L'ANALISI DI MCKINSEY

Dall’Industry 4.0 all’Industry 4 U: un approccio umanocentrico per accelerare la crescita della produttività

Secondo un’analisi di McKinsey all’adozione di tecnologie avanzate come l’AI generativa non è ancora seguito un aumento di produttività rilevante perché le aziende non hanno implementato i cambiamenti organizzativi necessari a supportare la tecnologia. Per l’industria, nello specifico, la sfida è passare da business incentrati sui processi (e sulle tecnologie che li supportano) a organizzazioni incentrate sulle persone, in una trasformazione che vede le aziende allontanarsi dal modello Industry 4.0 e adottare quello Industry 4 U, un paradigma che sposta l’attenzione verso il benessere e lo sviluppo dei lavoratori.

Pubblicato il 25 Lug 2024

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Per sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie avanzate, come l’AI generativa, le aziende manifatturiere devono adottare nuove strutture e metodologie. I modelli organizzativi tradizionali, focalizzati sull’eccellenza dei processi per la produzione di massa, devono evolversi per supportare lavori non standard e basati su progetti: è questo il messaggio che emerge da un recente rapporto di McKinsey che analizza come le aziende possono sfruttare al massimo il potenziale delle nuove tecnologie per ottenere vantaggi competitivi. L’analisi si spinge a sostenere l’emergere di un nuovo paradigma – l’Industry 4 U – che sposta l’attenzione verso il benessere e lo sviluppo dei lavoratori.

La produttività dipende dall’organizzazione

Il report parte da una considerazione: nonostante le aziende adottino tecnologie avanzate per efficientare i processi, questo efficientamento non si è ancora tradotto in un aumento di produttività. Anzi, le evidenze mostrano che la durata media di una società nell’indice S&P 500 è diminuita da 32 anni nel 1996 a soli 21 anni nel 2020, indicando una difficoltà a mantenere alte prestazioni a lungo termine.

Tuttavia, in uno scenario dove le maggiori economie mondiali – dalla Cina e Corea del Sud all’Unione Europea, Regno Unito e Stati Uniti – si trovano e si troveranno sempre di più a fare i conti con l’invecchiamento della popolazione, a fronte della riduzione della forza lavoro entrante e di competenze sempre più difficili da reperire sul mercato, aumentare la crescita di produttività sarà cruciale per mantenere elevati standard di vita in questi paesi. 

Come possono fare, dunque, le aziende per trasformare l’adozione di tecnologie avanzate in vantaggi duraturi nel tempo? Secondo gli analisti di McKinsey, a mancare sono le strutture organizzative necessarie per far funzionare davvero la tecnologia.

Dai processi alle persone: come trasformare i vantaggi dell’automazione in  maggiore produttività

La questione di base, spiegano gli analisti, è che l’evoluzione delle tecnologie impiegate nell’industria ha portato ad automatizzare sempre più mansioni, in un contesto produttivo basato su processi standardizzati.

La produzione di massa di prodotti standardizzati è stata infatti a lungo il modello di riferimento per le imprese moderne. La standardizzazione dei prodotti ha supportato la standardizzazione dei processi, culminando in sistemi gestionali come il lean management, che si basano su una codificazione elaborata del “lavoro standard.”

Tuttavia, il contesto è cambiato. Con le tecnologie di automazione e l’AI generativa che assumono sempre più compiti, il lavoro umano si concentra sempre più su quei “progetti speciali” che un tempo rappresentavano solo una piccola parte (circa il 20%) del lavoro quotidiano.

L’insolito sta diventando la norma. Tuttavia, la governance continua a consistere in strati pesanti di processi funzionali sovrapposti alla gestione dei progetti, producendo decisioni complicate, lente e costose in termini di risorse.

La sfida per i leader aziendali è ribaltare questo rapporto: invece di impiegare l’80% delle persone nei processi e il 20% nei progetti, dovrebbero puntare a impiegare l’80% nei progetti.

Alcune aziende sono riuscite a passare con successo a un modello organizzativo basato sui progetti, adottando un modello che bilancia stabilità e agilità, assicurando che ogni dipendente abbia un’unità di base centrata sulle proprie competenze, pur lavorando all’interno di team di progetto dinamici la cui composizione è adattata alle esigenze specifiche delle competenze.

Oltre la tecnologia: gli 8 cambiamenti che le imprese devono adottare per sbloccare vantaggi competitivi

Secondo gli analisti di McKinsey, l’adozione di tecnologie avanzate dovrebbe essere accompagnata da otto cambiamenti interdipendenti che rafforzano persone, processi e tecnologia in tandem:

  • dall’eccellenza del processo focalizzata unicamente su compiti ripetitivi all’applicazione dei principi di eccellenza al lavoro flessibile e basato su progetti, trasformando l’insolito in normale
  • dal controllo e conformità all’empowerment, fornendo agli individui l’autonomia e le informazioni di cui hanno bisogno, spesso basate su tracce digitali, per lavorare in modo più efficace
  • dalla raccolta di competenze in silos specializzati alla disponibilità delle competenze per tutti tramite app store, permettendo ai lavoratori di integrare strumenti digitali altamente accessibili per soluzioni su misura
  • dai maestri del processo ai riprogettatori del processo, in modo che i manager, invece di semplicemente padroneggiare i processi correnti, ripensino e ridisegnino continuamente come i processi abilitati dalla tecnologia possono migliorare il lavoro
  • dal recarsi al lavoro alla supervisione di centri di controllo sempre più scollegati dai flussi di produzione fisica, aprendo nuove opportunità per ristrutturare le strategie di rete
  • dall’Industria 4.0 all'”Industria 4 U”, che offre migliori ambienti di lavoro tramite un forte supporto tecnologico, un design ergonomico migliorato e una cultura di leadership ispiratrice
  • dall’apprendimento ad hoc alla costruzione di capacità industrializzate per fare della rapida costruzione di competenze con un gran numero di dipendenti un vantaggio competitivo
  • dalla costruzione di dipartimenti interni all’orchestrazione di un ecosistema, ripensando a come le aziende integrano la conoscenza e l’innovazione radicale nelle loro catene del valore tramite nuovi modelli di collaborazione

“Singolarmente, le azioni che le aziende devono affrontare non sono nuove – spiegano gli analisti di McKinsey – La rivoluzione non è nei singoli passi: è nelle domande che le organizzazioni devono porsi quando considerano il modo in cui gli otto cambiamenti li riguardano. I leader di successo passeranno da una mentalità evolutiva a una rivoluzionaria e agiranno ora per sistemare le loro organizzazioni in modo che la tecnologia possa davvero accelerare la crescita della produttività”.

Dall’Industry 4.0 all’Industry 4 U, la trasformazione radicale che deve adottare l’industria

Per l’industria, per decenni basata su una produzione di massa standardizzata, questa sfida è tanto grande quanto rilevante. Il punto cruciale, sottolineano gli analisti di McKinsey, è adottare una trasformazione radicale nel modo in cui le aziende manifatturiere affrontano la digitalizzazione e l’automazione.

Mentre l’Industria 4.0 ha introdotto l’integrazione di tecnologie avanzate come l’automazione robotica, l’Internet delle Cose (IoT) e l’intelligenza artificiale generativa (gen AI) nei processi produttivi, l’Industry 4 U sposta l’attenzione verso il benessere e lo sviluppo dei lavoratori.

Questo nuovo paradigma riconosce che, per sostenere la crescita della produttività e mantenere elevati standard di vita nelle economie avanzate, è essenziale creare ambienti di lavoro che siano non solo efficienti, ma anche attrattivi e stimolanti per i dipendenti.

In pratica, l’Industria 4 U mira a fornire ai lavoratori strumenti tecnologici intuitivi e familiari, simili a quelli che utilizzano nella loro vita personale, integrati in un contesto lavorativo sano e motivante.

Questo approccio include investimenti in tecnologie avanzate per automatizzare compiti di routine e conoscitivi, liberando così i lavoratori per attività a più alto valore aggiunto. Inoltre, promuove una cultura aziendale che valorizza l’apprendimento continuo e lo sviluppo delle competenze, attraverso programmi di formazione industrializzati e personalizzati.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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