Data Act, via libera dal Parlamento europeo alla legge che punta a promuovere un utilizzo sicuro dei dati industriali

Il Parlamento europeo ha dato il via libera all’apertura dei negoziati con il Consiglio sul Data Act, un regolamento che punta a promuovere l’innovazione facendo leva sui dati raccolti da macchine e dispositivi connessi. Rimuovere le barriere che ostacolano l’utilizzo dei dati raccolti in ambienti industriali (attualmente l’80% dei dati non viene utilizzato) permetterebbe di creare un mercato europeo di servizi basati sui dati sicuro sia per imprese (con particolare attenzione alla tutela delle PMI) sia per i consumatori.

Pubblicato il 14 Mar 2023

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Stabilire regole comuni che disciplinano la condivisione dei dati generati dall’uso di prodotti connessi o di servizi correlati (come IoT e macchine industriali) per garantire l’equità dei contratti di condivisione: è questo lo scopo del Data Act, la legislazione europea in materia di dati e servizi industriali.

La legge, presentata dalla Commissione a febbraio 2023 e approvata dal Parlamento europeo il 14 marzo punta, in primo luogo, a favorire un utilizzo maggiore dei dati raccolti dai dispositivi e dalle macchine connesse, così da rimuovere le barriere che ostacolo l’innovazione.

Dati che, come sottolineano le analisi della Commissione, rappresentano per l’economia dell’UE un enorme potenziale ancora inutilizzato. Infatti, se da un lato il numero di dati generati dalle macchine e dagli oggetti connessi cresce esponenzialmente – nel 2018 il volume totale dei dati raccolti era di 33 zettabyte e si stima che entro il 2025 raggiungerà i 175 zettabyte –, attualmente l’80% dei dati raccolti in ambienti industriali non viene utilizzato.

Che cosa prevede il Data Act

La legge punta a rimuovere le barriere che attualmente impediscono di utilizzare questi dati e, al tempo stesso, contribuire allo sviluppo di nuovi servizi, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale, dove sono necessarie enormi quantità di dati per l’addestramento degli algoritmi.

Secondo la proposta, le aziende potranno decidere quali dati possono essere condivisi, mentre il produttore potrà scegliere di non rendere disponibili alcuni dati “pby design”.

La normativa dovrebbe inoltre riequilibrare il potere negoziale a favore delle PMI nella redazione dei loro contratti di condivisione di dati, mettendole al riparo da clausole contrattuali inique imposte da aziende in una posizione significativamente più favorevole.

Più nel dettaglio, la proposta presentata dalla Commissione proponeva:

  • misure per consentire agli utenti di dispositivi connessi di accedere ai dati da essi generati, spesso raccolti esclusivamente dai produttori, e di condividere tali dati con terze parti per fornire servizi post-vendita o altri servizi innovativi basati sui dati. Il provvedimento mantiene gli incentivi per i produttori a continuare a investire nella generazione di dati di alta qualità, coprendo i loro costi di trasferimento ed escludendo l’uso dei dati condivisi in diretta concorrenza con il loro prodotto
  • misure per riequilibrare il potere negoziale delle PMI, impedendo l’abuso di squilibri contrattuali nei contratti di condivisione dei dati. Il Data Act le metterà al riparo da clausole contrattuali inique imposte da una parte con una posizione negoziale significativamente più forte
  • mezzi per gli enti pubblici per accedere e utilizzare i dati in possesso del settore privato necessari in circostanze eccezionali, in particolare in caso di emergenza pubblica, come inondazioni e incendi, o per attuare un mandato legale se i dati non sono altrimenti disponibili. I dati sono necessari per rispondere in modo rapido e sicuro, riducendo al minimo l’onere per le imprese
  • nuove regole che consentono ai clienti di passare efficacemente da un fornitore all’altro di servizi di elaborazione dati nel cloud e che mettono in atto misure di salvaguardia contro il trasferimento illegale di dati.

In sede di discussione e approvazione in plenaria, gli eurodeputati hanno voluto rafforzato le disposizioni volte a proteggere i segreti commerciali ed evitare che un maggiore accesso ai dati venga utilizzato dai concorrenti per modificare i servizi o i dispositivi. Hanno inoltre stabilito condizioni più severe per le richieste di dati da parte delle imprese alle amministrazioni pubbliche.

Il Data Act verso l’approvazione finale da parte dell’UE

Il Data Act rappresenta l’ultimo tassello della strategia europea in ambito di dati e svolgerà un ruolo fondamentale nella trasformazione digitaledell’Unione, in linea con gli obiettivi digitali del 2030.

Grazie al Data Act, gli operatori commerciali e industriali avranno a disposizione più dati e beneficeranno di un mercato dei dati competitivo. I fornitori di servizi post-vendita saranno in grado di offrire servizi più personalizzati e di competere su un piano di parità con servizi analoghi offerti dai produttori, mentre i dati potranno essere combinati per sviluppare anche servizi digitali completamente nuovi.

Il testo è stato approvato in seduta plenaria dal Parlamento europeo con 500 voti favorevoli, 110 astenuti e 23 voti contrari. Con l’approvazione, il Parlamento ha adottato la sua posizione formale in vista dei negoziati con il Consiglio.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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