Al primo posto tra i fattori che rivoluzioneranno il mondo del manifatturiero con la cosiddetta industria 4.0 non ci sono né l’automazione né la robotica, ma il concetto più generico di “digitale”, seguito da Intelligenza artificiale e big data. Ma rimane fermo il punto la tecnologia determinerà grandi trasformazioni, influenzando tutti i settori modificando gran parte delle professioni. E’quanto emerge dall’International business report di Grant Thornton, studio su scala globale basato sulle interviste a più di mille manager del mid market.
La prima necessità per i manager del futuro sarà quella di rivedere i modelli di business e di acquisire nuove competenze, adattandosi all’utilizzo di strumenti sempre più “smart”. Le macchine, spiega lo studio, diventeranno incredibilmente efficienti, in alcuni casi potenziando l’operato umano o addirittura sostituendolo. Intelligenza artificiale, machine learning, Internet of Things e infrastrutture cloud diventeranno di uso comune, e questo favorirà una cultura aziendale più flessibile e aperta alle novità. Dalla ricerca emerge infatti che per il 20% degli attuali dirigenti globali nel mid-market la capacità di essere innovativi sarà la caratteristica più importante per i leader d’impresa nel 2030 mentre il 16% ritiene che lo sia già oggi. Allo stesso tempo il 18% sostiene che sapersi adattare al cambiamento sarà essenziale in futuro.
L’identikit del leader del futuro così è quello di persone che saranno in grado di formareil proprio team, in modo che le persone siano il più possibile pronte ad affrontare le sfide del cambiamento e a raccogliere le opportunità che deriveranno da nuovi stimoli, all’interno di una cultura partecipativa, di una vision chiara e di una direzione condivisa.
“Tra i cambiamenti in corso la tecnologia non sarà l’unico settore ad influenzare il mondo del lavoro e le capacità di imprenditori e manager di guidare imprese innovative e competitive – afferma Michele Milano, vicepresidente e Partner di Ria Grant Thornton – Il 32% degli intervistati dell’Ibr cita la globalizzazione di risorse quali i mezzi finanziari e la proprietà intellettuale mentre il 30% dichiara rilevanti gli effetti sul lavoro legati ai cambiamenti demografici e generazionali. Altri elementi in gioco fondamentali di cui tener conto saranno le aspettative in merito alle buone pratiche etiche e di sostenibilità ambientale realmente adottate dalle aziende, in relazione all’Agenda Onu 2030 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile post gli storici Accordi di Parigi del 2015. Queste variabili stanno stimolando un complessivo cambiamento dei valori sociali e aziendali e del modo di fare impresa. Recentemente la Grant Thornton, con i nostri soci in Italia, ha sostenuto il Premio Industria Felix col patrocinio di Confindustria e abbiamo partecipato a premiare le migliori 170 aziende PMI in termini di performance aziendale nelle Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Lazio sulla base dell’analisi di 55.000 bilanci 2018. Parlando con gli imprenditori premiati è emersa l’attualità di molti degli argomenti citati in questo International Business Report (IBR) di Grant Thornton e di altri aspetti strategici vincenti come la capacità del senior management di saper adottare comportamenti nuovi per coinvolgere ed ascoltare di più e meglio le generazione più giovani che entrano nelle organizzazioni lavorative e che sono più allenate alla velocità e a saper anticipare le innovazioni nei mercati e ad intercettare le domande di nuovi servizi e prodotti. Il network Grant Thornton nel mondo è presente con 53.000 professionisti in 140 nazioni, tra cui l’Italia con uffici in 18 città. Il dna professionale e di mentalità imprenditoriale e orientamento al business dei soci è molto simile a quello dei clienti che sono principalmente PMI ad alto tasso innovativo e di crescita sui mercati domestici e internazionali”.
“L’innovazione tecnologica, l’intelligenza artificiale applicata ai Big Data, l’automazione e la robotizzazione dei processi sono ormai divenuti asset strategici per le imprese, in assenza dei quali è difficile restare competitivi – aggiunge Gabriele Labombarda, partner e Ibc Director di Bernoni Grant Thornton – Data la continua evoluzione che questi fattori impongono ai processi aziendali, è fondamentale che chi riveste un ruolo di guida possegga forte propensione al cambiamento e all’innovazione. La curiosità e la capacità di adattamento sono le doti che oggi non possono mancare in un leader: il successo sarà il risultato della tensione al cambiamento e della propensione a innovare. Dare ai giovani talenti la possibilità di sbagliare – conclude – seguendo strade innovative, imparando dagli errori, in un ambiente che li stimoli a rivoluzionare modus operandi consolidati nel passato, sarà certamente vincente. E’ evidente, come le statistiche citate nell’IBR di Grant Thornton provano, che le probabilità di successo sono elevate nei team di lavoro che si dimostreranno inclusivi, senza barriere di genere, provenienza, età, cultura, in cui le esperienze vengono condivise ed ampio spazio viene dato al punto di vista di ognuno in un’ottica di collaborazione e spirito di squadra”.