Additive manufacturing, per Roland Berger la stampa 3D diventerà mainstream

Per Roland Berger le nuove tecnologie di stampa 3D potrebbero presto essere accessibili alla produzione di massa, rivoluzionando il manifatturiero

Pubblicato il 12 Feb 2019

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Le tecniche di metal 3D printing potrebbero presto diffondersi su larga scala e rappresentare una rivoluzione nell’industria manifatturiera. A dirlo è la società di consulenza tedesca Roland Berger nello studio “Advancements in metal 3D printing – Beyond powder bed – Additive manufacturing on the brink of industrialization”. Il report prevede un’ampia diffusione della stampa 3D grazie alle nuove tecniche che non saranno più limitate alla produzione di parti altamente sofisticate come bruciatori per turbine a gas e protesi mediche personalizzate.

Per Roland Berger stampa 3D presto mainstream

Ad oggi il costo di produzione di metalli con tecnologie di stampa 3D rimane proibitivo: tra le 15 e le 60 volte superiore rispetto alle tecniche tradizionali, ma per gli esperti di Roland Berger è destinato a diminuire fino al 30% nel 2020. Ma la situazione è destinata a cambiare.

La gamma di aree che potranno beneficiare delle straordinarie capacità di Additive Manufacturing si espande continuamente e le nuove tecnologie, oltre a soppiantare la costosa tecnica che oggi domina il mercato conosciuta come Powder bed fusion by laser (PBF-L), potrebbero presto essere accessibili alla produzione di massa, dando vita a una vera e propria rivoluzione dell’industria manifatturiera.

Secondo Paolo Massardi, Senior Partner di Roland Berger Italia, “con la versatilità delle nuove tecnologie di additive manufacturing per i metalli, i possibili campi di utilizzo industriali si ampliano notevolmente, sia per i settori industriali coperti (dalla meccanica di precisione all’aeronautica) sia per le fasi della catena del valore o del life cycle dei manufatti (dalla prototipazione rapida, con co-engineering simultaneo di più società, alla bassa serie, alla ricambistica  per modelli fuori produzione). Si aprono molte opportunità per chi saprà interpretare le potenzialità di queste nuove tecnologie, per i propri mercati di riferimento ed anche per quelli attigui”.

Obiettivo ridurre i costi

Le tecniche di Additive Manufacturing di fatto sono ancora una nicchia riservata a poche aziende: la stampa di metallo in 3D è un metodo di produzione molto costoso che viene utilizzato principalmente per la costruzione di prototipi e componenti speciali per i settori aerospaziale e della tecnologia medica. Ma gli esperti di Roland Berger sono pronti a scommettere su un repentino cambio di scenario. Oggi la tecnologia disponibile più conosciuta è la Power Bed Fusion by Laser (PBF-L) e, anche se per gli esperti di Roland Berger il costo di produzione di tale tecnica è destinato a diminuire fino al 30% entro il 2020, potrebbe essere parzialmente o completamente sostituita dalle nuove tecnologie.

Secondo i consulenti della compagnia tedesca, infatti, quattro nuove tecnologie saranno in grado di apportare sostanziali vantaggi in termini di performance/costi e potrebbero rendere le tecniche di Additive Manufacturing più competitive su più dimensioni (rapporto precisione, volumi di produzione, costi e tempi di realizzazione). Nel dettaglio, oltre le tecnologie sorelle del PBF_L, ovvero il Power Bed Fusion by Electron Beam (PBF-EB) e Wire by Laser, Plasma /EB, le tecnologie emergenti sono la Direct Energy Deposition (DED) ossia Deposizione Diretta di Energia, quali il Material Jetting, il Material Extrusion e Binder Jetting.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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