Analisi

Supply Chain: come cambiano in funzione dell’emergenza Covid-19

Arrivano da Blue Yonder una serie di analisi e di approfondimenti sugli impatti della pandemia Coronavirus e del conseguente lockdown sulle catene di approvvigionamento e sui possibili scenari per imprese, aziende di distribuzione, di trasporto e logistica e sugli attori del mondo retail. Segnaliamo in particolare un’analisi che porta l’attenzione sul ruolo di tre fattori come il Safety Stock, i cambiamenti nei canali di approvvigionamento e gli impatti sulla reale domanda di beni

Pubblicato il 17 Apr 2020

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L’emergenza Coronavirus ha creato una situazione assolutamente inaspettata con conseguenze altrettanto imprevedibili a tutti i livelli, dalla sfera sociale e sanitaria a cambiamenti radicali nei comportamenti e nelle scelte dei consumatori finali. Gran parte di questi cambiamenti impattano in modo diretto le Supply Chain in generale e le Supply Chain più complesse e più articolate a livello internazionale in particolare. Per gli attori che governano o che collaborano a queste catene di approvvigionamento è oggi più che mai fondamentale disporre di intelligenza, di conoscenza e di strumenti in grado di interpretare i tanti segnali che arrivano dal mercato per capire quali scenari si prospettano e per prepararsi ai diversi possibili cambiamenti.

Un contributo alla conoscenza dell’evoluzione delle Supply Chain arriva da Blue Yonder che, attraverso analisi  focalizzate a firma dei propri specialisti, condivide spiegazioni, riflessioni  e suggerimenti per comprendere e mitigare l’impatto che Covid-19 ha – a vari livelli –  sulle Supply Chain in ambito retail, produzione e logistica.

Tra i contributi proposti vogliamo portare l’attenzione sull’analisi realizzata da Tony Verdi che si concentra su alcuni casi molto concreti, su come i consumatori stanno reagendo in termini di scelte d’acquisto e su come questi “nuovi” comportamenti abbiano un impatto molto rilevante sulle Supply Chain, sia in termini di cambiamenti repentini nella domanda, sia in termini di cambiamento nei canali di diffusione dei prodotti stessi in ragione delle diverse modalità con cui i consumatori scelgono di acquistarli. A fronte di trasformazioni così radicali e così profonde, Verdi si interroga su: “Cosa occorre fare, ovvero se è veramente questa la “nuova Normalità”? e “Quanto può durare questa situazione”.

I temi dell’evoluzione delle supply chain e della necessità di adottare soluzioni digitali in grado di aumentare sicurezza, resilienza, flessibilità e agilità saranno al centro del webinar “La Supply Chain moderna: resiliente, innovativa, efficiente” in programma per il prossimo 5 maggio dalle ore 12,00 alle ore 13,00.

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Quali sono i fattori di attenzione per le Supply Chain

Qualunque sia lo scenario, anzi gli scenari che si prospettano, il tema è quello di una evoluzione delle Supply Chain e di una maggiore capacità di intelligence sui fattori che stanno alla base di questa evoluzione. Per comprendere al meglio i framework di riferimento nei quali si possono sviluppare i diversi scenari, Verdi pone l’attenzione su alcuni fattori chiave che mettono in diretta relazione il comportamento dei vari attori delle catene di approvvigionamento. In questo senso il suo invito è quello di rivolgere l’attenzione su tre grandi fattori

  • Safety Stock
  • Changes in channel
  • Real demand

Le Supply Chain e la gestione dei “safety Stock”

Nel caso dei Safety Stock Verdi invita a osservare con grande attenzione, in questo specifico periodo, le conseguenze della “naturale” propensione da parte di tutti gli attori delle Supply Chain (solo per fare un esempio: produttori, distributori, retailer e consumatori finali) di gestire una componente di stock per “sicurezza”, per affrontare eventuali imprevisti. L’emergenza Coronavirus ha un impatto importante su questo atteggiamento da parte di tutti gli attori, un’influenza che naturalmente produce effetti rilevanti sulla Supply Chain (e Verdi nell’articolo qualifica questi impatti con esempi molto calzanti e molto concreti su alcuni prodotti che i consumatori tendono ad accumulare per ragioni di “sicurezza”).

Nello stesso tempo l’autore invita a prestare grande attenzione al fatto che i cambiamenti anche molto rilevanti che arrivano dall’”effetto Safety Stock” non corrispondono a un reale cambiamento “strutturale” nelle scelte dei consumatori, ma sono effetti “contingenti” di questa emergenza e occorre non solo valutare come affrontarli nell’immediato, ma anche prevedere con attenzione l’impatto a posteriori, ovvero al termine dell’emergenza, quando tutti gli attori torneranno a gestire gli stock di sicurezza in condizioni di ritrovata normalità a livello di consumi e dunque quando a tutti gli effetti i consumatori si ritroveranno a utilizzare tutti i prodotti che hanno accumulato.

Le Supply Chain davanti all’evoluzione dei canali di approvvigionamento

L’altro grande tema è come l’emergenza abbia un impatto sui canali utilizzati dai consumatori per alcune tipologie di prodotto. La riflessione di Verdi invita gli attori delle Supply Chain a considerare che il cambiamento radicale nelle abitudini dei consumatori in funzione del lockdown e delle misure di prevenzione porti alcune tipologie di prodotto ad essere “consumate” attraverso canali diversi rispetto a quelli tradizionali. Un esempio è rappresentato dagli effetti del lockdown sul mondo Ho.Re.Ca. (Hotel Restaurant Catering). I consumatori che non possono consumare determinate bevande o prodotti nei bar o nei ristoranti, scelgono di approvvigionarsi di questi beni attraverso altri canali (distribuzione) per poi consumarli a casa. Non cambia in questo caso la scelta di consumo, ma cambia il canale di approvvigionamento.

Le Supply Chain e i cambiamenti reali nella domanda di beni

Il terzo punto che arriva dalla riflessione di Verdi è legato alla necessità di focalizzare poi l’attenzione sui cambiamenti reali nella domanda di beni, ovvero su come la domanda di certi beni è amplificata dall’emergenza coronavirus, ma è prevedibile che stia entrando in modo molto più rilevante del passato nelle abitudini di consumo proprio per effetto del diverso livello di attenzione che questa situazione pone ai temi della difesa sanitaria. Si collocano in questo contesto i consumi legati ai prodotti assimilabili ai presidi medici o ai prodotti per la cura della persona specifici per la protezione come i saponi speciali e i disinfettanti. In questo caso l’invito di Verdi è di alzare lo sguardo verso un orizzonte più ampio in modo da valutare come questi cambiamenti nelle abitudini impattino in modo strutturale sull’evoluzione delle Supply Chain.

Suggeriamo la lettura integrale dell’articolo completo di Tony Verdi QUI
e consigliamo la lettura degli altri contributi sull’impatto dell’emergenza Covid-19 QUI

Immagine fornita da Shutterstock

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Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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