L’Intelligenza Artificiale (AI) sta rivoluzionando molti settori e processi dell’industria, offrendo soluzioni innovative e potenzialità senza precedenti. Negli ultimi mesi è soprattutto l’AI generativa che ha fatto parlare di sé, prospettando vantaggi potenziali prima inimmaginabili in numerosi ambiti.
L’adozione di queste tecnologie in ambito manifatturiero tuttavia non è così scontata: le industrie infatti hanno l’esigenza imprescindibile di poter contare su soluzioni sicure e affidabili – e come è noto l’affidabilità non rientra tra i pregi delle tecnologie sperimentali come appunto l’AI generativa. Si tratta, inoltre, di una tecnologia che evolve velocemente, con potenzialità e criticità ancora da scoprire.
Tra le aziende che da tempo lavorano per fornire alle imprese manifatturiere (e non solo) soluzioni basate su questi modelli, soddisfacendo però tutte le richieste del mondo industriale, vi è 40Factory, azienda nata nel 2018 con l’obiettivo di sviluppare soluzioni di AIoT – la combinazione di tecnologie di intelligenza artificiale con l’infrastruttura dell’Internet of Things – in grado di portare vantaggi ad aziende di ogni settore.
Soluzioni quindi altamente innovative, scalabili e in grado di integrarsi con le tecnologie già impiegate nelle aziende, in base alle esigenze specifiche. Come metodo di lavoro l’azienda piacentina ha scelto il networking, cioè di coinvolgere attivamente gli utilizzatori nello sviluppo del prodotto. I feedback ottenuti non solo aiutano ad ottimizzare il prodotto in base alle esigenze reali, ma accelerano il time-to-market del prodotto.
Ed è proprio grazie a questo approccio che 40Factory ha sviluppato Wilson.AI, un assistente virtuale che sfrutta la tecnologia GPT (Generative Pre-trained Transformer) per permettere alle aziende di accedere in maniera semplice e guidata a tutto il know-how tecnico supportando le operations e le attività di service e training.
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Dal dato alla gestione della conoscenza
“40Factory nasce con l’obiettivo di costruire delle soluzioni software che permettono in poco tempo di portare i vantaggi offerti dall’IoT ai macchinari industriali, a prescindere dal settore, tenendo conto anche del fatto che queste tecnologie possono abilitare la transizione a nuovi modelli di business basati sui servizi”, spiega Marco Bressanello, Business Developer di 40Factory.
L’attenzione che negli ultimi anni le aziende stanno rivolgendo al tema della servitizzazione ha permesso a 40Factory di crescere, allargare il suo team e concentrarsi anche al di fuori del perimetro tradizionale di applicazione dell’IoT, puntando allo sviluppo di soluzioni in grado di rispondere a un grande bisogno delle aziende: la gestione della conoscenza.
“La sfida su cui ci stiamo concentrando è proprio quella di rendere ‘azionabili’ le informazioni ricavate dall’elaborazione dei dati, cioè di renderle in grado di guidare l’operatore nella soluzione di problematiche”, dice Bressanello. “Questo è un aspetto molto importante in ambito industriale dove spesso assistiamo alla contraddizione di impianti su cui sono stati investiti milioni di euro che sono però gestiti da personale con basse competenze, sia a causa della mancanza di profili specializzati che per le difficoltà che sta riscontrando l’industria nell’attirare i giovani”, aggiunge.
L’azienda si è inizialmente concentrata su algoritmi di IA più tradizionali come Machine Learning per applicazioni di anomaly detection, golden Cycle o Visione artificiale. Inoltre già nel 2019 aveva realizzato delle applicazioni sul fronte del linguaggio naturale, realizzando dei chatbot. L’IA tradizionale, tuttavia, si scontrava con alti costi di addestramento e la difficoltà nel gestire risposte multi-lingua.
“Da febbraio 2023 abbiamo iniziato a lavorare a Wilson.AI, il nostro assistente virtuale dedicato al mondo dell’industria, grazie anche all’investimento che Microsoft ha fatto in OpenAI che ci ha permesso di utilizzare tra i primi gli algoritmi GPT privati su piattaforma Azure in versione sperimentale”, spiega Bressanello.
Appena un mese dopo, l’azienda ha presentato la prima versione di Wilson.AI che ha subito messo a disposizione di alcuni clienti, raccogliendo così il supporto necessario a sviluppare la versione beta, presentata lo scorso giugno.
Al Wilson.ai Beta Program hanno progressivamente aderito circa 30 aziende che operano in diversi settori industriali. Con questa partecipazione l’azienda intende replicare il “network effect” che le ha consentito in passato di accelerare lo sviluppo delle sue soluzioni IoT.
Che cosa fa Wilson.AI
Wilson.AI nasce per rendere facilmente accessibili i vantaggi della generative AI. Tramite la Wilson Academy è possibile “addestrare” assistenti privati personalizzati per abilitare vantaggi in ambito produttivo e a supporto dell’erogazione dei servizi ai clienti. Nel primo ambito, ad esempio, può essere impiegato:
- dagli operatori di linea che possono chiedere informazioni relative al funzonionamento dei macchinari
- dal personale di manutenzione, che può usare richiedere informazione per comprendere meglio le problematiche
- dal management aziendale, anche per interpretare i dati che generati dalla macchina, valutare la condizione generale dell’impianto e interrogare lo strumento su soluzioni specifiche in base alle condizioni
- come supporto in ambito commerciale
- per uso interno in HR per processi di onboarding
- dai dipartimenti legali dell’azienda
L’assistente è, infatti, particolarmente adatto a creare sintesi di documenti complessi o a guidare l’utente nella loro fruizione attraverso una conversazione naturale che possa guidarlo a prendere delle decisioni basate su documentazione validata.
Wilson.AI si rivolge, inoltre, ai costruttori di macchine che possono impiegarlo nei prodotti anche per erogare servizi al cliente.
“L’idea da cui nasce il prodotto è di dare un supporto anche interno al personale dedicato al service e poi portarlo verso i clienti con l’integrazione nelle tecnologie dell’impianto, rendendo le macchine in grado di ‘proporsi’ in maniera proattiva in base alle condizioni di funzionamento”, spiega Bressanello.
Wilson.AI, inoltre, può fungere da canale di ingresso anche per altri servizi digitali, proprio perché la parte documentale comprende anche una serie di informazioni legate, ad esempio, a piattaforme di e-commerce, configuratori di prodotti ecc.
“I clienti interagiscono direttamente con l’assistente che, in base alla tipologia di richieste, fornisce la soluzione o dirotta la richiesta verso l’area del personale di competenza. Quindi è un primo punto di accesso che, conoscendo i processi aziendali, riduce notevolmente il carico diretto sul personale e garantisce al cliente un’esperienza anche piacevole: molto spesso si fatica a capire che non si sta parlando con una persona”, aggiunge Bressanello.
Affidabile, sicuro e facile da addestrare: i punti di forza di Wilson.AI
Punti di forza dell’assistente virtuale di 40Factory sono l’affidabilità della soluzione, il rispetto della sicurezza dei dati e l’impegno minimo che l’assistente richiede per l’addestramento.
Quando si parla di questo tipo di soluzioni di generative-AI, infatti, spesso l’affidabilità del modello costituisce una preoccupazione importante, perché non si ha la visibilità delle fonti da cui sono state prese le informazioni.
“Wilson.AI supera questa sfida: è l’amministratore della soluzione che definisce quali sono i contenuti disponibili nel ‘database della conoscenza’ e chi può accedere a queste informazioni. Inoltre si possono validare le risposte fornendo anche le fonti agli utenti. Questo fa sì che di fatto si possono ricevere risposte validate da fonti controllate. Così si risponde all’esigenza dell’industria di utilizzare un sistema affidabile”, spiega Bressanello.
Altro aspetto cruciale è quello della condivisione dei dati raccolti, con la relativa necessità di mantenere alcune informazioni riservate. Ad esempio, un costruttore di macchine potrebbe avere la necessità di fornire all’assistente accesso ai dati dei propri clienti finali, al fine di erogare un migliore servizio. Questi clienti potrebbero tuttavia essere concorrenti tra loro e quindi avere la necessità che determinate informazioni non vengano condivise con chi non ha i permessi necessari.
Una simile esigenza si potrebbe manifestare in settori che operano con dati sensibili e che sono quindi attentamente regolamentati, come quello farmaceutico. Esigenze a cui 40Factory risponde sia curando con la massima attenzione la sicurezza dell’infrastruttura – appoggiandosi anche a una società di cyber security tramite validazione dell’architettura, penetration test e verifiche sulla segregazione dei dati – sia offrendo soluzioni personalizzate (anche basate su infrastrutture Cloud ibride) a seconda delle necessità specifiche.
Un terzo punto di forza, che contribuirà ad accelerare l’applicazione di Wilson.AI in ambiti e industrie sempre più diverse, riguarda il limitato sforzo che lo strumento richiede per l’addestramento: sono infatti sufficienti cinque minuti al giorno e nel giro di qualche settimana sarà possibile costruire il proprio database della conoscenza aziendale.
I prossimi sviluppi dello strumento
Per supportare i clienti in questa fase, 40Factory ha messo a disposizione delle aziende che stanno utilizzando la soluzione un marketplace dove viene caricata tutta una serie di documentazione pubblica rilevante e validata.
Al momento, la soluzione sta crescendo a ritmi molto elevati – con circa un aggiornamento a settimana – grazie al contributo degli utilizzatori che all’attenzione che l’azienda sta ponendo al suo sviluppo, con un team dedicato esclusivamente allo strumento.
“Nel futuro insisteremo ancora di più sull’integrazione con le altre soluzioni di mercato, anche tramite il marketplace in cui si potranno aggiungere queste funzionalità o connettori standard, per esempio verso gli ERP o i sistemi CRM”, spiega Bressanello.
Wilson.ai, nella sua versione commerciale ufficiale, sarà protagonista insieme ad altre avanzate tecnologie IIoT dell’evento “Machine Builder X” in programma per fine febbraio. L’incontro, organizzato da 40Factory insieme ad AROL, leader nel campo dei sistemi di tappatura dell’astigiano, vuole offrire fornire spunti, dimostrazioni e strumenti pratici per rendere i dati veramente “azionabili”. Si uniranno teoria e pratica, coinvolgendo i partecipanti in immersive live session in realtà virtuale per definire, insieme, il possibile percorso per realizzare impianti 5.0.