“Pmi, attenzione: sull’industria 4.0 andate caute”

Il professor Jovane del Politecnico suggerisce alle piccole e medie imprese come muoversi nell’affrontare la trasformazione digitale

Pubblicato il 11 Apr 2017

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“C’è questo nuovo sviluppo di un mondo industriale al servizio dell’uomo. Nei miei modelli vedevo l’industria passare da business to business, tipica dell’ingegnere, a business to humans”. Parola di Francesco Jovane, professore emerito del Politecnico di Milano, autore di oltre duecento paper scientifici in ambito manifatturiero e di innovazione. “L’anno scorso il World Economic Forum ha parlato di quarta rivoluzione industriale, che si compone non solo di digitalizzazione e interconnessione, che sono presenti anche nell’industria 4.0, che è un sottoinsieme della quarta rivoluzione industriale, ma è un connettersi di due mondi. Vengono fuori nuove tecnologie, incroci, idee disruttive. L’industria 4.0 nasce da quattro imprese tedesche nell’area digitale, che fanno un discorso al ministero della ricerca: dobbiamo cambiare l’industria. Interconnessione, automazione e l’ingresso pesante della sensoristica integrano le funzioni interne alla fabbrica, ma anche quelle esterne, che costituiscono una rete di prodotti complessi. Il mio avvertimento è che le cose che si propongono sono di grosso impegno e complessità. È un discorso che le grandi industrie possono fare, ma le piccole imprese devono andare caute”.

Francesco Jovane, professore emerito del Politecnico di Milano

Come si possono aiutare le pmi in questo passaggio?

La formazione delle persone è l’innesco di questo processo. Sono le imprese che generano il nuovo che devono capire se esiste il futuro sbandierato, qual è la loro collocazione e che passo devono fare. L’entusiasmo è un driver ma va condizionato da considerazioni oggettive. Io ho guidato un progetto di fabbrica del futuro che puntava al computer integrated manufacturing, valeva allora 30 miliardi di lire. Ma io dicevo alle aziende: questa gerarchizzazione del sistema produttivo è così complessa che dovete stare accorte. Oggi nello stesso spirito qualcuno ha cominciato a rammentarsi di questa esperienza e ha detto che bisogna andare con cautela. I piccoletti con capacità autocritica devono verificare cosa c’è di buono e iniziare con dei pezzetti”.

Il governo con il piano industria 4.0 ha mosso le acque?

“L’iperammortamento è utile. Per muoversi bisogna rivolgersi a società di consulenza e con cautela agire. Quando per il Ministero della ricerca verificavo i piani di ricerca nelle aziende, dicevo agli imprenditori: ma voi veramente volete fare queste cose? Non andate a gambe all’aria? Sfida a riflettere. Non è la vendita di una macchina. È cercare di aiutarli a essere se stessi”.

L’imprenditoria per i più giovani sarà più semplice con questi sistemi?

“I ragazzi che si muovono bene possono entrare in questo mondo, trovare interstizi in cui inserirsi con una dimensione adatta a essere gestita da un rgaazzo. Penso ad esempio a un mercato come quello dell’invecchiamento, che è in crescita. Non è solo questione di fare una app, che è una soluzione di un problema, ma di creare spazi produttivi”.

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Luca Zorloni

Cronaca ed economia mi sono sembrate per anni mondi distanti dal mio futuro. E poi mi sono ritrovato cronista economico. Prima i fatti, poi le opinioni. Collaboro con Il Giorno e Wired e, da qualche mese, con Innovation Post.

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