Le infrastrutture di comunicazione sono state messe a dura prova durante nel corso degli ultimi mesi, in particolare nel lockdown. Con l’aumento repentino, e di diversi ordini di grandezza, degli home worker, le reti aziendali hanno finito per mostrare tutti i loro limiti. La conseguenza è che la scarsa qualità della connessione si è riverberata sulle prestazioni delle applicazioni aziendali causando ritardi, latenza negli accessi, perdita di dati. Una situzione a cui molte aziende devono porre rimedio visto che sono in molti a scommettere che anche al termine dell’emergenza sanitaria il quotidiano dei lavoratori sarà scandito da abitudini lavorative differenti, che contempleranno la possibilità di lavorare, nella stessa settimana, alcuni giorni in ufficio e altri a casa. La prestigiosa rivista Forbes parla a questo proposito del blended office come hub di questo nuovo concetto di produttività individuale potenziata e improntata al concetto di smart collaboration. Un modello di ufficio digitalizzato e agile che esula dagli spazi attrezzati per come li abbiamo sempre vissuti e incorpora i principi della collaborazione estesa all’interno di ogni flusso di lavoro. Una collaborazione sostenuta da applicazioni di comunicazione unificata e workplace digitali gestiti in cloud, che hanno permesso di assicurare la continuità operativa e la produttività dei dipendenti anche in questo periodo di pandemia. La collaborazione smart, in questo momento storico diventa, quindi, un vero e proprio paradigma di lavoro e di business, la cui influenza si estende anche oltre i confini dell’ufficio, alla fabbrica e ai magazzini. A sostenere questa produttività potenziata dalla dimensione del team è la disponibilità ubiqua di dati, informazioni e insight, che abilita nuovi scenari di cooperazione non solo tra operatori in sede, home worker e manutentori sul campo, ma anche tra operatori e tecnologie di automazione di ultima generazione come cobot e robot.
Indice degli argomenti
Smart collaboration per la sostenibilità di filiera
Lo stesso modello di collaborazione intelligente e smart può essere esteso anche a tutta la filiera, per imprimere un’accelerazione ai percorsi di sostenibilità. Per far evolvere la supply chain verso nuovi modelli più digitali, green e circolari, infatti, servono competenze diverse – di informatica, meteorologia, agronomia, chimica, biologia, scienze sociali, tra le altre. E serve la capacità di sviluppare un approccio multidisciplinare alla sostenibilità. Una sfida per il settore che è anche una sfida per l’umanità. E che può essere vinta grazie all’uso di strumenti di collaborazione intelligente per supportare la generazione di conoscenza condivisa e agevolare il problem solving assicurando maggior efficacia ai processi decisionali.
I modelli collaborativi che piacciono alle aziende moderne
Una recente indagine di Vodafone evidenzia come le aziende più agili e pronte ad affrontare il futuro sono proprio quelle che hanno investito nelle tecnologie collaborative e, più in generale, nel supporto di modalità di lavoro più flessibili, svincolate dalla presenza in ufficio, e più inclusive. Queste organizzazioni agili e future ready, a parità di altri elementi, ottengono performance finanziarie migliori e sono in grado di attrarre e fidelizzare i migliori talenti. Quasi 8 aziende su 10 del campione intervistato da Vodafone (il 79%) sono convinte che le tecnologie digitali sostenute da infrastrutture agili, scalabili e virtualizzate rappresentano un punto di forza che aiuterà l’organizzazione ad abbracciare il cambiamento che, inevitabilmente, si accompagnerà all’uscita dall’emergenza pandemica. La vera sfida per i CIO nel prossimo futuro sarà quella di adottare topografie di rete più sicure e performanti, in grado di supportare picchi di accesso simultaneo a dati e applicazioni senza compromessi sulla qualità delle connessioni.
Il nodo della sicurezza
La nuova organizzazione del lavoro richiede la disponibilità di architetture di rete più moderne e sicure. Gli approcci di protezione tradizionali, che si basano sul concetto di protezione perimetrale, si dimostrano chiaramente inefficaci nel panorama attuale, con organizzazioni sempre più estese dal punto di vista geografico. Il perimetro si sposta al di là dei confini fisici degli stabilimenti e delle sedi amministrative, fino a comprendere ogni singolo dispositivo in uso al dipendente – smartphone, tablet, notebook e desktop –, così come sensori e oggetti connessi in ottica IoT. Con l’ampliarsi del perimetro aziendale aumenta anche la superficie esposta a possibili attacchi cyber che, come hanno dimostrato le cronache, prendono di mira con sempre maggior frequenza gli home worker. La nuova organizzazione del lavoro impone quindi a CIO e Network Manager di ripensare la connettività, all’insegna della massima protezione di asset, dati, comunicazioni.
SD-WAN, la risposta alle esigenze dei nuovi modelli di collaboration
Le esigenze di una collaborazione sempre più spinta tra le persone e con le tecnologie si riflettono in modo diretto sulle architetture di rete. Quelle progettate in modo tradizionale presentano rigidità e limiti che le rendono incapaci di supportare una connettività di qualità anche in presenza di una crescita esponenziale del traffico e di un ampliamento dell’estensione geografica del network. Servono, quindi, nuove topologie in grado di assicurare il miglior equilibrio tra prestazioni e costi, garantendo affidabilità del traffico e protezione by design. Una risposta efficace a queste esigenze variegate arriva dalle SD-Wan, reti intelligenti che sfruttano al meglio le diverse connessioni disponibili – mobile, broadband, MPLS, LTE – per ottimizzare il rendimento del network diminuendo i costi relativi alla larghezza della banda attraverso un processo di delivery automatizzata.
Per aiutare le organizzazioni alle prese con i nuovi modelli di collaborazione abbiamo creato un centro risorse che raccoglie best practice, approfondimenti tecnici e di business utili per comprendere meglio quali sono i benefici della collaborazione in azienda a più livelli – tra dipendenti, con i partner di filiera, con clienti e fornitori e, non da ultimo, con sensori e oggetti intelligenti. Buona lettura!