L’industria cartaria è un settore mai sazio d’innovazione. Se ne è parlato lo scorso 28 marzo a Lucca, in occasione di una giornata organizzata da Messe Frankfurt Italia, penultimo appuntamento di un ciclo di eventi che anticipano i contenuti della fiera SPS Italia (22-24 maggio, Parma).
In questa occasione abbiamo incontrato Giovanni Puccioni, responsabile della divisione Industry 4.0 di Extreme Automation Srl, una società parte del gruppo A.Celli, tra i principali costruttori di macchine e impianti per l’industria della carta. Con lui abbiamo voluto discutere di quello che la tecnologia può fare per questo importante settore manifatturiero.
Lei è responsabile di Extreme Automation che è un progetto innovativo nato in seno alla A.Celli dedicato alle applicazioni di automazione avanzata e industria 4.0. Ci spiega come è nato il progetto e a chi vi rivolgete?
Il gruppo A.Celli è costituito essenzialmente dalle due unità operative A.Celli Nonwovens, che si occupa dei macchinari per il trattamento del tessuto non-tessuto, e dalla A.Celli Paper che realizza macchine e impianti chiavi in mano per il mondo della carta tissue.
La proprietà ha sin da subito intuito le opportunità che il tema dell’industria 4.0 può offrire e ha deciso di istituire una business unit separata dalle società operative in modo da creare un ambiente fertile per l’innovazione che non risenta dei “disturbi” della produzione, dell’operatività quotidiana.
A chi vi rivolgete quindi?
Extreme Automation si rivolge, in questa fase iniziale, alle due società operative fornendo consulenza e soluzioni. Per il futuro, invece, è aperta a dare il proprio contributo anche all’esterno.
Avete competenze che spaziano dalla messa a punto di applicazioni per i DCS preposti a governare la fase a processi continui fino agli impianti per il packaging. Dal suo punto di vista quali sono, nelle diverse fasi del ciclo produttivo della carta, le aree che maggiormente possono beneficiare dell’introduzione di tecnologie 4.0?
Dire tutte le fasi può sembrare banale ma è così per davvero. C’è però un aspetto che credo possa caratterizzarci. Il tema dell’industria 4.0 intesa come tecnologie abilitanti è un tema molto vasto, eterogeneo che può trovare molte definizioni. Per i tedeschi invece la definizione è più chiara e addirittura normata con la DIN 91345 con la quale si definisce il metodo per la digitalizzazione industriale che si basa sulla virtualizzazione degli asset industriali.
Voi che cosa state sviluppando in ambito virtualizzazione?
Noi come A.Celli ed Extreme Automation stiamo lavorando non solo per virtualizzare gli asset intesi come macchinari o componenti ma vogliamo anche virtualizzare/digitalizzare il prodotto e nel nostro caso quindi le bobine, vogliamo far si che la bobina durante le fasi di lavorazione venga affiancata dalla propria gemella digitale. Il sistema, denominato iREEL, consente l’ottimizzazione di ciascuna fase di lavorazione.
Riduzione dell’intervento umano, ottimizzazione della produzione e migliore gestione della manutenzione sono gli obiettivi che intendere far raggiungere ai vostri clienti. Quali sono dal suo punto di vista le tecnologie abilitanti più importanti per ottenere questi obiettivi e come le state implementando?
Uno degli argomenti più in voga oggi è il tema dell’intelligenza artificiale. Questa sarà sicuramente una delle tecnologie che possono aiutare a fornire indicazioni utili agli operatori e quindi rendere gli impianti più facilmente gestibili. Tramite l’intelligenza artificiale è possibile costruire modelli di sistemi anche molto complessi e non lineari come appunto un intera linea produttiva.
Un’altra tecnologia che ci è molto utile è la tecnologia RFID. E’ per mezzo di questa che sarà possibile identificare univocamente le bobine, in modo affidabile, costituendo così un mattone fondamentale per la digitalizzazione di questo asset.
Qual è il suo punto di vista sugli incentivi previsti dal piano nazionale Industria 4.0? Avete fruito voi stessi di agevolazioni per le vostre attività di Ricerca e Sviluppo?
Gli incentivi del piano Calenda hanno dato un grande impulso alla modernizzazione degli impianti e i benefici che si otterranno avranno una ricaduta a lungo termine.
Per quanto riguarda la nostra posizione recentemente abbiamo vinto una bando con la regione Toscana per il cofinanziamento di un assegno di ricerca presso l’IMT di Lucca. La ricerca in questione verterà proprio sull’adozione di algoritmi auto adattativi e di intelligenza artificiale applicati al processo della carta e ai macchinari.
Industria 4.0 – ha detto il professor Alfonso Fuggetta del Cefriel – significa prodotti intelligenti, processi intelligenti, fabbrica intelligente, filiera intelligente, ma anche strategia e organizzazione e nuovi servizi abilitati dalla digitalizzazione. Condividete questa affermazione e come vedete il tema della cosiddetta servitizzazione?
Questo è un concetto chiave: prodotti intelligenti, processi intelligenti ecc. presi singolarmente danno solo un piccolo contributo, ma tutte le tecnologie messe assieme consentono un rapporto ancor più stretto tra clienti e fornitori che troverà naturale evoluzione nel processo di servitizzazione. Nel nostro caso, per le tipologie di macchine, questo processo potrà avvenire con un orizzonte temporale lungo mentre in tempi più brevi può avvenire su prodotti accessori.