Incentivi per Industria 4.0, quale futuro? Il punto di Alfredo Mariotti (Ucimu – Sistemi per Produrre)

Partendo dai risultati già raggiunti dal Piano Industria 4.0, Alfredo Mariotti, direttore Generale di Ucimu – Sistemi per Produrre, fa la sua proposta su come il Governo dovrebbe impostare il rinnovo e l’ampliamento degli incentivi perché l’industria possa tornare a spingere sugli investimenti

Pubblicato il 10 Ott 2019

Alfredo Mariotti


La principale motivazione del boom di investimenti in beni strumentali nel nostro Paese, a partire dall’anno 2016, è stata la capacità di intuire che il piano Industrie 4.0, così battezzato in Germania, non andava trascurato dalla nostra autorità di Governo, pena l’arretramento, forse irreparabile, della economia italiana.

Nei fatti tre sono i pilastri sui quali ci si è mossi:

  • sostegno all’ammodernamento dei mezzi di produzione;
  • formazione per l’adeguamento delle conoscenze al nuovo paradigma organizzativo;
  • intuizione della necessità di dotare il Paese di strutture operative capaci di aiutare lo sviluppo aziendale.

Sul primo punto le politiche di superammortamento, e successivamente di iperammortamento, hanno permesso il rinnovo, all’interno dei siti produttivi nazionali, di un Parco Macchine che stava avvicinandosi ad un punto di non ritorno in tema di vetustà: più di 13 anni di età media per le macchine utensili operanti nelle nostre aziende denunciavano una situazione pericolosa di arretramento tecnologico.

In relazione alla formazione il collegamento è evidente. Industria 4.0, poi Impresa 4.0, porta ad una complessa riorganizzazione aziendale. L’interconnessione di fabbrica, con forte spinta alla digitalizzazione, obbliga a rivedere le conoscenze di chi, all’interno del nuovo e più complesso sistema aziendale, deve operare. Ecco allora la necessità di sostegno ad una capillare ed intensa attività di formazione per le figure professionali presenti nelle aziende che debbono assimilare nuove cognizioni operative.

Si è poi sviluppata la necessità di dare vita a “qualcosa” di stabile che potesse supportare l’attività aziendale nel raggiungere quanto indicato da Industria 4.0.

Ciò è in fase di realizzazione avvalendosi di due realtà.

La prima è quella dei Competence Center, realizzati in collaborazione da Università e grandi imprese, per rendere disponibili a tutti le competenze necessarie per il raggiungimento dei risultati attesi. Di tali studi e risultati ne potranno usufruire il mondo delle PMI nazionali che è la parte più rilevante e sulla quale si basa l’attività industriale italiana e la sua capacità competitiva.

Per rendere ciò più capillare, per cui più vicino a chi ha le necessità di usufruire delle nuove conoscenze, le associazioni imprenditoriali stanno realizzando la rete dei Digital Innovation Hub, alla quale potranno rivolgersi le aziende che sentono la necessità di sviluppare processi di modernizzazione tecnologica e organizzativa.

Quale futuro?

E’ fondamentale riflettere su come incentivare, nell’immediato futuro, le imprese a realizzare quanto possa renderle ancora più competitive sulla scacchiera internazionale.

A mio parere si deve:

  • dare visibilità almeno triennale all’iperammortamento, magari con incentivazione decrescente;
  • mantenere il superammortamento e, nel contempo, partire con una revisione dei coefficienti di ammortamento dei beni visto che l’ultima tabella utilizzabile è datata 1988 e quindi del tutto superata;
  • inserire nella nuova formulazione di Impresa 4.0 le tematiche ambientali collegandole a quanto già compreso nell’attuale sistema normativo utilizzando il medesimo metodo di incentivazione;
  • affiancare al discorso di macchina 4.0 anche quello di progetto 4.0, garantendogli una maggiore premialità. Con esso si favorirebbe l’ammodernamento degli impianti, con più macchine e software di connessione in grado di dare maggiore valore alle informazioni che si andranno a raccogliere, riconducibili ad un settore e anche a progetti di filiera. Pure in questo caso il metodo per attribuire vantaggi deve essere quello della premialità fiscale. Eventuali controlli debbono essere organizzati successivamente all’utilizzo in bilancio del vantaggio.
  • impostare un grande progetto di comunicazione per informare sui contenuti del nuovo dispositivo affinché si ritorni ad avere un clima positivo che renda le aziende disponibili all’utilizzo degli incentivi. Solo così gli imprenditori potranno avere una visione positiva per investire.

Alfredo Mariotti, direttore Generale, UCIMU – Sistemi per Produrre

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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