L’innovazione green anche nell’emergenza: dalle macchine di Fabio Perini mascherine compostabili al bambù

Un’innovazione tecnologica in grado di produrre fino a 10 mila mascherine facciali monovelo al minuto, adattabile ai principali materiali “tessuto non tessuto” tra cui un particolare materiale a base di bambù compostabile con i rifiuti organici. Questo il brevetto depositato da Fabio Perini e che può essere installato velocemente sulle macchine di converting

Pubblicato il 17 Lug 2020

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Un’innovazione tecnologica in grado di produrre fino a 10 mila mascherine facciali al minuto, adattabile ai principali materiali “tessuto non tessuto” tra cui un particolare materiale a base di bambù compostabile con i rifiuti organici. Questo il brevetto depositato da Fabio Perini, azienda con sede a Lucca e parte della Business Area Körber Tissue, che l’ha sviluppato in poco più di un mese durante il lockdown e che può essere installato velocemente sulle macchine di converting dell’azienda nuove o già installate presso i clienti in tutto il mondo.

“Le opportunità di innovazione sono ovunque anche nel bel mezzo di una crisi sanitaria e durante il lockdown la nostra squadra si è attivata per rispondere a due necessità: da una parte l’enorme richiesta di mascherine facciali – il Politecnico di Torino stima ad esempio che le sole aziende italiane avranno bisogno di quasi 1 miliardo al mese – dall’altra il problema del loro smaltimento. In poco più di un mese, dall’idea alla produzione, siamo arrivati alla soluzione: un aggiornamento tecnologico che permettesse di produrre mascherine in rotolo fino a 10 mila al minuto e l’utilizzo di un “tessuto non tessuto” a base di bambù che fosse compostabile nell’umido”, commenta Oswaldo Cruz Jr., Amministratore Delegato (CEO) della Fabio Perini S.p.A. e della Business Area Körber Tissue.

Queste mascherine monovelo sono utilissime per l’uso quotidiano, collettivo e in comunità come aeroporti, trasporto pubblico, centri commerciali, supermercati, negozi di alimentari e luoghi di lavori.

“Le nostre macchine sono però in grado di realizzare anche mascherine certificate – continua Cruz – dove però i materiali che sono accoppiati con la plastica non le rendono compostabili; ma anche su questo punto stiamo facendo delle prove su specifici materiali e siamo fiduciosi di trovare presto una soluzione”.

Il coronavirus ha così anche diversificato il business della Fabio Perini.

“Su questa innovazione, in tutto il mondo, abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte dei nostri clienti e stimiamo che il nostro business possa avere un incremento. In realtà dal nostro un osservatorio privilegiato – lavoriamo con produttori di carta igienica, asciugatutto, dalla Cina agli Stati Uniti – abbiamo visto un importante cambiamento. Inizialmente la richiesta era quella di incrementare la capacità produttiva delle macchine, soprattutto della carta igienica, a causa dell'”effetto stock” di questi prodotti, e per far fronte a ciò abbiamo addirittura introdotto un servizio di macchine in pronta consegna (e chi conosce il nostro settore sa benissimo che questo non è semplicissimo!). Col passare delle settimane la richiesta si è concentrata sui prodotti piegati in carta tissue; una domanda che è derivata dall’innalzamento del numero di articoli usa e getta utilizzati per esigenze di maggior igiene, e che credo proseguirà come tendenza ancora per molto tempo”, ha concluso Cruz.

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Valentina Repetto

Appassionata di tecnologia ma con un amore incondizionato verso la natura, si dedica alla fotografia e al video editing. Curiosa e esploratrice verso tutto ciò che la circonda. Laureata in Scienze e Tecnologie Multimediali, indirizzo comunicazione.

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