Industria 5.0

Il ruolo chiave della visione artificiale per un’industria più sostenibile, umano-centrica e resiliente

L’integrazione della visione artificiale nell’Industria 4.0 ha ottimizzato i processi produttivi e consentito una produzione personalizzata. Con l’avvento dell’Industria 5.0, la visione artificiale diventerà ancora più rilevante, promuovendo competitività, centralità dell’uomo e sostenibilità ambientale. Se ne è discusso a Rimini nel corso dell’Italian Machine Vision Forum.

Pubblicato il 03 Ott 2023

visione artificiale

La visione artificiale ha avuto un ruolo chiave nel permettere alle imprese di implementare i paradigmi di Industria 4.0 e coglierne i vantaggi. L’integrazione con altre tecnologie 4.0, prima fra tutte l’intelligenza artificiale, ha infatti permesso di ottimizzare i processi all’interno dell’impianto (e non solo inerenti alla produzione) e rispondere ai cambiamenti di mercato, rendendo possibile una produzione personalizzata in piccoli lotti e secondo logiche lean.

E ora che molte aziende hanno intrapreso il percorso verso i paradigmi di Industria 5.0 possiamo attenderci che la Machine Vision giocherà un ruolo di ancora maggiore rilevanza. Ma quali sono gli scenari per questa tecnologia e quali le opportunità per le imprese?

Di questi temi si è parlato nel corso della plenaria di apertura di Italian Machine Vision Forum, la mostra-convegno ideata da Anie Automazione e organizzata da Messe Frankfurt Italia che ha richiamato a Rimini i più importanti player della visione artificiale in Italia – fornitori, utilizzatori, ma anche esponenti del tessuto imprenditoriale regionale e del mondo della ricerca universitaria – per capire quali siano gli scenari di evoluzione per questa tecnologia e comprendere come accompagnare le aziende nel percorso di digitalizzazione.

La visione artificiale nell’Industria 4.0

Nell’Industria 4.0 la visione artificiale ha permesso di portare innovazione in diversi aspetti legati al processo produttivo, ma non solo.

“Se guardiamo ai tanti vantaggi che offre la visione artificiale per le imprese possiamo ricondurli a due macro-temi: uno più legato agli aspetti di efficientamento dei processi e l’altro invece più inerente alla dimensione della sostenibilità”, spiega Aldo Peretti, presidente del Comitato Scientifico dell’Italian Machine Vision Forum.

Nel primo ambito rientrano tutti quei vantaggi riconducibili all’efficientamento dei processi produttivi e della gestione degli asset, come:

  • produzione sempre più flessibile e customizzata in piccoli lotti
  • monitoraggio e simulazione virtuale di tutti i processi, che permette di efficientare anche gli aspetti di manutenzione, dalla riduzione degli interventi e dei costi per la ricambistica al prolungamento dei cicli di vita
  • tracciabilità di tutti i processi
  • controllo e miglioramento della qualità, nell’ottica della fabbrica “zero defect”

“Vi è poi tutto il discorso della sostenibilità, che in Industria 4.0 è stato più prettamente legato al monitoraggio e alla riduzione dei consumi energetici ma che con l’avvento di Industria 5.0 si declina lungo tutte le sue direttive, economica, sociale e ambientale”, aggiunge Peretti.

Il ruolo della visione artificiale nell’Industria 5.0

Ed è proprio partendo dai pilastri di Industria 5.0 – resilienza, sostenibilità e umano-centrismo – e dal contributo che, già oggi, le tecnologie di visione forniscono al perseguimento di questi obiettivi, che si può comprendere quanto queste tecnologie saranno importanti nei prossimi anni.

Le tecnologie di visione come leva di competitività

Si pensi, ad esempio, alla sostenibilità economica intesa come competitività sia delle singole aziende – che ormai non possono non affrontate la trasformazione digitale e sostenibile, se non vogliono essere escluse dal mercato –, ma anche dell’economia nazionale e al contributo che le tecnologie forniscono alla produttività del sistema Paese.

“Nell’ambito delle valutazioni sulla nostra economia dobbiamo passare da valutazioni incentrate sul Pil a quelle incentrate sulla competitività e la produttività del nostro sistema e su cosa può migliorarle – commenta Carlo Battistini, Presidente della Camera di commercio della Romagna – ed è facile identificare questo con la tecnologia e la creatività che essa scatena”.

Ed è stata proprio grazie l’innovazione tecnologica, unita a una maggiore (seppur ancora parziale) diffusione di consapevolezza che la visione artificiale ha aiutato le imprese ad abilitare quei vantaggi di cui abbiamo parlato – ottimizzazione dei processi, riduzione dei costi, implementazione di logiche di produzione “zero defect” e molto altro – che le rendono flessibili, resilienti e competitive. Un contributo che anche alla luce delle innovazioni che si affacciano sul panorama della Machine Vision (come le immagini iperspettrali e le lenti liquide) sarà ancora maggiore nei prossimi anni.

La Machine Vision come abilitatore di processi più umano-centrici

Ma la visione artificiale supporta e supporterà sempre maggiormente le aziende anche sul fronte della centralità dell’uomo grazie, ad esempio, all’impiego nell’automazione avanzata e nei sistemi robotici.

“L’implementazione di soluzioni di automazione è spesso accompagnato da paure relative all’effetto sostituzione sugli operatori, ma quello che riscontriamo dal confronto con le aziende che impiegano queste tecnologie è che l’impatto che hanno sulla forza lavoro è quello di permettere di svincolare l’operatore da compiti ripetitivi per permettergli di occuparsi di attività a più alto valore cognitivo”, spiega Nicola Lo Russo, Coordinatore Gruppo Visione di Anie Automazione.

“La visione artificiale si inserisce quindi nello scenario di Industria 5.0 come elemento che abilita questa centralità dell’uomo all’interno dei processi”, aggiunge.

La visione artificiale come abilitatore di sostenibilità

A questa centralità dell’uomo si affianca l’altra dimensione della sostenibilità, quella ambientale. Ed è proprio la ricerca della sostenibilità (unita ai progressi della tecnologia, all’integrazione con altre tecnologie abilitanti e a una maggiore consapevolezza da parte delle aziende) che ha permesso alla visione artificiale di uscire dalle fabbriche e trovare impiego in altre industrie: dall’agricoltura al chimico-farmaceutico, al settore biomedicale, al packaging, fino ad applicazioni di sicurezza e che coinvolgono il riconoscimento biometrico.

“Oggi la visione artificiale trova già impiego in tutti quei settori dove vi è necessità di monitorare e ridurre l’impatto sull’ambiente e con l’affermazione di Industria 5.0 possiamo solo attenderci che questo trend proseguirà”, conclude Peretti.

Italian Machine Vision Award: ecco i vincitori

Al termine della sessione del pomeriggio si è tenuta la premiazione dell’Italian Machine Vision Award 2023. Sono tre i premi che quest’anno sono stati conferiti dal Comitato Scientifico, con un sistema di voto che per la prima volta ha coinvolto anche i visitatori della manifestazione.

Il riconoscimento per la migliore presentazione è stato assegnato a Opto Engineering per il contributo dal titolo “Lenti liquide per la machine vision: una tecnologia veloce e affidabile per sistemi di vision più versatili”.

Nella categoria sostenibilità il premio è andato a Ifm electronic, mentre a iMAGE S il riconoscimento per l’innovazione.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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