di Claudio Locatelli, Automation & Process Control Manager
In questo ultimo anno ho notato, partecipando a Convegni, Seminari e Fiere di settore, un crescente interesse da parte di Imprenditori e Manager ai temi della nuova Rivoluzione Industriale. Questo interesse ha avuto un forte incremento a valle della presentazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico del Piano Calenda che ha definito e messo a disposizione per l’anno 2017 ammortamenti super ed iper per investimenti in digitalizzazione.
I fornitori di tecnologie si dichiarano pronti ad affrontare questa nuova sfida e propongono nuovi prodotti relativi a Big Data Analytics, Augmented Reality, Predictive Maintenance, Cloud Computing, Additive Manufacturing, Artificial Intelligence, Machine Learning ed altro. Le cosiddette tecnologie abilitanti non sono in realtà recenti, hanno quasi tutte una storia di qualche decennio ma sono diventate fruibili, sia tecnicamente che economicamente, solo in questi ultimi anni.
Dal fronte industriale mi sembra di notare che non tutti hanno ancora ben compreso cosa fare e come cogliere al volo questo treno che viaggia ad alta velocità. Infatti queste tecnologie sono trasversali a tutti i settori manifatturieri, del processo e non solo; sono utilizzate ed utilizzabili anche in ambiti come ad esempio l’intrattenimento, il social, la formazione, il turismo. Non è quindi immediato sia per i fornitori che per gli imprenditori orientarsi e focalizzare in breve tempo l’utilizzo ottimale di questi nuovi strumenti. L’approccio migliore però deve essere ancora quello classico di partire dal proprio business, concentrandosi sia sul processo produttivo che sulla scelta delle materie e risorse in input che del mercato, tendenze, clienti e servizi.
Lo scorso anno mi è stato chiesto, dalla società per cui lavoravo, un rapporto sui possibili utilizzi delle nuove tecnologie dell’Industria 4.0 per il nostro business. Ho riassunto brevemente i progetti di digitalizzazione che avevo in corso ma ho soprattutto consigliato di focalizzare l’attenzione su quali dati o meglio informazioni ci servirebbero ogni giorno, settimana, mese, ad ogni livello decisionale ed in ogni divisione, per svolgere al meglio il nostro lavoro, senza porci dei limiti di fattibilità preconcetti. Informazioni corrette sia semplici che complesse in tempo reale ed anche di tipo predittivo sono fondamentali per capire l’andamento, le criticità e le possibilità di sviluppo della nostra industria e quindi di prendere le migliori decisioni.
Occorre quindi mettere al centro la conoscenza del proprio business e le nostre capacità manageriali ed imprenditoriali, finalizzando progetti di miglioramento che nessun fornitore di tecnologie ci può offrire. Solo dopo aver delineato questi progetti (che esulano dalle tecnologie) ci possiamo rivolgere ai fornitori esperti di soluzioni di digitalizzazione per mettere in pratica le nostre strategie. A quel punto sarà più semplice capire quali tecnologie faranno al caso nostro ed applicarle correttamente.
Mai come in questa rivoluzione industriale, che come detto prima utilizza tecnologie trasversali e comuni a tutte le tipologie di industria, le tecnologie non devono essere al centro delle scelte decisionali ma devono essere il mezzo con cui mettere in pratica progetti di miglioramento, ottimizzazione o di conversione del business (Disruptive Innovation e Servitizzazione).
Bisogna non lasciarsi ammaliare da questi strumenti che ci sembrano quasi avveniristici e cadere nell’illusione che le tecnologie possano da sole sostituire l’uomo e la sua professionalità ed imprenditorialità ma concentrarsi sull’evoluzione dei mercati, dei bisogni, degli stili di vita e quindi ancora dell’uomo come baricentro sia del mercato e della domanda del futuro sia della soddisfazione dell’offerta con prodotti e servizi.