Gli smart sensor batteranno la recessione. Un’affermazione azzardata? No, se si guarda ai numeri del mercato e al ruolo che questi dispositivi intelligenti ricoprono nella ripresa e nello sviluppo delle aziende (in molteplici settori industriali e al livello globale). Nessun azzardo, dunque: la tesi regge.
I sensori intelligenti, infatti, sono i veri driver di crescita di tutti i mercati. Accomunano i differenti comparti industriali, perché caratterizzano l’evoluzione di molte applicazioni innovative: dall’IoT al machine learning, dagli analytics all’intelligenza artificiale, dalla fabbrica connessa ai Big Data. Nell’epoca della trasformazione digitale, ora richiesta e supportata economicamente anche dall’Unione Europea, nulla di tutto ciò potrebbe esistere se non esistessero sensori capaci di rilevare e trasmettere dati.
Attraverso l’utilizzo di smart sensor, infatti, è possibile pensare di:
- rendere più produttivo uno stabilimento;
- abbassare i costi di manutenzione degli impianti;
- tracciare ogni asset, dalla materia prima al prodotto finito;
- utilizzare robot in applicazioni collaborative;
- realizzare ambienti di lavoro realmente sicuri;
- monitorare le emissioni, incrementando il livello di sostenibilità.
È chiaro dunque che oggi l’innovazione delle imprese passa per il concetto di “rilevamento intelligente”. Se è vero che chi non innova non può più competere sul mercato, per semplice proprietà transitiva possiamo affermare che l’uso degli smart sensor è alla base della ripresa di tutte le realtà produttive.
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Uno sguardo ai trend di mercato
Gli analisti offrono una lettura del mercato coerente con la tesi: MarketWatch, per esempio, prevede una crescita del mercato dei sensori intelligenti con un tasso di crescita medio annuo (CAGR) del 18,82%, dal 2021 al 2024. Fa eco MarketsandMarkets, che parla di un aumento del giro di affari dai 36,6 miliardi di dollari, sviluppato nel 2020, agli 87,6 miliardi di dollari del 2025, con un CAGR del 19%. A giustificare un incremento del mercato così importante, anche in termini di unità consegnate, è principalmente l’applicazione degli smart sensor nel campo della riduzione delle emissioni nocive nell’ambiente, fa sapere MarketsandMarkets.
Ripresa e resilienza del Paese coadiuvati dai sensori intelligenti
Se prima del Covid-19 l’integrazione di sensori intelligenti negli impianti industriali o nei prodotti finiti, come gli autoveicoli o i dispositivi di monitoraggio personale, era volta esclusivamente ad aggiungere funzionalità che rendevano più competitivi i produttori rispetto alla concorrenza, oggi si pensa anche al raggiungimento di standard di sicurezza più elevati, maggiore sostenibilità e digitalizzazione dei flussi produttivi.
I 191,5 miliardi di euro assegnati all’Italia nell’ambito del programma Next Generation Europe rappresentano una dotazione di risorse davvero rilevante. E le sei missioni del PNRR italiano implicano che le aziende e le Pubbliche Amministrazioni producano e utilizzino enormi quantità di dati. Dati che possono essere acquisiti proprio grazie ai sensori.
Sicurezza e protezione, dispositivi a risparmio energetico, strumenti di elettronica di consumo indossabili per monitorare la salute, automotive sostenibile, miniaturizzazione, proliferazione dell’IoT, integrazione delle tecnologie di rilevamento nella supply chain. Sono solo alcuni degli ambiti tecnologici che saranno utili alla ripartenza in ottica PNRR: nessuno di questi può prescindere dall’uso dei sensori intelligenti.
Le quattro dimensioni degli smart sensor secondo SICK
Protagonista delle tecnologie smart sensor è SICK, multinazionale con 75 anni d’esperienza nel settore dell’automazione industriale. La missione di SICK, il cui motto è proprio Sensor Intelligence, è aiutare le imprese a comprendere le potenzialità di questi dispositivi, per programmarne coscientemente l’integrazione e sfruttarne a pieno le funzionalità.
Oggi innovare è diventato inderogabile: ecco perché a SICK abbiamo chiesto di spiegare i sensori dal punto di vista dei benefici. Perché dunque investire negli smart sensor oggi conviene?
“Indipendentemente dai contesti d’applicazione e dalle specificità richieste – spiega SICK – gli smart sensor presentano quattro aspetti caratterizzanti specifici“, da cui le aziende possono trarre molteplici benefici.
Il primo aspetto è l’intelligenza: i sensori intelligenti sono in grado di rilevare ed elaborare autonomamente i dati grezzi acquisiti, riducendo il lavoro del processore centrale. Attraverso gli smart task, i sensori di SICK elaborano i diversi segnali di rilevamento e di misurazione e li collegano ai segnali di un sensore esterno, generando solo le informazioni sul processo necessarie. Da questo deriva un beneficio correlato diretto in termini di risparmio di tempo nell’analisi dei dati.
Un altro aspetto caratterizzante è la flessibilità: i sensori possono essere riprogrammati a distanza. Tramite l’interfaccia IO-Link integrata i sensori SICK vengono aggiornati in tempo reale. Il beneficio che ne consegue è la possibilità di configurare una funzione di un sensore anche per un solo lotto di produzione. E, in caso di guasto del dispositivo, il sensore sostitutivo viene configurato automaticamente via IO-link.
Il terzo aspetto caratterizzante è l’auto-calibrazione e diagnosi: tali caratteristiche consentono la riduzione dei fermi impianto e la manutenzione predittiva. Gli smart sensor SICK rilevano automaticamente le anomalie e reagiscono attivamente. E così, in caso di problemi, è possibile individuare facilmente le cause ed evitare i tempi di fermo impianto.
Il quarto aspetto caratterizzante è l’affidabilità: la sensibilità avanzata fornisce risultati di misurazione e di rilevamento sempre affidabili. I sensori intelligenti di SICK facilitano l’installazione attivamente già durante il montaggio, attraverso il monitoraggio dei loro parametri di funzionamento. Il beneficio che ne deriva è una produttività massimizzata.
Paola Mangiapane