Dal contrasto al caro-energia – luce e gas – a interventi di politica industriale per affrontare la crisi del settore Automotive: nel corso del consiglio dei ministri di oggi sono state approvate diverse iniziative con interventi del valore complessivo di quasi 8 miliardi. “Il governo vuole aiutare i cittadini in questo momento di difficoltà, vuole intervenire fin da ora per evitare che il rincaro dell’energia elettrica si traduca stabilmente in un minor potere d’acquisto per quanto riguarda le famiglie e in una minore competitività per quel che riguarda le imprese”, ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi.
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Fondi pluriennali per Automotive e Microchip
Partiamo dall’intervento per la filiera dell’auto. Viene previsto un importante intervento di sostegno con la creazione di un fondo da un miliardo l’anno fino al 2030 per “favorire la transizione verde, la ricerca, la riconversione e riqualificazione dell’industria del settore automotive”. Si tratta appunto di risorse che serviranno a sostenere il (faticoso) percorso di riconversione delle aziende che operano in un ambito particolarmente colpito dalla transizione all’elettrico, che sta vivendo un’accelerazione a seguito degli impegni presi dall’Europa che prevedono una transizione più rapida del previsto.
Si interviene però anche concretamente a sostegno della domanda, con la reintroduzione degli incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti – elettrici e ibridi – rimasti fuori dalla legge di bilancio.
Sempre restando sulle filiere produttive, il decreto interviene anche sul comparto dei microprocessori. Anche in questo caso sono previsti fondi pluriennali, fino al 2030, per la produzione nazionale di microchip, nel solco del Chips Act recentemente proposto dalla Commissione con il quale l’UE punta a diventare meno dipendente da Est asiatico e USA in un futuro non troppo lontano.
Il contrasto al caro-energia
Il decreto-legge mette poi nel mirino l’aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, prevedendo misure di contrasto nonché incentivi per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Le norme introdotte – spiega il Governo in una nota – “mirano a sostenere la ripresa economica e a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno dispiego”.
A questi interventi sono dedicati 5,5 dei quasi 8 miliardi complessivi.
L’intervento si divide in due parti. La prima mira a “calmierare nel breve tempo i costi delle bollette energetiche” prorogando le misure già in essere, come l’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW, nonché alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.
Viene poi prevista la riduzione dell’Iva al 5% e degli oneri generali per il settore gas, il rafforzamento del bonus sociale per le famiglie con ISEE di circa 8.000 euro o di 20.000 nel caso di famiglie numerose.
C’è poi un credito d’imposta per le imprese energivore e gasivore: si tratta di un credito d’imposta pari al 20% delle spese sostenute per la bolletta elettrica a favore delle aziende energivore e di un altro contributo straordinario, sempre in forma di credito d’imposta, pari al 15% delle spese per le imprese che sono forti consumatrici di gas naturale.
La seconda parte dell’intervento punta invece a evitare che si ripetano in futuro altre crisi come quella in corso.
Per questo il decreto prevede quello che il Governo non esita a definire un “poderoso programma di accelerazione sul fronte delle sorgenti rinnovabili”, con un focus particolare sul fotovoltaico e la semplificazione degli interventi di installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali.
In particolare per gli investimenti in energie rinnovabili e impianti ad elevata efficienza energetica nelle regioni del Sud è previsto un credito d’imposta per gli anni 2022 e 2023 che, secondo quanto dichiarato dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna, sarà finanziato con il Fondo Sviluppo e Coesione.
Si prevede poi l’incremento della produzione nazionale di gas allo scopo di diminuire il rapporto importazione/produzione da utilizzarsi a costo equo per imprese e PMI.
Il provvedimento comprende anche un pacchetto di norme per aumento e ottimizzazione dello stoccaggio di gas. Infine è previsto l’aumento della produzione di carburante sintetico e supporto al suo utilizzo in settori strategici, come ad esempio trasporti e aerei.
Soddisfazione (e dubbi) dal mondo delle imprese
Il provvedimento sull’energia approvato oggi dal Consiglio dei Ministri “replica una linea di intervento congiunturale, che risulta efficace solo se l’incremento dei prezzi non presenta, come invece temiamo, carattere strutturale e quindi si ravvisa la necessità di considerare un intervento temporale più lungo”, commenta Confindustria.
Critico infatti è il giudizio sugli interventi sul comparto elettrico dove occorrerebbero “interventi di carattere strutturale, con un orizzonte temporale più lungo”. Il provvedimento infatti rinnova “misure di carattere temporaneo nel settore elettrico, significative i termini di importi, ma con un orizzonte trimestrale (azzeramento degli oneri di sistema per il secondo trimestre 2022; riduzione dell’IVA e degli oneri generali nel settore del gas)”.
Sul gas gli industriali valutano che gli interventi vadano invece “nella giusta direzione, dal momento che s’introducono come richiesto da Confindustria, alcuni interventi strutturali significativi, in particolare con riferimento all’incremento della produzione nazionale di gas, estremante importante per la competitività del sistema industriale e la sicurezza nazionale”.
Assolombarda, invece, giudica positivamente l’intervento come “un ulteriore passo avanti per fronteggiare un’emergenza che solo per l’industria della Lombardia ha un costo energetico stimato per quest’anno in 8,3 miliardi di euro”, con particolare riferimento all’azzeramento degli oneri di sistema per l’energia elettrica fino a giugno e all’estensione delle misure di emergenza anche al gas. Va “nella giusta direzione” anche il credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti per l’efficienza energetica, “ma non possiamo non rilevare che la misura è destinata solo alle regioni del Sud”.