Grazie alle più recenti soluzioni nel settore della sensoristica intelligente, sta nascendo una nuova generazione di robot più sicuri e in grado di condividere gli spazi con gli operatori umani. I robot collaborativi più evoluti si prestano ad applicazioni in svariati ambiti con costi accessibili.
Tra i tanti vantaggi offerti dai nuovi robot figurano:
- aumento della produttività delle aziende;
- maggiore continuità operativa;
- riduzione dei costi;
- sostenibilità delle lavorazioni;
- stretta collaborazione uomo-macchina.
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La robotica che piace (e serve) alle PMI
Di Industria 4.0 si parla sin dal 2011, ma solo di recente i robot hanno acquisito un ruolo strategico all’interno delle fabbriche: il loro servizio ha permesso alle aziende di affrontare la pandemia e di diventare resilienti. La rilevanza dei robot, dunque, è estremamente apprezzata e riconosciuta dalle imprese, al punto da mettere le ali al mercato: una ricerca di Interact Analysis riporta una crescita in volume del +9,6%, per il 2021, e, contemporaneamente, prevede un incremento del 15-20% nelle vendite di robot collaborativi, entro il 2024.
Oggi, essere flessibili e resilienti è fondamentale. Per questo l’occasione di riorganizzarsi va data a tutte le realtà produttive, anche alle piccole e medie imprese con inferiori capacità di spesa rispetto alle multinazionali. In primis, allora, occorre dire che la nuova generazione di dispositivi robotici è alla portata di aziende di ogni dimensione. Si tratta dei cobot, detti anche robot collaborativi, e dei veicoli a guida autonoma, gli AGV, utilizzati per il trasporto di merci, all’interno e all’esterno dell’edificio. Cobot e AGV sono caratterizzati da grande compattezza, flessibilità funzionale e semplicità di programmazione.
Robot e smart sensor: un’alleanza all’insegna dell’Industria 4.0
L’evoluzione della tecnologia ci lascia pensare che operatori e macchine lavoreranno sempre di più fianco a fianco in tutta sicurezza. Mentre i robot svolgeranno i compiti più ripetitivi e usuranti, i tecnici potranno usare la propria competenza e la propria creatività per risolvere nuovi problemi o sviluppare prodotti e servizi. Questa rivoluzione è già iniziata, grazie all’Intelligenza Artificiale (AI), alla realtà aumentata, al cloud computing e ai robot collaborativi, che sono già sul mercato da qualche anno e che la tecnologia sta perfezionando ulteriormente.
Per una relazione più stretta tra operatori e robot è fondamentale che ogni dispositivo progettato per la collaborazione “percepisca” la realtà di ciò che lo circonda e sia in grado di interagire con l’uomo “imparando a capirne le intenzioni”. Ciò è necessario per garantire sicurezza e precisione. Queste capacità dipendono anche dagli smart sensor connessi, vera anima dei dispositivi robotici. È con i sensori infatti che cresce l’intelligenza dei robot collaborativi, ovvero la possibilità di “vedere”, grazie alle tecnologie di visione, e “imparare” grazie all’AI e al machine learning. Ecco perché oggi, tra i produttori di robot e quelli specializzati negli smart sensor esiste un legame strettissimo.
“Da tempo lavoriamo con la maggior parte dei produttori di robotica – spiega Andrea Gianesini, Strategic Industry Manager di Sick, multinazionale specializzata in soluzioni per l’automazione industriale e smart sensor – perché le nostre soluzioni sono considerate quelle più all’avanguardia sul mercato. Tuttavia affianchiamo anche i clienti finali, quindi le industrie di ogni dimensione, per il design di progetti di automazione e per l’implementazione dei dispositivi”. Da sempre alfiere dell’innovazione, Sick sente la responsabilità di trasferire il proprio know-how tecnologico e normativo alle imprese, ponendosi come partner tecnologico nei processi di trasformazione digitale e di design di progetti di Production Logistics.
Le soluzioni di visione per la robotica collaborativa
Tra le tipologie di sensori più richiesti ci sono quelli per la visione 2D o 3D. Che si tratti di identificare gli oggetti da prelevare, di localizzarli o di effettuare un controllo qualità, i robot necessitano di sistemi di visione.
Un esempio è il sistema di guida PLB di Sick. Dotato di diverse telecamere 3D, consente al robot di prelevare e manipolare da piccoli pezzi a grandi componenti e di depallettizzare efficacemente. La soluzione è flessibile, facilmente configurabile e può essere montata a bordo di qualsiasi dispositivo robotico.
Un altro esempio è la 3D Belt Pick di Sick, una soluzione specifica per la localizzazione di oggetti su un nastro trasportatore.
Smart sensor per garantire la precisione
Per essere certi che il robot svolga il suo compito in maniera più che precisa, si impiegano anche sensori per gestire efficacemente il gripping e la manipolazione fine controllata pneumaticamente. In questo caso si tratta di sensori magnetici che regolano le pinze nei movimenti di presa di un oggetto e nel posizionamento. Tra i più recenti dispositivi messi in commercio da Sick ci sono:
- MZCG e W2 per applicazioni di pinza miniaturizzate
- MPS-G, per il posizionamento
Tante abilità per un obiettivo comune: più produttività, in sicurezza
Spiega Filippo Morini, Sales Engineer dell’azienda: “Tutte le soluzioni di sensoristica prodotte da Sick, indipendentemente dalla loro funzione, sono studiate in modo da contribuire all’aumento del livello di produttività, con un occhio alla sicurezza negli ambienti di lavoro“.
E, nel frattempo, l’innovazione non si arresta. Tra le ultime release dell’azienda, Gianesini e Morini segnalano AppSpace Artificial Intelligence Deep Learning, una soluzione che consente di addestrare reti neurali artificiali per sensori Sick tramite immagini esemplificative. Attraverso l’implementazione del software, i sensori imparano a valutare e smistare autonomamente oggetti secondo criteri specifici, anche quando l’aspetto degli oggetti varia.