La rilevanza del know how e dei segreti commerciali quale valore competitivo per le aziende è ormai consolidata, in particolare per il settore produttivo. Know how e segreti commerciali indicano le conoscenze tecniche relative ai metodi e ai processi per la preparazione di prodotti industriali e quelle inerenti la struttura organizzativa dell’azienda, gli aspetti commerciali e di business.
Al pari degli altri diritti di proprietà industriale, quali marchi, brevetti e design, il know how e i segreti commerciali detenuti da un’impresa contribuiscono oggi più che mai alla determinazione del suo valore e del suo patrimonio.
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Know how e segreti commerciali nell’ordinamento giuridico
A livello normativo, l’ordinamento italiano dedica due norme alla specifica tutela di queste informazioni: gli artt. 98 e 99 del Codice della proprietà industriale nonché la disciplina ai sensi dell’art. 2598 c.c. in tema di concorrenza sleale.
L’accezione dei concetti di know how e, in particolare del concetto di segreti commerciali, è stata ulteriormente rinforzata a seguito del recepimento da parte del D.Lgs 63/2018 della Direttiva UE
2016/943 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’8 giugno 2016, “sulla protezione del know how riservato e delle informazioni commerciali riservate (segreti commerciali) contro l’acquisizione, l’utilizzo e la divulgazione illeciti”.
Con l’attuazione della direttiva sono state apportate alcune modifiche al codice di proprietà industriale e al codice penale, che hanno messo a diposizione dei titolari dei segreti alcuni strumenti nuovi e che vanno a rafforzare una disciplina già presente.
La modifica più rilevante è senza dubbio quella che introduce la definizione di segreti commerciali rimarcando l’importanza dei requisiti di segretezza, valore economico, e adozione di misure di protezione idonee a mantenere segrete le informazioni.
I segreti commerciali assumono sempre più il valore di un asset competitivo da tutelare e ciò per il valore economico delle informazioni in quanto segrete come pure riportato proprio dall’art. 98 codice di proprietà industriale che, con riferimento alle informazioni stesse, precisa infatti che queste in quanto segrete “non siano nel loro insieme o nella precisa configurazione e combinazione dei loro elementi generalmente note o facilmente accessibili agli esperti ed agli operatori del settore”.
Acquisizione, utilizzo e divulgazione abusiva dei segreti sono pertanto perseguiti.
A presidio della tutela dei segreti commerciali anche le fattispecie penalmente rilevanti e la necessità che si punisca chi rivela o impiega le informazioni di cui tratta a proprio o altrui profitto e ciò anche nel momento in cui l’illecito è compiuto con strumenti informatici, data la maggiore pericolosità del mezzo che favorisce una più rapida e diffusa divulgazione dell’informazione.
Gli illeciti inoltre possono essere non più solo di tipo doloso ma anche colposo.
Know how e segreti commerciali nell’industria 4.0
Che impatto ha allora tutto questo se declinato in un’ottica di industria 4.0?
Quello che non deve sfuggire è il modello organizzativo che è alla base, il punto di forza di un contesto aziendale che abbia saputo cogliere l’opportunità dell’evoluzione e del cambiamento dei propri processi produttivi non senza dimenticare il valore delle informazioni, il know how e i segreti commerciali che sono l’anima di quel processo.
Un modello che risponda ai requisiti di adeguatezza e che lo faccia con presidio attento di diritti e tecnologia potrà rispondere anche alla necessità di costruire modelli integrati basati su analisi rischi, tutela normativa e strategie “intelligenti”.
I vantaggi di un nuovo modello dovranno insomma avere l’obiettivo di innovare prodotti, processi e servizi e creare valore anche attraverso la tutela, la gestione, il monitoraggio costante del mondo delle informazioni del know how e dei segreti commerciali.
Non c’è dubbio che il modello 4.0 debba essere caratterizzato da elementi quali l’integrazione e l’interconnessione. Dunque i vari componenti del sistema produttivo dovranno essere tra loro interconnessi e deve essere necessario garantire l’integrazione ovvero tenere un flusso costante di dati e di informazioni sia all’interno che all’esterno, un flusso cioè che parte dai processi interni passando attraverso le fasi produttive e logistiche.
Non c’è dubbio che gli elementi sopra decritti determinino, come pure già accaduto, una serie di cambiamenti, oggi ancor più evidenti attesa la trasformazione digitale che ha coinvolto in particolare i settori produttivi dove dalla progettazione al disegno dei prodotti nonché ancora ai rapporti di fornitura o sub fornitura, ogni passaggio è determinato dal nuovo modello di business.
Miglioramento e maggior efficienza diventano parole chiave per rimodellare, ripensare, riorganizzare e così partire da una vera e propria analisi prima di tutto dei processi interni, un assessment vero e proprio che possa consentire di delineare un modello innovativo calato all’interno del proprio contesto.
In uno scenario in forte evoluzione dove i concetti di interconnessione e integrazione come richiamati hanno disegnato nuovi modelli di business, anche sulla spinta degli incentivi fiscali che hanno indubbiamente fatto la loro parte nell’approcciare l’innovazione 4.0, resta inteso che il valore non è tanto e non solo nelle scelte tecnologiche via via implementate, ma anche e soprattutto quello del mondo delle informazioni e dei dati (ad esempio dei dati di produzione) dell’azienda stessa e di tutte quelle informazioni che oggi possiamo definire come know how e segreti commerciali che attraverso i nuovi processi e dunque anche le tecnologie implementate debbono essere tutelate.