche

Werfen ha implementato una nuova linea di produzione automatizzata, sviluppata in collaborazione con Macco, Omron e Marini Pandolfi. Questo progetto utilizza robot Scara Omron i4L e sistemi di visione intelligente FHV7 per gestire il riempimento ed etichettatura delle provette mantenendole in posizione verticale. La soluzione consente di etichettare fino a 1.000 provette all’ora, riducendo i tempi di ciclo del 30% e migliorando la qualità e la tracciabilità della produzione, garantendo al contempo la sicurezza e l’affidabilità richieste dal settore diagnostico.

Pubblicato il 19 Nov 2024

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Le aziende che operano nella fornitura di reagenti destinati ai laboratori di farmaco-tossicologia spesso si trovano davanti alla richiesta di ridurre i tempi di produzione e incrementare i volumi, sempre garantendo il rispetto delle normative di settore.

Per la particolarità degli agenti che contengono le fiale, il processo di movimentazione ed etichettatura deve avvenire garantendo che le fiale rimangano sempre in posizione verticale. L’adozione di soluzioni di automazione robotica permette di superare queste sfide, garantendo la velocità, sicurezza e precisione dei processi.

Esempio di questo è il progetto sviluppato da Macco in collaborazione con Omron e Marini Pandolfi che utilizza robot Scara e sistemi di visione avanzati per garantire la qualità dei reagenti attraverso un processo di movimentazione ed etichettatura in verticale delle provette.

L’aumento dei volumi di produzione traina il bisogno di automazione

Werfen è una multinazionale che opera nel settore della diagnostica in vitro. L’azienda, con un team di oltre 7.000 dipendenti in più di 30 Paesi e con una presenza in oltre 100 territori, sviluppa e fornisce strumentazioni, reagenti e soluzioni di data management che quotidianamente supportano le decisioni cliniche più critiche nella cura dei pazienti.

Negli ultimi anni Werfen si è trovata a fronteggiare un incremento significativo delle richieste provenienti dai laboratori clinici, e in particolare dal settore di farmaco-tossicologia.

La sfida più complessa da affrontare era una: rispondere alla domanda crescente di materiali di controllo e calibrazione per l’analisi dei campioni biologici, sicuri e di semplice utilizzo, come richiesto dalle normative del settore.

“Negli ultimi anni abbiamo sviluppato controlli e calibranti per le linea di tossicologia, offrendo ai clienti una soluzione in provette monouso, chiaramente identificate da un codice a barre, tracciabili e semplici da utilizzare”, spiega Bruno Costantini, Plant Manager del Werfen Manufacturing Center di Ascoli Piceno.

“Ciò ha avuto un impatto davvero rilevante sul mercato, che si è tradotto in un aumento dei volumi di produzione. Da qui la necessità di automatizzare il processo di produzione e di farlo, possibilmente, evitando il rischio di contaminazione o deterioramento del contenuto. Le provette destinate ai laboratori di tossicologia vengono infatti riempite con reagenti molto delicati che devono essere congelati e pertanto non possono essere capovolti. Un aspetto questo che impone il mantenimento della posizione verticale per tutto il processo produttivo, etichettatura compresa”, aggiunge Costantini.

Movimentazione robotizzata e sistemi di visione per il controllo qualità

La sfida di Werfen è stata accolta da Macco, azienda specializzata nella progettazione di soluzioni automatizzate, che ha deciso di realizzare una nuova linea basata sui robot Scara e sistemi di visione Omron per gestire l’intero processo di riempimento ed etichettatura delle provette in posizione verticale, riducendo al minimo il ricorso a qualsiasi operazione manuale, così da ridurre tempi, spreco di risorse e rischi legati all’errore umano.

Uno dei principali ostacoli al progetto riguardava proprio la parte di etichettatura.

“I sistemi convenzionali prevedono la movimentazione delle provette su un nastro trasportatore in posizione orizzontale, ma questo avrebbe compromesso la qualità dei reagenti, un aspetto cruciale per chi, come Werfen, deve garantire risultati clinici affidabili”, precisa Alessandro Bartoloni, General Manager Macco.

Per questo motivo si è scelto di utilizzare un robot Scara Omron i4L, sviluppando una soluzione innovativa (e sottoposta a brevetto) in grado di prelevare le provette dalla stazione di riempimento e tappatura e manipolarle mantenendole in posizione verticale durante l’intero processo di etichettatura.

“Questo robot garantisce infatti una movimentazione precisa, stabile e sincronizzata con il sistema di etichettatura, assicurando un’applicazione accurata dell’etichetta su ogni provetta. In questo caso veniva richiesto anche di lavorare all’interno di una cella estremamente compatta. Per questo motivo abbiamo scelto un modello a corto raggio”, spiega Giovanni Cortigiani, Robotics Business Developer  di Omron.

Ad affiancare il robot Scara nelle operazioni di etichettatura ci sono le smart camera FHV7 di Omron, sistemi di visione intelligente che svolgono un ruolo fondamentale nel controllo qualità.

Le smart camera non solo verificano che l’etichetta sia applicata correttamente, ma controllano anche la qualità della stampa del codice a barre e la posizione dell’etichetta sulla provetta.

In questo modo è possibile ridurre al minimo gli errori: in caso di difettosità o anomalie, il sistema è in grado di scartare automaticamente le provette non conformi, migliorando così la qualità e la tracciabilità dell’intero processo produttivo.

Affidabilità e costi verificati prima della messa in opera

Uno dei passaggi chiave nello sviluppo della nuova linea di produzione Werfen è stato il ricorso alla simulazione preliminare. Ciò è stato reso possibile dalla collaborazione fra Omron e Marini Pandolfi su un modello virtuale dell’intero processo produttivo basato su software di simulazione ACE.

Grazie al programma i tecnici delle due società hanno potuto importare i file step della cella per replicare il modello virtuale dell’applicativo e, di conseguenza, rendendo possibile il riutilizzo del software anche per il debug della macchina.

“Lavorare con Omron sulla simulazione ci ha dato la possibilità di verificare l’affidabilità del sistema e di prevedere eventuali criticità, riducendo i rischi associati alla fase di implementazione”, commenta Alessandro Fiore, Application Engineer di Marini Pandolfi.

La simulazione ha consentito di ottimizzare l’intero ciclo produttivo, riducendo i tempi di installazione e migliorando le prestazioni del sistema una volta in funzione. Grazie a questa fase preliminare, il progetto è stato messo in opera con grande efficienza, minimizzando i costi di sviluppo e garantendo una maggiore affidabilità sin dal primo ciclo produttivo.

I risultati: 1.000 provette etichettate all’ora con riduzione dei tempi ciclo del 30%

La nuova linea progettata da Macco con sistema di etichettatura automatizzato ha portato a risultati notevoli. Grazie alla precisione del robot Scara Omron i4L e ai sistemi di visione FHV7 Werfen oggi può etichettare fino a 1.000 provette all’ora, con una riduzione dei tempi di ciclo del 30% rispetto alle soluzioni precedenti basate su processi manuali.

Oltre alla velocità, anche la qualità del processo è migliorata significativamente. L’intero ciclo produttivo è tracciato e la possibilità di rilevare e scartare automaticamente le provette difettose in tempo reale riduce drasticamente gli sprechi.

Questo permette a Werfen non solo di aumentare la capacità produttiva, ma soprattutto di garantire un livello di sicurezza e affidabilità del prodotto che soddisfa pienamente i requisiti del settore della diagnostica.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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